Le date
Note
Direttore e violoncello: Nicolas Altstaedt
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Haydn, Concerto per violoncello n. 1 in Do maggiore Hob. VIIb:1
Schubert, Sinfonia n. 9 in Do maggiore D 944 “La Grande”
Biglietteria
BIGLIETTI SINGOLI CONCERTI
Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita
Ridotti (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita
Il Cast
Direttore e violoncello: Nicolas Altstaedt
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Note di sala
Franz Joseph Haydn
Concerto per violoncello n. 1 in Do maggiore Hob.VIIb:1
Moderato
Adagio
Finale: Allegro molto
Franz Schubert
Sinfonia n. 9 in Do maggiore D 944 “La Grande”
Andante – Allegro, ma non troppo – Più moto
Andante con moto
Scherzo: Allegro vivace – Trio
Allegro vivace
Note a margine di Reanato Meucci
Se per caso avete un dubbio su cosa possa considerarsi un concerto solistico in stile classico, eccovi allora l’occasione per averne un’idea compiuta e addirittura esemplare. Il Concerto per violoncello n. 1 in Do maggiore di Haydn è infatti costruito nella maniera migliore per consolidare l’idea della forma-sonata, sulla quale sono impiantati tutti e tre i movimenti. Nel primo assistiamo anche a quella che potrebbe essere considerata una singolare eccezione: il secondo tema, infatti, invece di essere in un’altra tonalità è nella stessa tonalità del primo; vi è poi un’estesa sezione centrale durante la quale i due temi vengono riproposti con lievi varianti (in seguito – soprattutto con Mozart e Beethoven – questa riproposta avverrà con differenze molto più sostanziali). Non manca quindi una cadenza, all’epoca luogo deputato per un’esibizione estemporanea di virtuosismo solistico, oggi invece di solito priva di qualsiasi improvvisazione. La singolare invenzione del secondo tempo è il reimpiego del primo tema in una versione adattata all’andamento lento, che come ascolterete si rivela perfettamente adatta allo scopo. Tralascio il finale che è una sorta di esplosione di virtuosismo, evidentemente ispirato dal grande violoncellista Joseph Franz Weigl, che lavorava nell’orchestra degli Esterházy, quella stessa in cui Haydn era maestro di cappella.
Il concerto fu riscoperto circa 200 anni dopo la sua stesura, nel 1961, e da allora è diventato velocemente uno dei più noti ed eseguiti, con cui si sono cimentati i più grandi violoncellisti del pianeta, offrendone memorabili incisioni, da Jacqueline du Pré a Rostropovich, da Yo-Yo Ma a Misha Maisky.
Ma io approfitto dell’occasione per introdurre un argomento di portata più ampia: la forma-sonata come metafora del principio dialettico, nella sua forma più alta. Pensate: un tema, e poi un secondo tema pienamente contrastanti nel carattere; segue una sezione di sviluppo in cui il primo tema (o argomento) viene elaborato, come spesso il secondo, intrecciandosi tra di loro e formando le più varie elaborazioni; infine ritornano brevemente e, nel caso del concerto, lasciano lo spazio per una libera improvvisazione o variazione del solista, prima della conclusione risolutiva e affermativa.
Qui c’è, mi pare, la ricaduta del pensiero idealistico di Hegel, che non a caso ha dominato la filosofia tedesca tra XVIII e XIX sec.: due (o più) concetti in antitesi si confrontano in maniera dialettica, per poi ritrovarsi conciliati in uno solo. E se il parallelo è credibile, come lo è, bene allora dobbiamo ammettere – e lo ammettiamo volentieri – che il prodotto artistico è sempre in relazione con la concezione e la “struttura” dell’epoca che lo ha prodotto.
Una parola infine su Jacquelin du Pré (1945-1987), tra i migliori interpreti di questo concerto: memorabile la sua interpretazione di allora (e – per inciso – non credo affatto all’ignobile operazione editoriale del fratello e della sorella, in A genious in the family).
Due parole ora sulla Sinfonia n. 9 “la grande”, in Do maggiore, di Schubert composta nel 1825 e mai eseguita durante la breve vita del compositore, di cui costituisce il lascito sinfonico più compiuto e avveniristico. Riscoperta grazie a Schumann, che la trovò tra le partiture mostrategli dal fratello di Schubert, Ferdinand, per poi farla eseguire con immenso seguito a Lipsia nel 1839 sotto la direzione di Mendelssohn. Si tratta di un capolavoro assoluto che merita di essere incluso nella “summa” della cultura musicale occidentale.
La inusuale durata, come pure le difficoltà di questa composizione, soprattutto nelle parti dei fiati, sembrarono allora al di sopra della possibilità di molte orchestre, e fa riflettere il fatto che oggi partiture del genere possano invece essere affrontate da ogni orchestra di professionisti.
I tanti equivoci relativi alla collocazione nell’ordine cronologico dato alle altre sinfonie di Schubert spiega il differente numero d’ordine che troverete di volta in volta (nel remoto passato n. 7, successivamente n. 8, oggi di solito n. 9). Questioni da specialisti di cui qui non ci occuperemo, ma di un curioso aneddoto sì: negli anni ‘70 circolò una “Sinfonia in Mi 1825” di Schubert che venne presa seriamente in considerazione come autentica e come tale anche incisa; non molto tempo dopo, tuttavia, tale “scoperta” finì per dimostrarsi un astuto falso musicologico, abilmente smascherato nel giro di poco tempo.
