72ª Stagione Sinfonica Orchestra I Pomeriggi Musicali - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 09 febbraio 2017
Ore: 10:00*
giovedì 09 febbraio 2017
Ore: 21:00
sabato 11 febbraio 2017
Ore: 17:00
*I Pomeriggi in anteprima

Direttore e violino: Stefano Montanari
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Martinotti, Bagatella, per violino e orchestra – commissione I Pomeriggi Musicali; Respighi, Gli uccelli; Beethoven, Sinfonia n. 5 in Do minore op. 67

Biglietteria

BIGLIETTI SINGOLI CONCERTI

Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita

Ridotti
(Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita

Il Cast

Direttore e violino: Stefano Montanari
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Note di sala

Stefano Martinotti
Bagatella, per violino e orchestra

Ottorino Respighi
Gli uccelli
Preludio (da Bernardo Pasquini)
La colomba (da Jacques de Gallot)
La gallina (da Jean-Philippe Rameau)
L’usignolo (da un anonimo inglese)
Il cucù (da Bernardo Pasquini)

Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 5 in do minore op. 67
Allegro con brio
Andante con moto
Scherzo: Allegro
Allegro

Note a margine Renato Meucci
Stefano Martinotti è un compositore e direttore d’orchestra, apprezzato interprete in quest’ultima veste del repertorio contemporaneo con prime esecuzioni di Marco Betta, Carlo Boccadoro, Gabriele Comeglio, Filippo Del Corno, Carlo Galante, Emilio Galante, Cesare Picco, Fausto Romitelli, Giovanni Sollima, Andris van Rossen. Come compositore ha collaborato con la Civica orchestra di fiati di Milano, e sue composizioni e lavori di strumentazione e trascrizione sono stati eseguiti da vari complessi tra cui l’orchestra “Guido Cantelli”, l’orchestra “I Pomeriggi Musicali di Milano” e il Quartetto Capriccio.

Martinotti è però anche uno dei componenti dell’orchestra dei Pomeriggi Musicali e questo mi dà lo spunto di toccare un argomento che sarebbe stimolante dibattere con i componenti di lunga data dell’orchestra, con la quale collaborai a lungo anch’io nella notte dei tempi: proprio riguardo al lavoro orchestrale, enormemente cambiato nel corso degli ultimi anni.

Innanzitutto per l’elevatissima qualità dei giovani orchestrali, giacché nonostante quanto dicano i soloni della decadenza dei conservatori di musica italiani, a me sembra di poter sostenere esattamente il contrario; basta assistere a un concorso o a un’audizione per professore d’orchestra (e lo stesso si potrebbe dire dei concorsi pianistici e vocali) per constatare un livello davvero invidiabile. Come ha dimostrato anche un lungo servizio della rivista Amadeus di qualche mese fa, dedicato al successo dei musicisti italiani nelle orchestre straniere (segno che quelle italiane sono troppo poche per assorbirli tutti).

Ma veniamo al programma di oggi. In particolare con il poema sinfonico Gli uccelli di Respighi, del 1928, che, con le sue cinque sezioni ispirate da altrettante musiche del passato, si presterebbe a un più ampio ragionamento su questo singolare compositore. Innanzitutto vediamo quali sono: a) il preludio, basato su un brano di Bernardo Pasquini, celeberrimo cembalista dell’epoca di Corelli; b) la colomba, basato su una musica di Jacques Gallot, liutista e compositore francese di piena epoca barocca; c) la gallina, su musiche di Rameau; d) l’usignolo, basato sul canto popolare Engels Nachtegaeltje (usignolo inglese, ma in realtà inglese è la melodia trascritta nel Seicento in una raccolta di Jacob van Eyck); infine, e) il cucù, di nuovo su un tema di Pasquini. Respighi, con i suoi poemi sinfonici in particolare, è l’autore italiano del primo Novecento che gode di maggior popolarità all’estero, anzi è forse l’unico sinfonista italiano a poter vantare un tale primato. Che si tratti di una ricaduta delle sue esperienze all’estero? Mi pare infatti che coloro la cui attività si sia svolta prevalentemente in Italia durante il Ventennio siano guardati da noi, in primis, ma anche Oltralpe, con uno scetticismo che non colpisce chi fu attivo all’estero in quel periodo. Un ostracismo che nulla ha a che vedere con il valore musicale, a quanto pare.

