Secondo appuntamento della 79a Stagione Strumenti dell’anima dedicato al pianoforte e a Beethoven
Al Teatro Dal Verme giovedì 2 e sabato 4 novembre torna sul podio il direttore principale James Feddeck
In programma il Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra op. 37 affidato alla giovanissima Lavinia Bertulli
Weekend di musica al Teatro Dal Verme con il secondo concerto della 79a Stagione dei Pomeriggi Musicali 2023/2024 intitolata “Strumenti dell’anima”: giovedì 2 (ore 20) e sabato 4 novembre (ore 17) al Teatro Dal Verme torna sul podio il direttore principale James Feddeck con un programma interamente dedicato a Beethoven con la Sinfonia n. 1 in Do maggiore op. 21 e il Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra in Do minore op. 37, solista Lavinia Bertulli.
Comincia così il secondo filone tematico sul quale è costruita la 79a stagione e cioè il repertorio per pianoforte e orchestra al quale I Pomeriggi sono storicamente legati per vocazione e per struttura dell’organico: sono state scelte dieci pagine emblematiche classiche, romantiche, moderne e contemporanee delle quali il Terzo concerto beethoveniano è la prima in programma.
Lavinia Bertulli è nata a Firenze nel 1999 e si è formata nel conservatorio della sua città. Durante il percorso di studi, ha debuttato come solista con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini eseguendo il Concerto di Grieg e il Triplo Concerto Beethoven. Ha suonato con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Fabio Luisi, ha tenuto concerti di musica da camera con vari strumentisti, tra cui Enrico Bronzi e Silvia Chiesa; vincitrice del Premio “Alkan” per il virtuosismo pianistico, ha inciso un cd con la partecipazione di Vincenzo Maltempo. Nel 2021 ha eseguito il Concerto n. 3 di Beethoven con la WunderKammer Youth Orchestra. È stata premiata in importanti concorsi, tra cui il “Premio Crescendo”, il Concorso “Pietro Iadeluca”, il Concorso “Castel San Giovanni”, il Premio “Maria Giubilei”, dove ha ottenuto una borsa di studio per un corso al Mozarteum di Salisburgo.
L’ascolto di queste due celebri pagine beethoveniane è così introdotto da Raffaele Mellace nelle note di sala: «Il 5 aprile 1803, Martedì Santo, un pubblico fortunato assistette al secondo concerto (Akademie, come si diceva allora) organizzato da Beethoven a Vienna, a tre anni dal precedente, con la propria musica e a proprio beneficio. Un concerto monstre, dal formato oggi impraticabile, che comprendeva in prima esecuzione assoluta l’oratorio Cristo sul Monte degli ulivi, la Seconda sinfonia e il Terzo concerto per pianoforte, accanto alla ripresa della Prima sinfonia. Chissà quanti avranno avuto la consapevolezza di non trovarsi di fronte a un Beethoven, bensì a due. Quella manifestazione si colloca infatti su un crinale della vicenda creativa beethoveniana; quando cioè il genio ha appena voltato le spalle al già importante mondo creativo cui aveva dato vita nel primo decennio viennese, culminante nel biennio 1800/01, affermando con disarmante semplicità all’allievo Carl Czerny: “Non sono molto soddisfatto dei lavori che ho scritto finora; da oggi in poi voglio battere una via nuova”. […] Il Terzo concerto per pianoforte rappresenta quindi un approdo per l’esperienza creativa di un compositore che non ha soltanto fatto propri i modelli di Haydn e Mozart creando lavori di alto valore estetico, ma ha ormai acquisito una propria fisionomia riconoscibile, un profilo stilistico che emerge da questa partitura in termini quasi programmatici. Si manifesta insomma, come ha scritto Francesco Degrada, “per la prima volta in questa forma la dimensione titanica ed eroica dell’umanità beethoveniana”».