Le date
Direttore: Rani Calderon
Clarinetto: Marco Giani
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Mozart, Così fan tutte K 588, Ouverture
Mozart, Concerto per clarinetto e orchestra K 622
Beethoven, Sinfonia n. 2 in Re maggiore op. 36
Biglietteria
BIGLIETTI SINGOLI CONCERTI
Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita
Ridotti (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita
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Il Cast
Direttore: Rani Calderon
Clarinetto: Marco Giani
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Note di sala
Wolfgang Amadeus Mozart
Ouverture da Così fan tutte K 588
Concerto per clarinetto e orchestra K 622
Allegro
Adagio
Rondo: Allegro
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 2 in Re maggiore op. 36
Adagio molto – Allegro con brio
Larghetto (la maggiore)
Scherzo. Allegro
Allegro molto
Note a margine Renato Meucci
Così fan tutte (1790) è la terza opera scritta in collaborazione con il grande Lorenzo da Ponte, dopo Le nozze di Figaro e Don Giovanni. La trama in questa presentazione ha poca rilevanza, visto che ascolteremo la sola ouverture, ma io ne approfitto per ricordare la magia di questa opera comica nella quale Da Ponte apparentemente non usò alcun testo preesistente per ricavare il libretto, e il cui argomento (l’infedeltà femminile) secondo alcune voci potrebbe essere stato suggerito dallo stesso imperatore Giuseppe II, espertissimo di musica e musicista egli stesso. L’ouverture dell’opera, che inizia con un delicato solo di oboe e poi si lancia in una frenetica rincorsa orchestrale, fatta di imitazioni tra gli archi che, se non sembrasse azzardato, farebbe venire in mente analoghi risultati rossiniani (e l’oboe anche per Rossini è strumento decisamente privilegiato). A proposito infine di Da Ponte: quanti sanno che egli terminò i suoi giorni in America fondando a New York le prime stagioni operistiche d’Oltreoceano?
Il Concerto in La per clarinetto K. 622 fu scritto espressamente per Anton Stadler (1753-1812), un noto virtuoso di questo strumento e del corno di bassetto (un clarinetto contralto intonato una quinta sotto la taglia principale dello strumento). Un altro tipo di clarinetto, di più ampia estensione, in grado di scendere di quattro semitoni sotto la nota inferiore del clarinetto, di cui Stadler possedeva un esemplare, è stato modernamente ribattezzato “clarinetto di bassetto”. Bene, il celebre concerto di Mozart fu scritto proprio per questo strumento atipico, come sappiamo da un frammento autografo della stessa composizione, anche se poi fu pubblicato per un normale clarinetto in La. A parte questi dettagli tecnici, le equilibrate architettura sonore sulle quali si basa quest’opera sublime, fanno del Concerto K. 622 – e in particolare del suo rarefatto e trasparente Adagio centrale – un capolavoro assoluto del repertorio mozartiano, degno certamente di figurare accanto al supremo testamento del “Requiem”; e anzi, forse proprio questo secondo movimento, così spesso citato (non da ultimo come colonna sonora) merita di essere collocato nell’empireo della produzione musicale di tutti i tempi.
La Seconda sinfonia di Beethoven si presta come poche a una presa di posizione contro la tendenza allo psicologismo biografico così diffusa tra tanta parte della musicologia: proprio all’epoca di questa composizione inizierebbe difatti per alcuni critici, sopratutto americani, quella lunga marcia di depressione e di sconforto che accompagnò Beethoven sino alla fine dei suoi giorni e che fu causata dal progressivo aggravarsi della sua sordità e del suo isolamento. La sinfonia fu scritta durante un periodo di soggiorno a Heiligenstadt (1802) quando la sua sordità cominciò a farsi notare in maniera inquietante e molti, fin dalla prima critica beethoveniana, hanno voluto riconoscere una ricaduta biografica nei tratti più cupi di questa sinfonia (tra l’altro si tratta dello stesso periodo in cui egli scrisse il cosiddetto “testamento di Heiligenstadt”, una sorta di amaro riconoscimento della malattia, e la necessità che ne derivava di isolarsi da coloro che lo circondavano). Ma la realtà non mi pare affatto tale, perché Beethoven – come giustamente farebbe un professionista anche nel momento della peggiore disgrazia – non si abbandona in alcun modo a toni cupi, ma anzi in più occasioni appare particolarmente sereno e persino solare. Giudicate voi: egli fu un idolo acclamato dalla più alta società viennese e nei due decenni successivi ottenne successi esaltanti con le sue musiche, che nulla debbono a una eventuale depressione. Proprio per questo punto vorrei ribadire la necessità di mettere da parte le biografie dei grandi artisti del passato, e in particolare proprio quelle dei musicisti, che più di altre sono state interpretate come riflesso delle vicende biografiche nella rispettiva produzione artistica. D’altronde che senso avrebbe allora la sostituzione del Minuetto con un tempo più vivace, come lo Scherzo? La verità è che i grandi artisti scrivono quello che si sentono di scrivere; sono i critici e gli scrittori di musica a inquadrare poi (spesso erroneamente) alla luce di particolari biografici le vicende che circondano una determinata opera.
