71ª Stagione Sinfonica Orchestra I Pomeriggi Musicali - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 04 febbraio 2016
Ore: 10:00*
giovedì 04 febbraio 2016
Ore: 21:00
sabato 06 febbraio 2016
Ore: 17:00
*I Pomeriggi in anteprima

Direttore Alessandro Cadario
Clarinetto Alessandro Carbonare
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Barber Adagio op. 11
Copland Concerto per clarinetto e orchestra
Cacciatore Meccanica dei riflessi ovvero dell’amore (Valdrada), commissione I Pomeriggi Musicali
Haydn Sinfonia n. 104

Biglietteria

Carnet Liberi di scegliere 12, 10 o 8 concerti a scelta fra le nostre proposte del giovedì sera o del sabato pomeriggio.
Segui il link alla pagina dedicata: ABBONAMENTI E CARNET

Abbonamenti Concerti in Anteprima, 18 o 10 concerti delle prove aperte il giovedì mattina.
Segui il link alla pagina dedicata: ANTEPRIME 2015/2016

Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita

Ridotti (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita

Il Cast

Direttore Alessandro Cadario
Clarinetto Alessandro Carbonare
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Note di sala

Samuel Barber (1910-1981)
Adagio per archi op. 11

Aaron Copland (1900-1990)
Concerto per clarinetto e orchestra
I. Slowly and expressively – Cadenza
II. Rather fast

* * *

Maurilio Cacciatore (1981)
Meccanica dei riflessi ovvero dell’amore (Valdrada) commissione I Pomeriggi Musicali

Franz Joseph Haydn (1732-1809)
Sinfonia n. 104 in Re maggiore “London”
I. Adagio — Allegro
II. Andante
III. Menuetto: Allegro
IV. Finale: Allegro spiritoso

Note a margine di Renato Meucci
Quanti artisti del Novecento farebbero carte false pur di assaporare per un momento l’inarrivabile successo di cui ha goduto Samuel Barber (1910- 1981) con questo Adagio op. 11? Si tratta infatti di uno dei brani più apprezzati dal pubblico a partire almeno dalla prima esecuzione per orchestra del 1938 (in origine si trattava di un tempo di un quartetto per archi) diretta nientemeno che da Toscanini. Basti dire che esso, oltre ad aver conquistato i pubblici di mezzo pianeta, è stato riutilizzato come colonna sonora in una quarantina di film e serie televisive, peraltro spesso in maniera anonima, senza un’adeguata citazione del titolo e dell’autore. Un’accoglienza unanime che rappresenta un fatto più unico che raro per la musica del Novecento, e un successo che, non dubitiamo, si ripeterà anche questa sera.

Il secondo brano, ritengo, sarà ugualmente apprezzato: scritto nel 1947-49 su commissione di Benny Goodman, il grande clarinettista jazz, questo concerto è entrato da allora di buon diritto nel grande repertorio solistico per clarinetto e si può dire che quasi tutti i virtuosi dello strumento si siano cimentati con la sua esecuzione. Si può aggiungere che mentre la musica della vecchia Europa è andata inerpicandosi nel corso del Novecento lungo sentieri sempre più ardui e scoscesi, negli Stati Uniti e più in generale nel mondo anglosassone ci si è accostati in genere a un’innovazione del linguaggio che non rifuggisse del tutto dai canoni tradizionali, o quanto meno da stilemi consolidati, il che mi pare confermato appieno da questo celebrato brano di Copland.

Haydn, liberatosi dal suo lavoro dipendente al servizio del principe Esterházy, si recò una prima volta a Londra nel 1791-92 su invito di Johann Peter Salomon, grande violinista e impresario tedesco operante nella capitale britannica dall’inizio degli anni ‘80.
Nel 1794-95 l’evento si ripeté, come pure il successo delle Sinfonie “londinesi” scritte da Haydn in occasione delle due visite, di cui l’ultima è proprio la Sinfonia n. 104 in programma stasera. Per dare una misura di cosa potesse significare questa esperienza per un compositore considerato il padre del sinfonismo e della musica da camera europea, ma pur sempre legato per tutta la vita precedente, fino al 1791, al lavoro dipendente in una casa principesca, basti riportare quanto egli annotò sul suo taccuino personale in occasione della prima esecuzione (direttore al violino G. B. Viotti, con il compositore al cembalo), il che ci dà un’idea anche dell’articolazione di una serata musicale dell’epoca: “Il 4 maggio 1795 diedi un concerto a mio beneficio nel teatro di Haymarket. La sala era piena di un pubblico scelto.  a) La prima parte della Sinfonia militare [n. 100]; Aria […]; Concerto […]; Duetto mio […]; una nuova sinfonia in Re, ossia la dodicesima e ultima di quelle inglesi; b) seconda parte della Sinfonia militare; Aria […], Concerto […], Scena nuova mia, con M.me Banti (che cantò in modo scadente). L’intera società intervenuta fu oltremodo soddisfatta, e anch’io. Ho raccolto questa sera 4000 fiorini, ciò che può avvenire solo in Inghilterra”.

MECCANICA DEI RIFLESSI OVVERO DELL’AMORE (VALDRADA)
di Maurilio Cacciatore

Il paragrafo “Le città e gli occhi” del romanzo di Calvino descrive il rapporto dei cittadini con le immagini effimere dei riflessi così profondo e intimo da sublimarsi nella corporeità degli abitanti in carne ed ossa.
Questo brano trae inspirazione dal rapporto degli abitanti della città di Valdrada, luogo al centro della storia, con i riflessi delle loro immagini. Intoccabili eppure tangibili, i riflessi sono doppi che ci accompagnano fin dall’inizio della nostra vita; siamo abituati a convivere con i nostri doppi, con le proiezioni di noi sulle superfici, con le nostre fattezze trasformate, distorte, accennate o avvilite. Restituisce alla vista la visione frontale dei nostri corpi, la prospettiva che le fattezze dei nostri occhi altrimenti non sarebbero visibili. I riflessi fanno parte del nostro corpo, anche se sono lontani; vediamo noi come altri di noi, eppure non sono. Tutte le culture hanno dato importanza al rapporto tra noi ele nostre immagini riflesse: basti solo pensare che il modo di dire “guardarsi allo specchio” sta per “guardarsi dentro di noi”.
Allora i riflessi sono corpo o sono anima? Guardare quelli degli altri è diverso dal guardare i nostri? Potremmo traslare questo discorso alle dinamiche di coppia e confrontare la nostra maniera di amare. D’altronde è ben noto: ci sono amanti che si riflettono gli uni negli altri e altri che a Valdrada non sono stati mai.