Le date
Note
Il concerto sarà eseguito anche venerdì 4/3 ore 20.45, Mantova, Teatro Sociale. Per informazioni:
Direttore e pianoforte Louis Lortie
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Sciortino Fedora, commissione I Pomeriggi Musicali
Mozart Concerto per pianoforte e orchestra n. 22 K 482
Schubert Sinfonia n. 4 D 417 “Tragica”
Biglietteria
Carnet Liberi di scegliere 12, 10 o 8 concerti a scelta fra le nostre proposte del giovedì sera.
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Abbonamenti Concerti in Anteprima, 18 o 10 concerti delle prove aperte il giovedì mattina.
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Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita
Ridotti (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita
Il Cast
Direttore e pianoforte Louis Lortie
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Note di sala
Orazio Sciortino (1984)
Fedora commissione I Pomeriggi Musicali
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)Concerto per pianoforte e orchestra n. 22 in Mi bemolle maggiore K 482
I. Allegro
II. Andante
III. Allegro
* * *
Franz Schubert (1797-1828)
Sinfonia n. 4 in do minore D 417 “Tragica”
I. Adagio molto – Allegro vivace
II. Andante
III. Menuetto: Allegro vivace
IV. Allegro
Note a margine di Renato Meucci
Dopo il concerto per due pianoforti del programma precedente, la Stagione ci propone ora un altro dei capisaldi del repertorio concertistico per pianoforte e orchestra di Mozart, il Concerto n. 22 (K. 482). Esso risale al 1785 e fa parte con i due che lo precedono (K. 266 e 267), come pure i due successivi (K. 488 e 491), dei cosiddetti “concerti sinfonici” di Mozart, composizioni di vasto respiro e impegno orchestrale non da ultimo per l’ampio organico che si arricchisce dei due clarinetti (al punto che sono stati anche chiamati “concerti con clarinetti”) comprendendo anche trombe e timpani; del tutto nuovo è inoltre il ruolo dei due corni, soprattutto all’inizio (il tema principale del terzo movimento potrebbe essere addirittura scambiato per il terzo tempo del Concerto per corno K. 447). Insomma, la strumentazione di questo concerto attesta una fase “sinfonica”, che strizza l’occhio agli impieghi successivi, in particolare di Beethoven, e persino a quelli romantici. Resta il tempo di mezzo: una perla di lirismo per il quale fu richiesto il bis alla prima esecuzione, fatto del quale l’ormai attempato Leopold Mozart si stupì (ma non noi, visto che vorremmo sempre riascoltarlo…).
Fu nell’aprile del 1816, all’età di 19 anni, che Schubert completò questa sinfonia, la prima da lui scritta in tonalità minore, notoriamente adatta a esprimere sentimenti più melanconici e tragici, come appunto sottolineato dal titolo “Tragica” apposto alla fine dallo stesso autore. Questa inconsueta decisione di intitolare la sinfonia, sebbene solo con un postscriptum, ha dato motivo ai biografi di mettere in campo le più svariate giustificazioni, tra cui prevale quella che vede nella scelta del titolo e della tonalità un parallelo alla Quinta Sinfonia di Beethoven (ugualmente in Do minore). Singolare destino quello di Schubert, morto a 31 anni probabilmente senza aver mai ascoltato questa sinfonia e di certo senza aver modo di udire le due ultime e più famose, la “Grande” e la “Incompiuta”. La critica successiva si è esibita in giudizi di segno contrastante riguardo alle sue prime opere sinfoniche: da chi vi ha visto una sensibilità profetica e la capacità di presagire tutti i fondamentali canali espressivi del nascente romanticismo, come Dvořák, che riconosceva alle sue prime sinfonie “originalità inventiva nella formulazione delle melodie… nell’armonizzazione degli accordi… nei dettagli dell’orchestrazione”, a chi la pensava invece decisamente all’opposto, come Brahms, che ha dichiarato semplice rispetto per questo repertorio, ritenendo che tali sinfonie “non vadano pubblicate ma conservate solo per pietà”. Come sempre, i gusti sono vari; figuriamoci quelli degli artisti.
FEDORA
di Orazio Sciortino
Scrivere un lavoro musicale ispirato a “Le città invisibili” di Calvino porta il compositore a ripensare il ruolo dell’ascoltatore come partecipante attivo della performance musicale, così come in rapporto all’opera letteraria, il lettore ha un ruolo attivo nel processo necessario dell’immaginazione. Cuore della composizione è infatti un gioco di combinazioni timbriche e di agglomerati armonici che si susseguono e si ripetono nel corso del brano, ma ogni volta vengono reinterpretate, rilette, riproposte. All’ascoltatore è affidato il compito di discernere, di riconoscere, di reinterpretare, di scrutare da diverse angolazioni della propria percezione, gli eventi sonori da cui è invaso. Ogni tassello costruttivo del brano deriva da ciò che lo precede e influenza la costruzione di ciò che segue ma costituisce un’identità in sé, un mondo dal quale potrebbe scaturire un altro e indipendente lavoro.