Le date
Direttore: Dietrich Paredes; Pianoforte: Roberto Cominati
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Widmann, Con Brio
Ravel, Concerto in sol per pianoforte e orchestra
Beethoven, Sinfonia n. 7 in La maggiore op. 92
Biglietteria
BIGLIETTI SINGOLI CONCERTI
Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita
Ridotti (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita
Il Cast
Direttore: Dietrich Paredes
Pianoforte: Roberto Cominati
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Note di sala
Jörg Widmann
Con Brio
Maurice Ravel
Concerto in sol per pianoforte e orchestra
Allegramente
Adagio assai
Presto
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 7 in La maggiore op. 92
Poco sostenuto – Vivace
Allegretto
Presto
Allegro con brio
Note a margine di Renato Meucci
Jörg Widmann (1973) è un abile clarinettista e compositore tedesco che si è fatto molto notare negli ultimi anni in entrambi i ruoli, riscuotendo successi e stimolando composizioni per clarinetto a lui dedicate, come pure presentando ardite partiture che hanno riscosso numerosi consensi. Oggi sembra più interessato alla seconda che alla prima specializzazione, ma forse è solo un’impressione. Il brano che ascolteremo (2008) e che ha avuto numerose esecuzioni e favorevoli accoglienze è uno di quei singolari impasti dove la rimembranza di composizioni famose riemerge come in una figura deformata, come in un ricordo ossessivo (in questo caso Settima e Ottava di Beethoven, ma forse questo poco importa). Personalmente non ho una particolare predilezione per questa, che è una delle tendenze della musica d’oggi, e per una sola ragione: mi ricorda certe deformazioni figurative della pittura cubista e anche espressionista, evidentemente troppo lontane nel tempo per poterle considerare attuali e per non viverle come circostanze che distraggono l’orecchio dell’ascoltatore finendo per frammentare o increspare la ricezione estetica, senza che apparentemente si ottenga da questa deformazione un messaggio più intenso e vibrante di quello evocato dalla pura dissonanza. Ma questo è solo un mio giudizio, e siccome stiamo parlando di musica d’oggi, non è detto che sia condivisibile.
Il Concerto per pianoforte e orchestra venne composto da Ravel tra il 1929 e il 1931, dopo il suo trionfale viaggio concertistico in America. Il compositore francese scrisse questo brano con l’intenzione di eseguirlo personalmente al pianoforte, ma a causa di una parallela intensa esercitazione sugli studi di Chopin e di Liszt, le sue mani soffrirono di un sovraffaticamento che lo costrinse a rinunciare all’impresa (per fortuna non con le conseguenze che ebbe un simile esercizio su Schumann). Sotto la direzione del compositore, a gennaio del 1932, la solista fu allora Marguerite Long, che già aveva collaborato con Ravel e che fu anche la destinataria della dedica del concerto. Durante la sua permanenza negli Stati Uniti il grande maestro francese era rimasto molto colpito dalla nuova travolgente vena corrente del jazz, a tal punto da rimanerne influenzato anche nella composizione di questo brano, che risente appunto di influssi armonici e ritmici del nuovo genere musicale. Fu a proposito di questo concerto che Ravel scrisse anche una frase che mi è particolarmente cara: “la composizione musicale è per il 75% un fatto intellettuale”, con buona pace di tutti quelli che ancora pensano all’ispirazione artistica come a qualcosa che ricordi la mano del compositore guidata da una potenza superiore…
Una parola merita anche qui il solista: premio Busoni nel 1993, primo italiano dopo Roberto Cappello, Roberto Cominati è uno dei più grandi talenti italiani, versatile come non pochi, e sa anche farci volare…
E venga la Settima. Procediamo dunque nell’integrale delle sinfonie beethoveniane con quello che è il brano più amabile di tutti, l’incantevole, la giovane, la gioiosa Settima sinfonia. Ebbene, posso confessarlo: è proprio la Settima la sinfonia che amo di più; non è la Nona, non è la Quinta, e nemmeno la Sesta; persino l’Eroica non regge il confronto con questo “monumento” al movimento e alla danza. Ho usato proprio questo brano come esempio, molte volte, per dimostrare quanto deboli siano le critiche musicologiche basate sugli eventi contingenti della biografia degli artisti: Beethoven a quella data era un personaggio al vertice della sua carriera e della fama, ma era anche incredibilmente oppresso dalla sua sordità e dall’impossibilità che questa gli creava nella comunicazione con il mondo e con l’universo femminile in particolare. Eppure, un uomo che per sua stessa ammissione a più riprese si trovò sull’orlo del suicidio, riuscì a creare in momenti differenti alcuni dei quali di fortissima depressione, altrettante vette di bellezza e anche, come in questo e in altri casi, di intensa gioiosità.
La Sinfonia n. 7 venne eseguita in un concerto all’Università di Vienna la sera dell’8 dicembre 1813, e riscosse un memorabile successo, in particolare l’Allegretto del secondo movimento, che fu bissato. Se fosse consentito descrivere una musica come un racconto (è consentito?) vorrei immaginare che in questo tempo il protagonista di un gesto olimpico lo narri in prima persona, ma anche con grande distacco, come spesso accade a chi compie grandi imprese senza uno sforzo sovrumano. E se qui Beethoven raccontasse se stesso?