NICOLAS ALTSTAEDT Direttore d’orchestra e violoncello solista
Nicolas Altstaedt, violoncellista di origini tedesche e francesi, è un musicista di grande versatilità che si trova ugualmente a proprio agio con repertorio antico, tradizionale o in opere di musica contemporanea. E’ stato uno degli ultimi allievi di Boris Pergamenschikow a Berlino, dove ha proseguito gli studi con Eberhard Feltz. Dopo aver vinto diversi concorsi internazionali e aver ricevuto nel 2009 il ‘Borletti Buitoni Trust Fellowship’, nel 2010 si è aggiudicato il prestigioso premio ‘Credit Suisse Young Artists’, che gli ha inoltre consentito di esibirsi con la Filarmonica di Vienna diretta da Gustavo Dudamel al Festival di Lucerna. Dal 2010 al 2012 Nicolas Altstaedt ha fatto parte del progetto New Generation Artists della BBC, esibendosi con le Orchestre della BBC, ai Proms e alla Wigmore Hall. Eventi delle stagioni passate e future comprendono concerti con la Tonhalle di Zurigo, la Tchaikovsky Symphony Orchestra, la Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra, la Filarmonica Ceca e la Filarmonica dei Paesi Bassi, le Orchestre Sinfoniche di Vienna e Stavanger, la Filarmonica di Rotterdam, la Tapiola Sinfonietta, l’Orchestra Simon Bolivar, le Orchestre Sinfoniche della Radio di Vienna, Berlino, Hannover, Francoforte, Stoccarda ed Helsinki, le Orchestre Sinfoniche di Melbourne e della Nuova Zelanda, i Bamberger Symphoniker e le Orchestre da Camera di Monaco, Zurigo e Stoccarda con direttori del calibro di Vladimir Ashkenazy, Vladimir Fedoseyev, Sir Neville Marriner, Sir Roger Norrington, Sir Andrew Davis, Mario Venzago, Andrej Boreyko, Vassily Sinaisky, Adam Fischer, Gustavo Gimeno, Fabien Gabel ed Alexander Shelley. Nicolas Altstaedt si esibisce anche gruppi su strumenti d’epoca tra cui Andrea Marcon e la sua orchestra “La Cetra” o Jonathan Cohen e l’ensemble “Arcangelo”. Nicolas Altstaedt è molto impegnato anche nella diffusione della musica contemporanea ed ha tenuto le prime esecuzioni di Concerti di Wolfgang Rihm, Georg Friedrich Haas, Nico Muhly – collabora inoltre con i compositori Sofia Gubaidulina, Thomas Ades, Bryce Dessner, Jörg Widmann, Matthias Pintscher e Fazil Say. Quest’ultimo gli ha dedicato la sua Sonata per violoncello mentre Sofia Gubaidulina sta scrivendo in questo periodo un triplo concerto per lui, Gidon Kremer ed Elsbeth Moser (bajan). Nicolas Altstaedt appare regolarmente al Festival Mozart ed al Festival estivo di Salisburgo, in aggiunta ai Festival di Verbier, Utrecht, Proms, Lucerna, Gstaad, Musikfest di Berlino, Schleswig-Holstein, Rheingau, Stavanger; collabora inoltre con Alexander Lonquich, Janine Jansen, Vilde Frang, Pekka Kuusisto, Jonathan Cohen, Fazil Say ed il Quartetto Ébène. Nel 2012 Nicolas Altstaedt è stato scelto da Gidon Kremer come suo successore per la posizione di direttore artistico al Festival di Musica da Camera di Lockenhaus. Da allora i concerti del Festival sono stati anche eseguiti in tour, in sale quali il Mozarteum di Salisburgo, la Wiener Konzerthaus, il Musikverein di Graz, il Concertgebouw di Amsterdam e la Tonhalle di Zurigo. Nicolas Altstaedt è stato inoltre nominato Direttore Artistico della Österreichisch-Ungarischen Haydn Philharmonie subentrando ad Adam Fischer nel 2014. Nel corso della stagione 2014/15 Nicolas Altstaedt è stato “Artist in Residence” al Festival di Zermatt diretto dai membri della Filarmonica di Berlino ed il primo “Artist in Resonance” al Musikkollegium di Winterthur. Nella stagione 2015/16 sarà in tour con la Sinfonica di Vienna, tornerà a suonare con le Orchestre della BBC, la SWR Stuttgart, l’Orchestra della Svizzera italiana e debutterà inoltre con la Sinfonica della Radio di Vienna e la Filarmonica di Rotterdam. Inoltre eseguirà l’integrale delle Sonate di Beethoven con Alexander Lonquich ai Festival Beethoven di Bonn, Varsavia, Gstaad, l’integrale delle Suite di Bach a Seoul e Grenoble e coordinerà il Festival “Viva Cello” di Liestal dove si esibirà anche con il pianista e compositore “Hauschka”. In campo discografico Nicolas Altstaedt ha registrato i Concerti per violoncello di Joseph Haydn, György Ligeti e molti altri. Di prossima pubblicazione sono tutti i Concerti di C.Ph.Bach con Jonathan Cohen e l’ensemble “Arcangelo” per Hyperion, i Concerti di Shostakovich e Weinberg con Michal Nesterowicz e la DSO Berlin per ‘Channel Classics’ e un recital con Fazil Say. Nicolas Altstaedt si esibisce su un violoncello ‘Giulio Cesare Gigli’ realizzato a Roma intorno al 1770 e su un violoncello realizzato da Robert König (2012).