Le date
Note
I Carnet saranno in vendita presso la:
Biglietteria del Teatro dal Verme (via san Giovanni sul Muro, 2 – Milano) dal martedì al sabato dalle ore 11:00 alle ore 18:00
Direttore Donato Renzetti
Violino Aylen Pritchin
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Concerto in collaborazione con Gioventù Musicale
Ravera Nuova composizione (Smeraldina), commissione I Pomeriggi Musicali
Čaikovskij Concerto per violino e orchestra op. 35
Dvorak Sinfonia n. 8 op. 88
Biglietteria
Carnet Liberi di scegliere 12, 10 o 8 concerti a scelta fra le nostre proposte del giovedì sera.
Segui il link alla pagina dedicata: ABBONAMENTI E CARNET
Abbonamenti Concerti in Anteprima, 18 o 10 concerti delle prove aperte il giovedì mattina.
Segui il link alla pagina dedicata: ANTEPRIME 2015/2016
Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita
Ridotti (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita
Il Cast
Direttore Donato Renzetti
ViolinoAylen Pritchin
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Concerto in collaborazione con Gioventù Musicale
Note di sala
Alessandra Ravera (1977)
Smeraldina commissione I Pomeriggi Musicali
Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893)
Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 35
I. Allegro moderato — Moderato assai
II. Canzonetta: Andante
III. Finale: Allegro vivacissimo
* * *
Antonín Dvořák (1841-1904)
Sinfonia n. 8 in Sol maggiore op. 88
I. Allegro con brio
II. Adagio
III. Allegretto grazioso – Molto vivace
IV. Allegro non troppo
Note a margine di Renato Meucci
Molti anni fa suonavo a Milano nell’orchestra dell’Angelicum (sì, quella cui si devono storiche incisioni discografiche e dalla cui costola è sorta Milano Classica) e ricordo con vivida impressione Igor Oistrakh e le prove per l’esecuzione del Concerto op. 35 di Čajkovskij; il grande solista a pochi passi da me, il corpo lievemente reclinato all’indietro affrontava con disarmante semplicità le ardue scalate dei passi solistici di questo concerto, tanto affascinante quanto impervio. Da allora avrò ascoltato non so quante volte questo brano, ma sarà stata la giovane età, sarà stato l’alone quasi mitico che circondava il solista, ogni volta non posso far a meno di ricordare quelle prove e quel concerto di allora. Il brano fu accolto però a suo tempo nel peggiore dei modi, soprattutto dal suo dedicatario Leopold Auer, il quale si rifiutò di affrontare la parte solistica ritenendola ineseguibile e anti-violinistica, ma anche dal celebre critico Eduard Hanslick, che lo bollò nei termini più esecrabili. Auer ebbe modo di pentirsi e di tornare sui suoi passi, non so Hanslick, ma è certo che questo è oggi uno dei concerti violinistici più conosciuti, più ascoltati e in assoluto più eseguiti (nel nostro caso l’interprete è il pluridecorato giovane russo Aylen Pritchin).
Cambiamo orizzonte per recarci dalle parti della Cattedrale di S. Vito, dove un oramai affermatissimo Antonín Dvořák – siamo nel 1890 – presentò al pubblico di Praga, dirigendola egli stesso, l’Ottava Sinfonia, una delle sue tre più riuscite e più apprezzate, di poco precedente la più celebre, la n. 9 Dal nuovo mondo. Il successo fu immediato e duraturo, espandendosi in breve in Germania e in Inghilterra, grazie anche alla particolare ammirazione del grande direttore Hans Richter che ne divenne una sorta di paladino e che la presentò anche in prima esecuzione a Vienna, commentando così la serata in una lettera allo stesso Dvořák: “Di questa esecuzione si sarebbe certamente rallegrato; noi tutti abbiamo riconosciuto che si tratta di un lavoro davvero magnifico; per questo eravamo così presi dall’entusiasmo. Il successo è stato unanime e molto sentito”. E non dubito che l’effetto si ripeterà anche questa sera.
SMERALDINA
di Alessandra Ravera
Smeraldina rappresenta la conoscenza, il desiderio di esplorare le diverse strade possibili della vita e il coraggio che ci vuole nel seguirle, capendo che le scelte non sono giuste o sbagliate ma è il modo di viverle che dà loro un significato. Le idee musicali si svelano quindi scorrendo su un filo che si dilata e si restringe attraverso momenti di luce e ombra, coinvolgendo l’orchestra in un processo continuo di rigenerazione degli eventi come una sorta di metamorfosi costante del flusso della vita.