La 79a stagione dei Pomeriggi Musicali si chiude con la giovane e celebre pianista Lise de la Salle e il direttore principale James Feddeck
In programma due celebri pagine come la Sinfonia “Renana” di Schumann e il Concerto per pianoforte e orchestra di Grieg
Sarà il direttore principale dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali, James Feddeck, a salire su podio per il concerto di chiusura della 79a Stagione “Strumenti dell’anima” che si terrà giovedì 23 maggio (ore 10 e ore 20) e sabato 25 maggio (ore 17) al Teatro Dal Verme. Insieme a Feddeck salirà sul palcoscenico la pianista francese Lise de la Salle che, non ancora quarantenne, è considerata tra le migliori concertiste del mondo, acclamata nelle principali sale e richiesta dai più celebri direttori d’orchestra.
Lise de la Salle arriva per la prima volta ai Pomeriggi musicali con il Concerto per pianoforte e orchestra in La minore op. 16 di Edvard Grieg pagina che, composta nel 1868, è insieme alla suite da Peer Gynt, la composizione più celebre del compositore norvegese. «Il concerto – spiega Raffaele Mellace nelle note di sala – si sostanzia di quel patrimonio caratteristico e inconfondibile di inflessioni melodiche, peculiarità armoniche e ritmiche proprie della musica folklorica: linguaggio che, pur mediato dagli usi compositivi propri del musicista colto, rappresenta inequivocabilmente la voce d’una cultura altra, alludendo in ultima analisi, nell’ottica di un’antropologia utopica, all’ideale schiettamente romantico di un’umanità pura e primigenia. Schiettamente folklorico, secondo un modello praticato per primo da Chopin, è il Finale, animato dai ritmi delle danze popolari scandinave halling e springdans, ma lo è già l’idioma del primo tema dell’Allegro molto moderato d’apertura, o l’invenzione melodica dell’Adagio. Il fascino di questo melodizzare esotico, insieme alla capacità di mettere in rilievo il solista senza tuttavia imporgli pedaggi esorbitanti e la complessiva fluidità del discorso che pare imitare la libertà dell’improvvisazione fanno di questo concerto una pagina riuscita, in grado di parlare al pubblico d’ogni tempo».
Nella seconda parte del concerto sarà invece eseguito un altro caposaldo del repertorio Romantico, la Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore op. 97 “Renana” di Robert Schumann. «Ai paesaggi, alla storia e alla cultura di quella regione la sinfonia si rifà esplicitamente: il titolo infatti non è, come talvolta accade, posticcio e postumo, ma fa riferimento a degli intenti illustrativi espressi da Schumann, che in un primo tempo avrebbe voluto attribuire titoli specifici a ciascuno degli (irritualmente) cinque tempi della sinfonia. In termini diversi ma con spirito in fondo non dissimile dall’operazione compiuta da Grieg, la musica diventa anche in questo caso espressione di un’identità culturale profonda. Si noti per cominciare che Schumann abbandona la secolare consuetudine di intitolare i movimenti con i termini italiani, a favore dei corrispondenti tedeschi» (Mellace.)