Le date
Note
I Carnet sono in vendita presso:
Biglietteria del Teatro dal Verme (via san Giovanni sul Muro, 2 – Milano)
dal martedì al sabato dalle ore 11:00 alle ore 18:00
Direttore Aldo Ceccato
Pianoforte Pietro De Maria
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Chopin Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra
Guastella Zaira tra le misure del suo spazio, commissione I Pomeriggi Musicali
Schumann Sinfonia n. 4 (rev. Mahler)
Biglietteria
Carnet Liberi di scegliere 12, 10 o 8 concerti a scelta fra le nostre proposte del giovedì sera.
Segui il link alla pagina dedicata: ABBONAMENTI E CARNET
Abbonamenti Concerti in Anteprima, 18 o 10 concerti delle prove aperte il giovedì mattina.
Segui il link alla pagina dedicata: ANTEPRIME 2015/2016
Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita
Ridotti (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita
Il Cast
Direttore Aldo Ceccato
Pianoforte Pietro De Maria
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Note di sala
Frédéric Chopin (1810-1849)
Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in mi minore op. 11
I. Allegro maestoso
II. Larghetto
III. Rondò: Vivace
Virginia Guastella (1979)
Zaira tra le misure del suo spazio, commissione I Pomeriggi Musicali
* * *
Robert Schumann (1810-1856)
Sinfonia n. 4 in re minore op. 120 (rev. Mahler)
I. Ziemlich langsam – Lebhaft
II. Romanze: Ziemlich langsam
III. Scherzo: Lebhaft
IV. Langsam – Lebhaft
Zaira tra le misure del suo spazio
Nel mio brano “gli avvenimenti del passato”, come scrive Italo Calvino, diventano ricordi di un melodismo passato che, in frammenti, si dipana nello spazio orchestrale, a tratti cameristico e parossistico. La mia città invisibile, ma sonora, contiene il passato e lo filtra come fa la memoria con i ricordi: ne muta i contorni, i tratti e li trasferisce in una dimensione altra. Il passato è anche quello del repertorio musicale tradizionale rappresentato dai motivi dalla Quarta Sinfonia di Schumann, che scompongo ed assemblo in nuovi equilibri formali del presente.
Virginia Guastella
Note a margine di Renato Meucci
I due concerti per pianoforte e orchestra di Chopin furono scritti quasi contemporaneamente nel 1829-30 e hanno goduto di enorme popolarità come anche di una critica sostanziale: essi erano destinati ad aprire la carriera di Chopin come compositore, ma la sua scarsa abilità di orchestratore sembrava non reggere il confronto con le vette raggiunte dal suo magistero pianistico. In effetti più che di una pagina sinfonica con pianoforte e orchestra il Concerto n. 1 costituisce un grande assolo pianistico con un impegnativo sottofondo orchestrale che emerge nei rari momenti in cui il pianoforte smette di suonare (in maniera rilevante solo nella lunga introduzione del primo movimento). Come non riconoscere dunque una dose di verità in queste critiche, che nulla tolgono all’abilità e alla fama del grande pianista polacco, ma non poco alla sua arte di orchestratore? Di fatto vi sono in questo Concerto n. 1 momenti di rara bellezza – giudicate voi stessi soprattutto la Romanza centrale – ma questi si trovano appunto nella parte del pianoforte solista e mai in quella di un altro strumento dell’orchestra. Insomma, si potrebbe sintetizzare: lasciamo a Chopin quel che è di Chopin, ossia il pianoforte.
La Quarta Sinfonia di Schumann è un capolavoro che presenta tuttavia una certa discontinuità, e forse per questo non è la più gettonata tra le sinfonie di Schumann; tra le sue peculiarità vorrei additare in particolare il terzo tempo (Scherzo) che inizia con un’atmosfera incisiva e quasi marziale, cui se ne oppone un’altra mirabilmente calma e sognante. So che non tutti sarebbero d’accordo nell’assegnare la preferenza proprio a questo terzo tempo, ma io lo adoro. Perdonate! (e attenzione: il quarto inizia senza alcuna interruzione).
Infine una parola su Aldo Ceccato, il decano dei nostri direttori d’orchestra, ancora in forma smagliante e con l’agenda piena fino al 2016 (come ha dichiarato egli stesso l’anno scorso in occasione dei suoi ottant’anni). Di lui si potrebbe dire, senza esagerazione, che si è esibito in ogni parte del mondo e con tutti i più grandi concertisti.