Ho cercato in varie occasioni di spiegare come alcune opere rappresentino con la loro stessa forma e per i loro stessi contenuti veri e propri simboli della loro epoca, nel più dei casi perché ne interpretano in maniera particolarmente suggestiva alcune caratteristiche; né più né meno di certe frasi che attecchiscono e rimangono nel linguaggio comune, mentre un’infinità di altre lasciano il tempo che trovano. Ebbene, la Quinta sinfonia di Beethoven, iniziata già nel 1804 ma completata tra la fine del 1807 e l’inizio del 1808, fa parte naturalmente del primo gruppo. Fin dalla sua comparsa e fino a buona parte del XX secolo, la critica ha voluto riconoscere in quest’opera – e non senza buone ragioni – una sorta di apoteosi della lotta dell’uomo contro le avversità e una sorta di elogio dell’umanità. Un’interpretazione che l’accomuna alla Nona sinfonia e che ha anche interessanti conferme: innanzitutto il famoso tema iniziale del “destino che bussa alla porta” e poi, soprattutto, l’interpretazione del passaggio dalla tonalità minore (che imprime un carattere mesto e melanconico) a quella maggiore, che le conferisce un tono energico e maestoso. Insomma, Beethoven come interprete del progresso dell’umanità? No, per favore: semmai Beethoven come simbolo del positivismo romantico, che ha riconosciuto nella sua musica addirittura un modello etico, oggi piuttosto superato.

Una parola infine su Stefano Montanari, uno dei più poliedrici musicisti partiti dalla musica antica e ormai da anni nell’orbita delle grandi sale da concerto, con incursioni nel repertorio contemporaneo, e con il meritato successo, giustificato dal suo grande talento.

Bagatella per violino e orchestra, prima assoluta. Commissione I Pomeriggi Musicali
«L’organico orchestrale della “Bagatella“ è quello della Quinta di Beethoven cui si aggiungono un’arpa e una celesta necessarie per “Gli uccelli“ di Respighi, sfruttando così tutte le risorse schierate per il programma della serata. Il valore aggiunto è costituito dal violino solista di Stefano Montanari, a cui è dedicato il pezzo».

