71ª Stagione Sinfonica Orchestra I Pomeriggi Musicali - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 28 gennaio 2016
Ore: 10:00*
giovedì 28 gennaio 2016
Ore: 21:00
sabato 30 gennaio 2016
Ore: 17:00
*I Pomeriggi in anteprima

Note

I carnet sono in vendita presso:

Biglietteria del Teatro dal Verme (via san Giovanni sul Muro, 2 – Milano) dal martedì al sabato dalle ore 11:00 alle ore 18:00

 

Direttore Giordano Bellincampi
Chitarra Emanuele Segre
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Manzitti Zobeide – commissione Pomeriggi Musicali
Castelnuovo Tedesco Concerto n. 1 per chitarra e orchestra op.99
Bach/Webern Ricercare a 6 voci

Mendelssohn Sinfonia n. 5 op. 107 “La Riforma”

Biglietteria

Carnet Liberi di scegliere 12, 10 o 8 concerti a scelta fra le nostre proposte del giovedì sera.
Segui il link alla pagina dedicata: ABBONAMENTI E CARNET
Abbonamenti Concerti in Anteprima, 18 o 10 concerti delle prove aperte il giovedì mattina.
Segui il link alla pagina dedicata: ANTEPRIME 2015/2016

 

Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita

Ridotti (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita

Il Cast

Direttore Giordano Bellincampi
Chitarra Emanuele Segre
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Note di sala

Matteo Manzitti (1983)
Zobeide, commissione I Pomeriggi Musicali

Mario Castelnuovo Tedesco (1895-1968)
Concerto per chitarra e orchestra n. 1 in Re maggiore op. 99
I. Allegretto
II. Andantino alla romanza
III. Ritmico cavalleresco

* * *

Anton Webern (1883-1945)
Ricercare a 6 voci Dall’Arte della Fuga BWV 1080 di J.S. Bach

Felix Mendelssohn (1809-1847)
Sinfonia n. 5 in re minore op. 107 “La Riforma”
I. Andante – Allegro con fuoco
II. Allegro vivace
III. Andante
IV. Andante con moto

Note a margine di Renato Meucci
Tra musicisti si dice che nell’arcipelago della musica la chitarra costituisca un’isola a parte (chissà se i chitarristi lo considerano un complimento). Resta il fatto che ben poco repertorio per chitarra ha libero corso nella programmazione concertistica ufficiale, mentre ha enorme seguito tra gli ascoltatori di settore. In questo atollo chitarristico vi sono alcuni compositori, come Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968), i quali hanno mostrato per lo strumento un interesse del tutto speciale (e non sarà un caso che l’autorevole dizionario New Grove dedichi una sezione speciale alle sue opere per chitarra, che sono un centinaio). Il Concerto n. 1, richiestogli dal grande Andrés Segovia, è del 1939 e risale a poco prima del trasferimento di Castelnuovo-Tedesco in America a causa delle leggi razziali, dove egli divenne un affermato compositore di musica da film (per la cronaca: è morto a Beverly Hills). E a riascoltare questo concerto con il senno di poi sembra quasi che egli fosse consapevole di questo suo destino cinematografico. Quanto detto più indietro a proposito dell’Arte della fuga di Bach potrebbe valere altrettanto bene per il Recercare (o Fuga) a 6 voci dell’Offerta musicale che, scritta nel 1747, con la sua cerebralità e astrazione ha dato corso a un’infinita serie di congetture esegetiche e interpretative (non da ultimo per l’assenza anche in questo caso di una specifica strumentazione). Esso costituisce altresì un’ottima occasione per accostarsi al mondo compositivo di Anton Webern (1883-1945), giacché la sua singolare e originalissima versione orchestrale di questo brano dischiude in maniera illuminante le modalità compositive del più criptico dei tre musicisti della Seconda Scuola di Vienna. Ascoltate come egli frammenta i temi e le frasi in brevi incisi che passano da uno strumento all’altro, un assaggio del metodo compositivo della cosiddetta “melodia di timbri” dello stesso Webern: piuttosto che di un arrangiamento si tratta dunque di una “appropriazione”, per nulla indebita.

Avendo dedicato quasi tutto lo spazio a mia disposizione ai due brani precedenti, lascio a quello più famoso e che meriterebbe forse la più estesa trattazione solo due righe: la Sinfonia n. 5 di Mendelssohn, una delle composizioni oggi più note del celebre compositore, venne da lui definita come “un’opera completamente fallita” e “quello tra i miei pezzi che brucerei più volentieri; nondovrà mai essere pubblicato”. Ma come abbiamo visto più sopra, gli artisti vanno inquadrati per quel che hanno prodotto, molto meno per i loro giudizi estetici, talvolta opinabili, se non completamente errati.

Zobeide
di Matteo Manzitti

Una suggestione sensuale e onirica, un bagliore improvviso e seducente: dalla comparsa di questa figura “calata” da un mondo superiore la musica cerca di organizzarsi per rivivere quel momento magico, è la musica degli uomini e della loro irrequietezza, della loro ansia di felicità che attraverso il desiderio diventa però attaccamento e voracità. La figura magica e seducente compare ancora, ma gradualmente scompare oscurata proprio da quel desiderio che intendeva afferrarla.