Le date
Serie Red Planet
Kodaly, Danze di Galanta
Bruch, Concerto per violino e orchestra n. 1 op. 26
Wagner, Sinfonia in Do maggiore
Biglietteria
BIGLIETTI
Interi
Primo Settore (Platea dalla fila 1 alla 30) € 19,00
Secondo Settore (Platea dalla fila 31 alla 40) € 13,50
Balconata € 10,50
Ridotti (Giovani under 26 ; Anziani over 60; Cral ; Associazioni Culturali ; Biblioteche ; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea dalla fila 1 alla fila 30) € 15,00
Secondo Settore (Platea dalla fila 31 alla fila 40) € 11,50
Balconata € 8,50
Il Cast
Direttore e violino: Pavel Berman
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Note di sala
Zoltán Kodály (1882 – 1967)
Danze di Galanta (Durata: circa 15′)
Max Bruch (1838 – 1920)
Concerto per violino e orchestra op. 26 (Durata: circa 25′)
Vorspiel: Allegro moderato
Adagio
Finale: Allegro energico
Richard Wagner (1813 – 1883)
Sinfonia WWV 29 in Do Maggiore (Durata: circa 37′)
Sostenuto maestoso – Allegro con brio
Andante ma non troppo, un poco maestoso
Allegro assai
Allegro molto e vivace
A cura di Filippo Juvarra
Zoltán Kodály – Danze di Galanta
Organico: 2 flauti, ottavino, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, timpani, tamburo piccolo, triangolo, campanelle, archi.
Prima edizione: 1934, Universal Edition A. G.
Max Bruch – Concerto per violino e orchestra op. 26
Organico: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, timpani, archi.
Prima edizione: 1868 – Bremen
Richard Wagner – Sinfonia WWV 29 in Do Maggiore
Organico: 2 flauti, ottavino, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, controfagotto, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, timpani, archi.
Prima esecuzione: 1832, Leipzig
Anno di composizione: 1832
Zoltán Kodály, Danze di Galanta
Le Danze di Galanta furono composte nell’estate 1933 per festeggiare l’80° anniversario della Società Filarmonica di Budapest e la loro prima esecuzione (23 ottobre 1933, Budapest ) fu diretta da Ernő von Dohnányi.
Esse si collocano quindi dopo l’altro ciclo di Danze composto da Kodály, quelle di Marosszek, che l’autore scrisse prima per pianoforte nel 1927 e che poi orchestrò nel 1930. Per inciso va ricordato che nel 1935 a Budapest il balletto La storia di un ribelle utilizzò assieme la musica delle due Suite di cui stiamo parlando. Siamo nell’ambito di quella ricerca avviata da Bartók e Kodály sulle tradizioni autentiche della musica popolare ungherese, così spesso associata invece, nella vita musicale della fine dell’Ottocento, al modello fuorviante delle Rapsodie ungheresi di Liszt o a quello delle Danze ungheresi di Brahms. Se il repertorio di Marosszek rimandava a modelli forse anticamente cantati e non strumentali, le Danze di Galanta sono un segno dell’impressione che ebbe su Kodály la musica zingara. Una nota anonima apposta all’edizione della partitura così ne parla: “Galanta è un piccolo borgo ungherese, conosciuto dai viaggiatori tra Vienna e Budapest. L’autore ci ha passato sette anni della sua infanzia. Esisteva lì una celebre banda di zingari, dissoltasi nel frattempo. La loro musica fu il primo suono d’orchestra che impressionò le orecchie del bambino. Ma gli antenati di questi zingari erano conosciuti già da più di cento anni. Nel 1800 fu pubblicato un numero di quaderni con danze ungheresi fra i quali uno si riferiva appunto agli zingari di Galanta. Sono loro che hanno conservato l’antica tradizione ungherese. Per continuare questa tradizione, l’autore ha tratto i suoi motivi principali da questi antichi quaderni.” In un breve testo autobiografico del 1966 Kodály espresse ancora – molti anni dopo – la nostalgia per Galanta, una nostalgia che comprendeva anche quella per la montagna perché proprio a Galanta Kodály vide per la prima volta i Carpazi da cui nacque quel forte desiderio per le escursioni montane che lo accompagnò tutta la vita.