Stefano Martinotti

STEFANO MONTANARI Direttore d’ orchestra e Violino
Diplomatosi in violino e pianoforte con il massimo dei voti e lode, ottiene il diploma di alto perfezionamento in musica da camera con Pier Narciso Masi presso l’Accademia Musicale di Firenze e il diploma di solista con Carlo Chiarappa presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano. Per diversi anni primo violino concertatore dell’Accademia Bizantina di Ravenna, ensemble specializzato in musica antica, con cui ha effettuato tournée in tutto il mondo, collabora inoltre con i più importanti esponenti nel campo della musica antica ed è docente di violino barocco presso l’Accademia Internazionale della Musica di Milano. È stato inoltre docente dei Corsi di alto perfezionamento di Musica Antica di Urbino, nonché del corso di II livello di violino barocco presso il Conservatorio “Dall’Abaco” di Verona. E’ da diversi anni direttore del progetto giovanile europeo “Jugendspodium Incontri musicali Dresda- Venezia”. E’ stato protagonista nel 2007 e nel 2011 del Concerto di Natale e del concerto per la Festa della Repubblica al Senato della Repubblica Italiana, dove si è esibito in veste di direttore e solista eseguendo Le Quattro Stagioni di Vivaldi con l’orchestra barocca di Santa Cecilia di Roma, in diretta Eurovisione. All’attività di solista, affianca quella di direttore: dirige regolarmente nella stagione del Teatro Donizetti di Bergamo (Don Gregorio, L’Elisir d’amore e Don Pasquale di Donizetti,La Cecchina di Piccinni) e ha inoltre diretto Don Pasquale di Donizetti al Teatro Coccia di Novara e L’Elisir d’amore al Teatro del Giglio di Lucca. Viene invitato regolarmente dal Teatro La Fenice di Venezia, dove ha diretto L’inganno felice di Rossini, Così fan tutte di Mozart, la Messa in si minore di Bach e diversi concerti in veste di solista-direttore. Tra gli altri suoi impegni passati segnaliamo: Così fan tutte, Nozze di Figaro, Don Giovannie Carmen all’Opéra de Lyon; Semiramide Riconosciuta di Porpora al Festival di Beaune, alla testa dell’Accademia Bizantina; Don Giovanni all’Opera Atelier di Toronto; Così fan tutte al Teatro Donizetti di Bergamo. Intensa anche la sua attività alla tastiera, che lo impegna regolarmente come direttore dal cembalo e dal fortepiano (L’Elisir d’amore e La Cecchina al Teatro Donizetti di Bergamo; Don Giovanni di Mozart all’Opera Atelier di Toronto; diversi concerti con Accademia Bizantina). È stato protagonista anche in veste di accompagnatore d’eccezione su tastiere storiche: al fortepiano, ha accompagnato Marianna Pizzolato in una concerto dedicato alla musica da camera di Rossini per l’apertura della stagione degli Amici della Musica di Firenze. E’ stato protagonista di un concerto dedicato alle Sonate e partite per violino solo di Bach a Taranto, programma che riproporrà anche a Treviso. E’ tornato quindi all’Opéra de Lyon dove ha diretto Die zauberfloete e Le Comte Ory; ha quindi riscosso grande successo di pubblico e critica per la sua lettura di Dido and Aeneas al Teatro Ristori di Padova e de La cambiale di matrimonio e L’Elisir d’Amore alla Fenice di Venezia e de Il Barbiere di Siviglia a Palermo. Ha preso parte quindi ad un’importante tournée in Australia con il Brandeburg Consort. Ha inoltre diretto Stabat Mater di Rossini e Casanova Remix, balletto su musiche barocche al filarmonico di Verona; una serie di concerti alla Fenice di Venezia e Così fan tuttee La clemenza di Tito al Bolshoi di Mosca. Più recentemente ha diretto L’Eritrea di Cavalli, Don Giovanni e L’Inganno Felice alla Fenice di Venezia; Il Barbiere di Siviglia alle Terme di Caracalla a Roma. Ha inoltre riscosso il plauso di pubblico e critica per la sua lettura de IlViaggio a Reims nuova produzione alla Dutch National Opera & Ballet di Amsterdam con la regia firmata da Damiano Michieletto. Stefano Montanari tornato quindi a Firenze dove è stato impegnato nel Dido & Aeneas e nella Messa in Si Minore oltre che in una serie di concerti barocchi, ed in seguito nuovamente a Verona dove ha diretto Il Barbiere di Siviglia al Filarmonico e Don Giovanni all’Arena. Più recentemente è stato protagonista de Le nozze di Figaro nel circuito Aslico; ha eseguito le Sonate e Partite di Bach a Stresa. Ha inoltre diretto una serie di concerti a Milano con I Pomeriggi Musicali, a Torino con la Filarmonica del Teatro Regio, a Montreal con la Arion Baroque Orchestra e al Teatro Real di Madrid con Andreas Scholl. Particolarmente interessante la sua nuova collaborazione con il Pomo d’Oro, che ha diretto e dirigerà in una serie di concerti e nuovi progetti operistici in prestigiose piazze europee. Da ricordare: Rinaldo di Händel a Bruxelles, Parigi e Karlsrhue e un concerto a Grenoble. Per quanto riguarda gli impegni venturi ricordiamo Die Entführung aus dem Serail, Alceste, Don Giovanni (in tournée in Oman) e una serie di concerti a Lione; un concerto a Palazzo Pitti con l’Orchestra dell’opera di Firenze; L’Elisir d’Amore, Il Barbiere di Siviglia e concerti sinfonici al Teatro la Fenice a Venezia; Stabat Mater di Rossini con la Warsaw Philarmonic Orchestra a Varsavia; serie di concerti a Milano con l’Orchestra Verdi; Agrippina e La clemenza di Tito ad Anversa; Il Viaggio a Reims al Teatro dell’Opera di Roma. Ha inciso per le case discografiche Foné, Frequenz, Denon, Opus 111, Naïve, Erato, Virgin, Tactus, Astrée, Thymallus, Symphonia, Bottega discantica, Decca, Oiseau Lyre, Arts. La sua incisione delle Sonate Op. 5 di Corelli ha ottenuto il Diapason d’or in Francia e numerosi riconoscimenti e premi internazionali. Nel 2007 e nel 2010 è risultato vincitore del premio Internazionale MIDEM, come miglior disco dell’anno di musica barocca. Per la casa editrice musicale Carisch ha curato “Metodo per violino Barocco”.