71ª Stagione Sinfonica Orchestra I Pomeriggi Musicali - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 14 gennaio 2016
Ore: 10:00*
giovedì 14 gennaio 2016
Ore: 21:00
sabato 16 gennaio 2016
Ore: 17:00
*I Pomeriggi in anteprima

Direttore e pianoforte Alexander Lonquich
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Colombo Taccani Nuova composizione per fiati (Ersilia), commissione I Pomeriggi Musicali
Beethoven Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 op. 37
Mendelssohn Sinfonia n. 3 op. 56 “Scozzese”

Biglietteria

Carnet Liberi di scegliere 12, 10 o 8 concerti a scelta fra le nostre proposte del giovedì sera.
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Abbonamenti Concerti in Anteprima, 18 o 10 concerti delle prove aperte il giovedì mattina.
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Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita

Ridotti (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita

Il Cast

Direttore e pianoforte Alexander Lonquich
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Note di sala

Giorgio Colombo Taccani (1961)
I fili di Ersilia, commissione I Pomeriggi Musicali

 Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in do minore op. 37
I. Allegro con brio
II. Largo
III. Rondo: Allegro 

* * *

Felix Mendelssohn (1809-1847)
Sinfonia n. 3 in la minore op. 56 “Scozzese”
I. Andante con moto – Allegro un poco agitato
II. Vivace non troppo
III. Adagio
IV. Allegro vivacissimo – Allegro
maestoso assai

Note a margine di Renato Meucci
3 + 3 potremmo intitolare questo programma che prevede il Concerto per pianoforte n. 3 di Beethoven e la Sinfonia n. 3 di Mendelssohn; così, per analogia, potremo definire 4 + 4 quello che sarà presentato a maggio, con il Concerto n. 4 e la Sinfonia n. 4 degli stessi autori, solista e direttore in entrambi i casi Alexander Lonquich.

Solo dal 1977, con il ritrovamento dell’autografo, sappiamo che il Concerto per pianoforte n. 3 fu completato da Beethoven nel 1803, e non tre anni prima, come fino ad allora si era creduto. La gestazione di quest’opera è d’altronde legata a un’esecuzione avvenuta al Theater an der Wien il 5 aprile di quell’anno, con Beethoven come solista, occasione nella quale furono eseguite anche la sua Sinfonia n. 2 e l’oratorio Cristo sul Monte degli olivi. Con tre brani nuovi da preparare venne mancare il tempo necessario per le prove d’orchestra e per completare la composizione, così che un testimone oculare, Ignaz von Seyfried, ricorda come Beethoven “non avesse di fronte che pagine bianche, tutt’al più con qua e là qualche geroglifico incomprensibile; suonava la parte solistica quasi interamente a memoria perché non aveva avuto il tempo di scriverla completamente, cosa che gli succedeva non di rado”. Pertanto questa pagina meravigliosa fu completata solo in vista del concerto successivo nel quale Beethoven dirigeva l’orchestra e Ferdinand Ries, suo amico e allievo, era al pianoforte. Accolto all’esordio molto tiepidamente – soprattutto a causa delle ragioni suddette – fin dalla seconda esecuzione il Concerto n. 3 è divenuto un cavallo di battaglia dei più grandi pianisti, e ben a ragione visto che esso rappresenta un modello assoluto del concerto pianistico romantico, e uno di quelli che hanno maggiormente contribuito a far diventare questo genere musicale uno dei più idolatrati del secolo XIX.

Mendelssohn fu inizialmente ispirato a comporre la sua Terza sinfonia durante la prima visita in Gran Bretagna avvenuta nel 1829 quando, trovandosi a Edimburgo nello Holyrood Palace (un tempo residenza reale di Scozia e tuttora abitato dalla Regina Elisabetta almeno una volta all’anno) ebbe la prima idea del brano, come scrive ai suoi familiari: “In pieno crepuscolo oggi siamo stati nel palazzo dove Maria Stuarda visse e amò… La chiesa inferiore è senza soffitto, così che erba ed edera crescono lì dove Maria fu incoronata regina di Scozia. Ogni cosa è in rovina, distrutta, e il cielo semplicemente vi penetra dentro. Penso di aver trovato lì l’inizio della mia Sinfonia Scozzese”. Pochi giorni più tardi egli visitò l’isola di Staffa che ispirò la composizione delle Ebridi, il che avvenne quasi di getto, continuando ad abbozzare la futura Sinfonia n. 3, ma sospendendone la stesura nel 1831. Solo alla fine di quel decennio la riprese completandola nel 1842 (pur essendo l’ultima composta, fu pubblicata per terza e prese quindi questo numero d’ordine).

Un fatto curioso riguarda, come spesso avviene, il titolo della composizione: nonostante la lettera sopra menzionata, in seguito Mendelssohn non tornò più sulla fonte d’ispirazione scozzese di questa sinfonia (al riguardo rinvio a quanto detto a proposito della “Renana” di Schumann).

I fili di Ersilia
Fili tesi fra le case, ad Ersilia, a segnalare relazioni e ad invadere progressivamente le strade, fino a costringere gli abitanti a smontare l’intera città per riedificarla altrove. Sparsi nel territorio, i simulacri intricati – i soli fili con i loro sostegni – delle precedenti Ersilie. Immagini che si trasferiscono nella pagina musicale in maniera diretta: linee in addensamento, gruppi accordali condotti improvvisamente al silenzio, fino ad una breve coda che disegna lo scheletro di quanto esposto in precedenza.

Giorgio Colombo Taccani