Le date
Note
Il concerto sarà eseguito anche
venerdì 11marzo alle ore 21.00 al Teatro Fraschini di Pavia
Direttore e violino Stefano Montanari
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Mehdi Khayami
La città infelice, Raissa, commissione I Pomeriggi Musicali
Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto per violino e orchestra n. 3 in Sol maggiore K 216
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 7 in La maggiore op. 92
Biglietteria
Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita
Ridotti (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita
Il Cast
Direttore e violino Stefano Montanari
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Note di sala
Mehdi Khayami (1980)
La città infelice, Raissa, commissione I Pomeriggi Musicali
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Concerto per violino e orchestra n. 3 in Sol maggiore K 216
I. Allegro
II. Adagio
III. Rondeau: Allegro
* * *
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Sinfonia n. 7 in La maggiore op. 92
I. Poco sostenuto – Vivace
II. Allegretto
III. Presto
IV. Allegro con brio
Note a margine di Renato Meucci
Fin dai suoi esordi concertistici ho sempre pensato che Stefano Montanari non si sarebbe fermato a essere un prodigioso violinista e direttore di complessi di musica barocca, ma che ben presto, alla stregua di altri “antichisti”, si sarebbe cimentato nella direzione di complessi orchestrali di lunga tradizione, come appunto i Pomeriggi Musicali. Oltre che con il suo violino lo
vedremo dunque impegnato da direttore di uno dei più bei concerti solistici di Mozart, il Terzo in Sol maggiore, che va ad aggiungersi al Quinto ascoltato in questa stessa sede qualche mese fa. Il Concerto K. 216 del 1775 si presenta nella tradizionale suddivisione in tre tempi, su due dei quali eviterò di soffermarmi per limiti di spazio, mentre vorrei
richiamare la vostra attenzione sul tema del movimento centrale, perché qui a me sembra che vengano aperte le porte a una nuova espressività dello strumento solista; e che Mozart ne fosse pienamente cosciente mi pare sottolineato dalla sostituzione dei due oboi con i flauti, come pure dall’impiego degli archi con sordina, sicuramente per rendere più contenuto il suono dell’orchestra rispetto al solista, il quale nell’ultima parte dell’Adagio si abbandona a una meditazione che raggiunge livelli superiori di evocazione e di introspezione, bruscamente interrotta all’arrivo dell’Allegro.
La Settima di Beethoven venne eseguita per la prima volta l’8 dicembre 1813, insieme con La vittoria di Wellington op. 91, nella grande Redoutensaal dell’Università di Vienna come concerto di beneficenza per i combattenti anti-napoleonici sotto la direzione di Beethoven e con un successo davvero rimarchevole.
Nella prima esecuzione come pure nella seconda, il 12 dicembre, il pubblico richiese il bis del secondo tempo e il segretario di Beethoven, Anton Schindler, commentò: “Le esplosioni di giubilo nella sinfonia in La maggiore e nella Battaglia di Vittoria […] superarono tutto quello che si era vissuto fino a quel momento nella sala da concerto”. L’orchestra, organizzata secondo le direttive di Beethoven, comprendeva musicisti del calibro di Romberg, Spohr, Hummel, Meyerbeer, Salieri e probabilmente Mauro Giuliani, che suonava il violoncello. Nel ringraziare gli orchestrali Beethoven dichiarò: “Abbiamo sperimentato tutti nient’altro che il puro sentimento di patriottismo e il gioioso sacrificio delle nostre forze per coloro che così tanto hanno sacrificato per noi”, un commento particolarmente adeguato al descrittivismo sonoro del brano di ispirazione militare (con tanto di cannonate, fucilate e fanfare!).
La città infelice, Raissa
di Mhedi Khayami
Il brano ha un carattere fisso e meditativo. La città infelice è stata scritta sulla base di poco materiale sonoro e il processo del cambiamento è fatto con calma e morbidezza. Due materiali sonori diversi sono stati usati in questo lavoro, che creano l’atmosfera. Si parte dal contrasto e dalla separazione e si arriva al coordinamento e al dialogo, per raggiungere infine la pace.
L’idea è concentrata sulla frase di Italo Calvino: “a ogni secondo la città infelice contiene una città felice che nemmeno sa d’esistere”.