Le date
Note
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Direttore Vanni Moretto
Violoncello Erica Piccotti
Soprano Silvia Frigato
Mezzosoprano Marta Fumagalli
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Roberta Vacca
In-sonne In-canto. Un viaggio dentro Armilla, commissione I Pomeriggi Musicali
Franz Joseph Haydn
Concerto per violoncello e orchestra n. 2 in Re maggiore Hob. VII: 2
Pergolesi Stabat Mater
Biglietteria
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Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita
Ridotti (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita
Il Cast
Direttore Vanni Moretto
Violoncello Erica Piccotti
Soprano Silvia Frigato
Mezzosoprano Marta Fumagalli
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Note di sala
Roberta Vacca (1967)
In-sonne In-canto. Un viaggio dentro Armilla, commissione I Pomeriggi Musicali
Franz Joseph Haydn (1732-1809)
Concerto per violoncello e orchestra n. 2 in Re maggiore Hob. VII: 2
I. Allegro
II. Adagio
III. Rondò: Allegro
* * *
Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736)
Stabat Mater P 77 per soprano, contralto, archi e continuo
I. Stabat Mater dolorosa: Grave
II. Cuius animam gementem: Andante
amoroso
III. O quam tristis et afflicta: Larghetto
IV. Quae moerebat et dolebat: Allegro
V. Quis est homo, qui non fleret: Largo
VI. Vidit suum dulcem natum:
A tempo giusto
VII. Eia, mater, fons amoris: Andantino
VIII. Fac, ut ardeat cor meum: Allegro
IX. Sancta Mater, istud agas:
A tempo giusto
X. Fac, ut portem Christi mortem: Largo
XI. Inflammatus et accensus: AllegroXII. Quando corpus morietur: Largo assai
Note a margine di Renato Meucci
La vastissima produzione di Haydn censita nel catalogo di Hoboken (il famoso “Hob.” che di solito segue il titolo dell’opera comprende una quarantina di concerti, tra cui alcuni andati smarriti e altri considerati apocrifi. Ne scrisse di certo per pianoforte, per violino, per violoncello, per contrabbasso, per flauto, per corno, per tromba, persino per strumenti insoliti come il baryton (una sorta di viola da gamba prediletta dal principe Nikolaus Esterházy o come la lira organizzata (un marchingegno a tastiera di origine popolare, che univa il principio dell’organo a quello della corda sfregata, di cui si dilettava Ferdinando IV re di Napoli). Il Concerto n. 2 in Re maggiore per violoncello e orchestra, composto nel 1783, fu destinato al primo violoncello dell’orchestra dello stesso principe Esterházy di cui Haydn era direttore, il boemo Antonín Kraft, uno strumentista dalle qualità eccezionali. Nel 1804 fu pubblicato come op. 101, e conobbe da allora larga diffusione, al punto da sollecitare un arrangiamento per flauto a opera di C.F. Ebers, al quale, attorno al 1830, ne fu addirittura attribuita la paternità.
È possibile che nel redigere il programma di questa sera Vanni Moretto abbia tenuto conto del legame che unisce Haydn a Pergolesi per il tramite della sequenza dello Stabat Mater, messo in musica da entrambi, come pure da un manipolo di altri compositori, da Alessandro Scarlatti (della cui versione Pergolesi dovette certamente tenere conto) ad Antonio Vivaldi, a Rossini, a Schubert, solo per citarne alcuni. Resta il fatto che quello di Pergolesi è sicuramente il più noto ed eseguito, e costituì a lungo un modello di riferimento imitato e studiato da molti compositori, tra cui anche J. S. Bach, il quale compose una parodia del primo brano, sostituendo il testo latino con quello tedesco del 51° salmo. A testimonianza della popolarità dello Stabat Mater di Pergolesi cito solo che la produzione discografica lo colloca tra le opere sacre più incise, e tra quelle con cui molti grandi direttori del Novecento si sono voluti cimentare; così, dopo la prima registrazione conosciuta del 1947 (dir. Roy Henderson), ancora su supporto in gommalacca, e dopo la prima su vinile del 1958 (dir. Francesco Molinari-Pradelli), si va dalle edizioni “classiche” di Abbado (Deutsche Grammophon) fino a quelle, a partire dagli anni Novanta, influenzate dalla cosiddetta prassi “storicamente informata” (dir. Fabio Biondi, Christophe Rousset, Rinaldo
Alessandrini, e molti altri).