Max Bruch, Concerto per violino e orchestra op. 2
A non molto tempo dalla morte di Max Brich avvenuta nel 1920, l’edizione del 1922 del Riemann-Lexicon poteva ancora esprimere la certezza, rivelatasi poi illusoria, che il nome dell’autore sarebbe vissuto nella storia della musica soprattutto per la produzione sinfonico-corale, una vasta produzione che si apre con l’op. 3 del 1858 e giunge fino all’op. 93 del 1919. In realtà il nome e la popolarità di Bruch nella vita musicale contemporanea sono quasi esclusivamente legati al Concerto per violino op. 26: un successo presagito dall’autore che in una dichiarazione del 1907 ebbe a dire: “in 50 anni verrò ricordato principalmente per questo mio concerto in sol minore”. Al violino Max Bruch ha dedicato tre concerti (op. 26, op. 44, op. 58), oltre alla Fantasia scozzese op. 46 e a vari pezzi come la Romanza op. 42, l’Adagio Appassionato op. 57, l’Adagio “In Memoriam” op. 65, la Serenata op. 75, il Konzertstueck op. 84 e la Romanza op. 85. È una predilezione che nasce nel segno dell’amicizia e della stima per alcuni grandi violinisti del suo tempo: Joseph Joachim, dedicatario del Concerto op. 26 e Pablo de Sarasate, che Bruch conobbe nel 1877 e al quale dedicò, in segno di grande ammirazione, il Concerto n. 2 in re minore op. 44 del 1878 e la Fantasia scozzese op. 46 del 1880 per violino, orchestra ed un’arpa “unter freier Benutzung schottischer Volksmelodien”. Ma nella predilezione del il violino troviamo altresì la convizione estetica espressa da Bruch che “il violino può cantare meglio del pianoforte una melodia e che la melodia è l’anima della musica”. Il Concerto in sol minore op. 26 offre, in tal senso, il saggio migliore di una vena compositiva ispirata ad una melodica canatabilità che si basa su una organizzazione formale tradizionale di derivazione mendelssohniana (e nella quale vi è il rifiuto radicale delle sirene “neo-tedesche”) . Il Concerto n. 1 in sol minore è del 1868 ed è dedicato “in amicizia” (In Freundschaft) a Joseph Joachim che lo eseguì nel maggio dello stesso anno a Koeln (Niederrheinescher Musikfest).
Richard Wagner, Sinfonia in Do maggiore WWV 29
Secondo le lettere di Wagner e i suoi scritti autobiografici, la Sinfonia in do maggiore fu l’ultima composizione prima del viaggio a Vienna e Praga dell’estate 1832. Una datazione più precisa non è definibile per l’incertezza della data della partenza di Wagner da Lipsia: sappiamo che il 15 giugno egli era ancora a Lipsia e quindi si può presupporre che la Sinfonia sia stata scritta fra aprile e giugno 1832. In una lettera a Theodor Apel del 16 dicembre 1832 Wagner scrisse di aver composto la Sinfonia nello spazio di sei settimane. Wagner, di ritorno da Vienna verso Lipsia, provò la Sinfonia nel novembre 1832 con Dionys Weber e gli studenti del Conservatorio di Praga, ma non sappiamo se questa prova possa valere come una esecuzione. Non è chiaro nemmeno se Wagner portò da Lipsia a Praga le proprie parti d’orchestra o se le finì a Praga. Wagner stesso nel 1882 disse che le parti erano state scritte da un copista di Praga. La seconda esecuzione, in questo caso pubblica, ebbe luogo pochi giorni dopo il ritorno a Lipsia per la società musicale Euterpe il 15 dicembre 1832: forse dirigeva il primo maestro di composizione di Wagner, Christian Gottlieb Müller. Questa esecuzione, nell’idea di Wagner, serviva, in un certo modo, come prova per l’esecuzione nel ciclo di concerti in abbonamento del Gewandhaus di Lipsia il primo gennaio 1833. Durante il suo soggiorno a Würzburg, Wagner diresse la Sinfonia in un concerto del locale Musikverein il 27 agosto 1833. Da allora fino al 1882 la Sinfonia non venne più eseguita. Wagner aveva donato il manoscritto della partitura a Felix Mendelssohn-Bartholdy l’11 aprile 1836. Il manoscritto andò perduto. Nel 1877 saltarono fuori le parti e Wagner diede incarico al suo assistente Anton Seidl di ricostruire la partitura; contemporaneamente Wagner però cominciò una rielaborazione della composizione; il 14 marzo 1878 compose un Trio per lo Scherzo, che non ci è però pervenuto. Successivamente Wagner progettò di far stampare la composizione e il primo marzo 1878 scrisse a Schott:“Sono adesso in possesso delle parti della mia Sinfonia che per lungo tempo si credeva fosse andata perduta; sto mettendo in partitura le parti e la composizione mi interessa molto al punto di dedicare ad essa una rielaborazione così come avevo fatto a suo tempo con la Faust – Ouverture” Nel diario (11 marzo 1878) Cosima riporta i dubbi di Wagner al riguardo dell’edizione della Sinfonia, che venne pubblicata, dopo la morte di Wagner, nel 1911. Non è chiaro se le modifiche e le integrazioni della partitura di Anton Seidl risalgano tutte al 1878 o se alcune non siano da riportare piuttosto al 1882. È appunto a Natale 1882, al Teatro La Fenice di Venezia, che Wagner dirige la sua Sinfonia per un pubblico di ospiti privati (fra i quali Liszt) come sorpresa di compleanno per Cosima. È l’ultima volta che Wagner dirige e a questo avvenimento egli stesso dedicò nel 1882 un “rapporto sulla ri-esecuzionedi un’opera giovanile” nella forma di una lettera aperta all’editore del Musikalischer Wochenblatt.