M° RANI CALDERON Direttore d’ orchestra
Direttore musicale al Teatro Municipal di Santiago del Cile fino alla stagione 2012, Rani Calderon è nato in Israele nel 1972. Ha studiato pianoforte con Pnina Salzman, direzione d’orchestra con Shalom Ronli-Riklis, Noam Sheriff, Mendi Rodan e composizione con Yitzhak Sadai, frequentando le Accademie musicali di Tel Aviv e Gerusalemme. Ha proseguito la sua formazione in Europa, approfondendo lo studio del repertorio operistico con Bruno Rigacci (Firenze), Janine Reiss (Parigi), Rita Loving (Monaco), Tom Christoff (Dresda). Ha vinto la borsa di studio America Israel per direttori d’orchestra e quella della Faculty of Arts dell’Università di Tel Aviv. Rani Calderon parla fluentemente sette lingue. Nel 2005 debutta al Théâtre de La Monnaie di Bruxelles con Il viaggio a Reims di Rossini. Successivamente è stato invitato a dirigere il concerto per le festività nazionali, alla presenza della famiglia reale belga, e il concerto organizzato dalla Queen Elizabeth Competition, trasmesso in eurovisione. Rani Calderon ha debuttato in ambito operistico dirigendo Suor Angelica al Teatro Mancinelli di Orvieto, dopo essersi aggiudicato all’età di 23 anni il primo premio al laboratorio Spazio Musica. È poi ritornato al Teatro Mancinelli per dirigere Il tabarro e Madama Butterfly. Tra gli impegni delle passate stagioni si distinguono Macbeth con la Bucarest Radio Orchestra, L’elisir d’amore a Graz, Don Giovanni alla Volksoper di Vienna, Zauberflöte, Rigoletto, Trittico e Turandot alla New Israeli Opera di Tel Aviv, La Gioconda, La vie parisienne all’Opéra Royal de Wallonie di Liegi, Rigoletto all’Opéra de Paris Sud, Le nozze di Figaro al Mahon Festival di Menorca, Orfeo ed Euridice, Pagliacci, Gianni Schicchi (con Leo Nucci), Un ballo in maschera e Don Giovanni al Teatro Municipal di Santiago del Cile, Trittico alla Vlaamse Opera di Anversa, Thaïs a Saint-Etienne, Andrea Chérnier all’ Opéra de Montecarlo. Al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca ha diretto Semiramide di Meyerbeer incidendola per l’etichetta Dynamic. In ambito sinfonico ha avviato importanti collaborazioni con complessi come la Sofia Philharmonic Orchestra, la Rishon le-Zion Symphony Orchestra, la Ra-anana Symphonette, la Ashdod Chamber Orchestra e l’Orchestre Colonne di Parigi. Inoltre, è stato impegnato in una tournée di concerti con l’Orchestre de l’Ile de France e in un recital pianistico al FestivalPiano Passions di Saint-Etienne. Rani Calderon svolge attività concertistica anche come pianista solista. Ha tenuto numerosi concerti in Israele proponendo un ciclo dedicato a Chopin, l’integrale delle Sonate di Beethoven e opere di Schumann, Schubert, Brahms. Spesso si esibisce nella doppia veste di direttore e pianista. Tragli impegni passati ricordiamo: Faust di Gounod a Bilbao, Euryanthe al Théâtre du Capitole di Toulouse, Tannhäuser, L’ italiana in Algeri, Macbeth, Elektra, Ariadne auf Naxos, Aida al Teatro Municipal di Santiago del Cile, Simon Boccanegra all’Opéra du Rhin a Strasburgo e a e a Mulhouse, Faust a Dresda, Eugenij Onegin al Théâtre Municipal di Avignone, Oberon al Théâtre du Capitole di Toulouse. Ha diretto inoltre un concerto sinfonico al Teatro Dal Verme di Milano, L’olandese volante a Varsavia, Il Trittico di Puccini al Theater an der Wien, Semiramide a Copenaghen, Rigoletto