DIETRICH PAREDES Direttore d’ orchestra
Dietrich Paredes ha debuttato in Europa con l’Orchestra della Toscana al Cortona Festival nel 2014; il buon esito del concerto si è convertito in un subitaneo nuovo invito per dirigere altri due concerti nella stagione 2015-2016. È stato inoltre invitato a dirigere l’Orchestra Giovanile Italiana nel concerto in memoria di Carlo Maria Giulini nel 2015, al Maggio Musicale Fiorentino. I recenti e futuri impegni includono collaborazioni con la RTE National Symphony of Ireland, l’Opera di Roma, la Filarmonica di Bologna, l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, la Toulon Symphony Orchestra in Francia, l’Australian Youth Orchestra e I Pomeriggi Musicali. Dietrich Paredes è Direttore Musicale della Caracas Youth Orchestra, una delle orchestra portabandiera di El Sistema venezuelano. Ha iniziato la sua collaborazione con questa orchestra con il CYO, nel 2008, e insieme hanno svolto tour in Sud America, Asia e Europa, con performace presso il Festival di Salisburgo, il Mariinsky Theatre di St. Petersburg, il Dvořák Festival di Praga, il Beethovenfest di Bonn, il Ravello Festival in Italia, così come a Zurigo, Amburgo, Parigi, Budapest, Vienna, Gothenburg e Zagabria. Nel 2012-2013, Dietrich Paredes è stato Conducting Fellow della Los Angeles Philharmonic, per la quale è stato assistente di Esa-Pekka Salonen, Vasily Petrenko, John Adams, così come di Gustavo Dudamel durante un importante tour europeo. Nato nel 1980, Dietrich Paredes ha studiato violino con Ruben Cova, Ulises Ascanio, Santiago Garmendia e José Francisco del Castillo. Ha partecipato a masterclass di violino con Agustin Dumay, Olivier Charlier, Virginie Robilliard, Aaron Rosand, Maurice Hasson, Yossy Zivoni, Daniel Stabrawa, Eugene Fudor e Igor Oistrach. All’età di 11 anni ha vinto l’Encuentro Internacional de Niños y Jóvenes Solistas Instrumentistas in Córdoba, Argentina. È stato Primo violino della Simon Bolivar Symphony Orchestra nel 1997 e, nel 2002, è stato selezionato come Concert master della Youth Orchestra of the Americas. È stato direttore anche dei Jóvenes Arcos de Venezuela tra il 2000 e il 2004. Agli inizi della carriera di violinista, Dietrich Paredes ha affiancato gli studi di direzione d’orchestra con José Antonio Abreu, divenendo in breve tempo uno dei più promettenti giovani direttori emergenti del Venezuela, dirigendo molte orchestre del paese: Simon Bolivar Symphony Orchestra, Merida, Tachira, Monagas e Falcon Symphony Orchestras.
ROBERTO COMINATI Pianoforte
All’indomani del suo recital al festival di Salisburgo, così scriveva la “Salzburger Nachrichten”: «…inesauribili i suoi colpi sfumati quando esplora la preziosità di Debussy nella sua incantevole atmosfera di suono, affascinante la mistura di calore e di fine tecnica nel Tombeau de Couperin di Ravel, memorabile la sua passionale freddezza nell’ondeggiante e poco profonda trascrizione della valse…». Vincitore del primo premio al concorso internazionale Alfredo Casella di Napoli nel 1991, nel 1993 si è imposto all’attenzione della critica e delle maggiori istituzioni concertistiche europee grazie al primo premio al concorso Ferruccio Busoni di Bolzano. Nel 1999 ha ottenuto il Prix Jacques Stehman del pubblico della Rtbf e della Tv5 france, nell’ambito del Councours Reine Elisabeth di Bruxelles. Ospite delle più importanti società concertistiche italiane e di istituzioni quali il Teatro alla Scala di Milano, il Comunale di bologna, la Fenice di Venezia, il Maggio Musicale Fiorentino, il San Carlo di Napoli, gli Amici della Musica di Perugia, il Carlo Felice di Genova, l’Accademia di Santa Cecilia di Romai, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Accademia Chigiana di Siena, il Festival Brescia e Bergamo, le Settimane Musicali di Stresa e il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Ha suonato al Theatre Chatelet di Parigi, al Kennedy Center di Washington, alla Concertgebouw di Amsterdam, alla Sydney Opera House, alla Melbourne Concert Hall, al Festival di Salisburgo, al Teatro Colon di Buenos Aires, al Teatro Municipal di San Paolo, al Gasteig di Monaco, alla Konzerthaus di Berlino, alla Staatsoper di Amburgo e di Dresda, a La Monnaie di Bruxelles, alla Royal Festival Hall di Londra e ancora in Inghilterra, Giappone, Belgio, Olanda, Finlandia. Ha collaborato con celebri direttori d’orchestra, fra i quali: Sir Simon Rattle, Andrey Boreyko, Leon Fleischer, Daniel Harding, Daniele Gatti, Yuri Ahronovitch, David Robertson, Michael Pletnev, Aleksander Lazarev Nel gennaio 2015 ha debuttato al Concertgebouw di Amsterdam nella serie meesterpianisten e nel febbraio 2016 alla Royal Festival Hall di Londra con la Philarmonia Orchestra diretta da Daniele Gatti Fra i suoi prossimi impegni: a Montecarlo con l’Orchestre Philarmonicque de Montecarlo, ad Amsterdam con la Netherlands Philarmonic Orchestra e a Istanbul con la Istanbul Philarmonic Orchestra.