In-sonne In-canto. Un viaggio dentro Armilla
Cos’è in-visibile? “Chi comanda al racconto non è la voce: è l’orecchio.” (I.C.)
Fluidità sonore s’insinuano nell’apparente immobilismo superficiale, figure leggere sgorgano da una malinconica vena sotterranea alla ricerca della luce, un lamento emerge trasformandosi in un lieve canto per avvolgerci, con delicatezza, nel sole.
“Le città, come i sogni, sono costruite di desideri e di paure. Forse questo [..] esiste solo all’ombra delle nostre palpebre abbassate.” (I.C.)
Roberta Vacca
Stabat Mater
Stabat Mater dolorosa
iuxta crucem lacrimosa,
dum pendebat Filius.
Cuius animam gementem,
contristatam et dolentem
pertransívit gladius.
O quam tristis et afflicta
fuit illa benedicta
Mater Unigeniti!
Quae moerebat et dolebat,
et tremebat cum videbat
nati poenas inclyti.
Quis est homo, qui non fleret,
Christi Matrem si videret
in tanto supplício?
Quis non posset contristari,
Piam Matrem contemplari
dolentem cum Filio?
Pro peccatis suae gentis
vidit Jesum in tormentis
et flagellis subditum.
Vidit suum dulcem natum
morientem desolatum,
dum emisit spiritum.
Eia, mater, fons amoris,
me sentíre vim doloris
fac, ut tecum lugeam.
Fac, ut ardeat cor meum
in amando Christum Deum,
ut sibi complaceam.
Sancta Mater, istud agas,
crucifíxi fige plagas
cordi meo valide.
Tui Nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
poenas mecum divide.
Fac me tecum piae flere,
Crucifíxo condolere
donec ego vixero.
Iuxta crucem tecum stare,
et libenter sociare
in planctu desidero.
Virgo virginum praeclara,
mihi iam non sis amara,
fac me tecum plangere.
Fac, ut portem Christi
mortem,
passionis fac me sortem
et plagas recolere.
Fac me plagis vulnerari,
cruce hac inebriari
ob amorem Filii.
Inflammatus et accensus,
per te, Virgo, sim defensus
in die iudicii.
Fac me cruce custodiri
morte Christi praemuniri,
confoveri gratia.
Quando corpus morietur,
fac, ut animae donetur
paradísi gloria.
Amen.
Stabat Mater
La Madre addolorata stava
in lacrime presso la Croce
su cui pendeva il Figlio.
E il suo animo gemente,
contristato e dolente
era trafitto da una spada.
Oh, quanto triste e afflitta
fu la benedetta
Madre dell’Unigenito!
Come si rattristava, si doleva
e tremava vedendo
le pene del celebre Figlio!
Chi non piangerebbe
al vedere la Madre di Cristo
in tanto supplizio?
Chi non si rattristerebbe
al contemplare la pia Madre
dolente accanto al Figlio?
A causa dei peccati del suo popolo
Ella vide Gesù nei tormenti,
sottoposto ai flagelli.
Vide il suo dolce Figlio
che moriva, abbandonato da tutti,
mentre esalava lo spirito.
Oh, Madre, fonte d’amore,
fammi provare lo stesso dolore
perché possa piangere con te.
Fa’ che il mio cuore arda
nell’amare Cristo Dio
per fare cosa a lui gradita.
Santa Madre, fai questo:
imprimi le piaghe del tuo
Figlio crocifisso
fortemente nel mio cuore.
Del tuo figlio ferito
che si è degnato di patire per me,
dividi con me le pene.
Fammi piangere intensamente con te,
condividendo il dolore del Crocifisso,
finché io vivrò.
Accanto alla Croce desidero stare
con te, in tua compagnia,
nel compianto.
O Vergine gloriosa fra le vergini
non essere aspra con me,
fammi piangere con te.
Fa’ che io porti la morte di Cristo,
avere parte alla sua passione
e ricordarmi delle sue piaghe.
Fa’ che sia ferito delle sue ferite,
che mi inebri con la Croce
dell’amore del tuo Figlio.
Che io non sia bruciato dalle fiamme,
che io sia, o Vergine, da te difeso
nel giorno del giudizio.
Fa’ che io sia protetto dalla Croce,
che io sia fortificato dalla morte di Cristo,
consolato dalla grazia.
E quando il mio corpo morirà
fa’ che all’anima sia data
la gloria del Paradiso.
Amen.