e La Bohème a Dresda, un concerto sinfonico a Bari, Turandot a Nancy e l’Aids Gala a Bonn e a Berlino, Ariadne auf Naxos e Don Giovanni a Tolone, Seconda Sinfonia di Mahler a Santiago del Cile. Sono succeduti: La Bohème a Dresda; Nabucco, Aleko e Francesca da Rimini e una serie di concerti a Nancy. Rani Calderon ha recentemente diretto: Andrea Chénier all’Opéra de Monte Carlo; il Faust di Gounod a Bilbao e Dresda; Euryanthe e Oberon al Théâtre du Capitole di Toulouse; Aida ed Eugene Onegin al Théâtre Municipal di Avignon; Simon Boccanegra a Strasburgo e Mulhouse; Der Fliegende Hollaender a Varsavia; Il Trittico al Theater an der Wien; Semiramide a Copenaghen; una serie di concerti a Sofia, Bari, Milano (Teatro dal Verme) e Santiago de Chile; Rigoletto e La Bohème nuovamente a Dresda; Aids-Gala a Berlino e Bonn; Turandot, Nabucco, Aleko e Francesca da Rimini a Nancy; Ariadne auf Naxos, Don Giovanni a Toulon; Sinfonia n.2 di Mahler a Santiago de Chile; Carmen a Kiel e Il tabarro e The Royal Palace di Weill a Montpellier. M° Calderon dirigerà inoltre importanti produzioni come Les Pécheurs de perles, Orfeo ed Euridice, Ariadne auf Naxos, Don Giovanni, il Requiem di Mozart ed un ciclo di concerti sinfonici a Nancy. Tra gli altri suoi impegni future, sono degni di nota: Un Ballo in Maschera a Toulon e numerosi concerti a Kiel Tel Aviv, Gerusalemme,Bloomington e Vienna.
MARCO GIANI Clarinetto
Primo clarinetto dell’orchestra ‘I Pomeriggi Musicali’ di Milano, Marco Giani si è diplomato con il massimo dei voti e la lode con il M° N. Bulfone e si è successivamente laureato con 110 e lode presso il Conservatorio ‘G.Verdi’ di Milano sotto la guida del M° L. Magistrelli. Vincitore in numerosi Concorsi Nazionali ed Internazionali, si è inoltre distinto tra i finalisti (unico italiano ammesso) del prestigioso Concorso Internazionale di Musica ARD di Monaco di Baviera 2012. Nel 2009 e 2010 è stato membro della GMJO di Vienna sotto la direzione artistica del M° C. Abbado con la quale ha suonato in tour europei e preso parte alla registrazione di un CD edito da Orfeo. Ha collaborato con numerose orchestre tra le quali: l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, la Shleswig Holstein Musik Festival Orchester in Germania, l’Orchestra del Verbier Festival in Svizzera, la Filarmonica del Teatro “Verdi” di Trieste, l’Orchestra Regionale Toscana di Firenze, l’Orchestra Cherubini di Piacenza e Ravenna, esibendosi sotto la direzione di importanti direttori quali D. Gatti, R. Muti, C. Eschenbach, C. Zacharias, V. Gergiev. Ha suonato in alcune fra le più importanti sale concertistiche in tutta Europa, in Canada e negli USA quali il Musikverein di Vienna, Semperoper di Dresda, Konzerthaus di Berlino, Louise M. Davies Symphony Hall di San Francisco, Toronto Roy Thomson Hall, Carnegie Hall di New York. In qualità di solista si è esibito con importanti orchestre quali: l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, la Münchener Kammerorchester (ARD), i Kapelle Dresden Solisten, e importanti direttori fra cui: Walter Weller, Andry Yurchevich, Helmut Branny. Nel 2016 sarà solista in Germania con la Deutsche Staatsphilharmonie Rheinland-Pfalz. Il 2014 ha visto la pubblicazione in Prima Mondiale di 2 CD dell’etichetta Naxos interamente dedicati al compositore E. Cavallini registrati insieme a N. Bulfone.