Il giovanissimo Ettore Pagano debutta ai Pomeriggi Musicali nel concerto per violoncello di Šostakovič - Teatro Dal Verme

Il giovanissimo Ettore Pagano debutta ai Pomeriggi Musicali nel concerto per violoncello di Šostakovič

Sul podio James Feddeck impegnato in apertura con la prima assoluta di Roberta Vacca “Poker Face” e poi con la Quarta di Beethoven nella seconda parte

Ancora un debutto nella 79a Stagione dei Pomeriggi Musicali “Strumenti dell’anima” per un giovanissimo interprete, il violoncellista Ettore Pagano che eseguirà il celebre Concerto n. 1 op. 107 di Dmitrij Šostakovič guidato sul podio dal direttore principale James Feddeck al Teatro Dal Verme giovedì 11 aprile (ore 10 e ore 20) e sabato 13 aprile (ore 17). Pagano, nato a Roma nel 2003, è allievo del Conservatorio di Santa Cecilia, dell’Accademia Stauffer di Cremona, della Pavia Cello Academy e dell’Accademia Musicale Chigiana, e vanta inoltre la vittoria di oltre 40 concorsi nazionali e internazionali. Feddeck e Pagano saranno inoltre protagonisti di un nuovo appuntamento della rassegna “Altri Pomeriggi” dedicata agli Under30, giovedì 11 aprile alle ore 18.45, nella Sala Terrazzo del Teatro Dal Verme: prendendo un aperitivo converseranno con i giovani spettatori prima del concerto (biglietto 10 euro aperitivo + concerto).

Il programma musicale del concerto si apre con una prima esecuzione assoluta Poker Face della compositrice Roberta Vacca (L’Aquila 1967) commissionata dai Pomeriggi Musicali. Allieva tra gli altri di Azio Corghi all’Accademia Chigiana, i suoi lavori sono stati commissionati ed eseguiti da prestigiose istituzioni come l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, la Biennale di Venezia, Nuova Consonanza, Sentieri Selvaggi, fino alla recente commissione della notevole cantata Luzòur dalla Meglio gioventù di Pier Paolo Pasolini, proposta nel 2022 al 68° Festival Puccini. Per questa commissione dei Pomeriggi Musicali che stanno dedicando la 79° Stagione ai diversi timbri degli strumenti d’orchestra, come scrive Raffaele Mellace nelle note di sala, «ha concepito una partitura la cui principale finalità è l’esaltazione, in una raffinata scrittura strumentale, delle singole famiglie orchestrali. Muovendo dal modello illustre del bartokiano Gioco delle coppie, secondo movimento del Concerto per orchestra, ha vincolato il lavoro al gioco reale del poker, dalle cui regole deriva l’ispirazione del pezzo. Punti e figure del poker diventano così un riferimento compositivo puntuale, mentre la seconda parte del titolo – che non si limita a una funzione evocativa, ma rappresenta una dichiarazione d’intenti, un’anticipazione effettiva della natura del pezzo – allude alla maschera che deve vestire il giocatore di poker, tenuto a dissimulare e confondere l’avversario sulle carte che ha in mano. Sul piano musicale, si tratta d’un mascheramento sonoro che nasce dal gioco delle combinazioni timbriche, principale urgenza espressiva di questa novità».

Fu Mstislav Rostropovič ispiratore e dedicatario del Concerto n. 1 per violoncello e orchestra in Mi bemolle maggiore op. 107 di Dmitrij Šostakovič a presentare il pezzo in pubblico a Leningrado il 4 ottobre 1959. Chiude il concerto la più ingiustamente negletta delle sinfonie beethoveniana, la Quarta, partitura freschissima, il cui colore dominante, ha scritto Giovanni Carli Ballola, è lo «scorrere leggero e frusciante, come di acqua viva tra i ciottoli di un ruscello». Se effettivamente risenta della gioia di vivere ispirata a Beethoven dal breve idillio di quell’anno, l’estremamente prolifico 1806, con l’«amata immortale», contessa Therese von Brunswick, e/o del soggiorno estivo presso nobili amici ospitali nell’amata campagna, in Ungheria e poi in Slesia, non è dato sapere.