Le date
Concerto Inaugurale della 72a Stagione Sinfonica dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali.
Sul podio salirà Daniele Rustioni. Solista al violoncello Mischa Maisky.
Antonin Dvořák
Concerto per violoncello e orchestra in si minore op. 104
Jean Sibelius
Sinfonia n. 5 op. 82 in Mib maggiore
Biglietteria
BIGLIETTI
Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita
Ridotti (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita
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Il Cast
Direttore: Daniele Rustioni
Violoncello: Mischa Maisky
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Note di sala
Antonín Dvořák (1841 – 1904)
Concerto per violoncello e orchestra in si minore op. 104
Allegro
Adagio ma non troppo
Finale: Allegro moderato
Jean Sibelius (1865 – 1957)
Sinfonia n. 5 in Mi bemolle maggiore op. 82
Tempo molto moderato
Andante mosso, quasi allegretto
Allegro
Note a margine Renato Meucci
Il Concerto per violoncello e orchestra in Si minore op. 194 di Dvořák (composto nel 1895), costituisce l’ultima composizione solistica realizzata dal grande compositore ceco. Creato per sollecitazione del celebre violoncellista Hanuš Wiham, uno dei più stretti collaboratori e amici di Dvořák, ebbe la sua prima esecuzione a Londra nel 1896 sotto la direzione dell’autore, e non a New York, dove Dvořák aveva risieduto stabilmente fino a quel periodo. Non è questione di poco conto, in quanto esempio di un’ormai consolidata tradizione cosmopolita, che ebbe avvio negli ultimi tre decenni del XIX secolo, e che grazie alla possibilità di spostamenti tutto sommato veloci, iniziò a spingere solisti e direttori d’orchestra ad esibirsi da una parte all’altra del pianeta.
Questo mi spinge a un’altra considerazione. Si è molto parlato dell’influsso della musica americana su Dvořák, il quale, come è noto, fu direttore del Conservatorio di New York dal 1892 al 1895, ma a ben vedere molto più significativo è l’influsso del compositore ceco su tutta la musica americana successiva, tanto che si potrebbe parlare di lui come del vero fondatore della sinfonismo americano: chi ha in mente la musica da film della prima metà del secolo non potrà non accorgersi di quale sia l’enorme debito nei confronti di Dvořák da parte di molti compositori successivi, e in particolare proprio quelli che si sono dedicati al cinema. Ma quello dell’influsso di Dvořák sulla successiva musica sinfonica americana è un tema ancora da approfondire.
Riguardo ai due protagonisti di questa sera, Mischa Maisky e Daniele Rustioni, basti dire che il primo rappresenta l’espressione massima del virtuosismo violoncellistico contemporaneo e uno dei principali apostoli del concerto di Dvořák (memorabile la sua incisione sotto la bacchetta di Zubin Mehta); il secondo è invece uno dei giovani direttori italiani di grande successo, del quale è stato scritto da un’autorevole quotidiano britannico che si tratta di “un altro talento italiano destinato a grandissime cose”.
C’è una definizione dello stesso Sibelius che forse meglio di ogni altra dipinge e riassume il complesso materiale che compone la sua Quinta Sinfonia: “E’ come se l’Onnipotente avesse gettato dal cielo in terra le tessere di un mosaico, chiedendomi di ricomporre il disegno originale”. In effetti l’impegno compositivo di questo brano sinfonico, che rappresenta forse quello più amato ed eseguito dell’intero repertorio orchestrale del compositore finlandese, è dovuto alla complessità della sua struttura compositiva (tanto per fare un esempio: alcuni musicologi riconoscono ben due tempi separati all’interno del solo primo movimento; ma questo è solo un esempio, appunto).
Commissionata dal governo finlandese per festeggiare il 50° compleanno del compositore, dichiarato giorno di festa nazionale (ci sono Paesi e Paesi, e la Finlandia non scherza in quanto ad attenzione per le arti e per gli artisti che meglio la rappresentano), la Sinfonia n. 5 fu scritta da Sibelius in pochi mesi ed ebbe la sua prima esecuzione nel 1915. Essa risente di una certa ambiguità stilistica dell’autore: Sibelius era infatti perfettamente cosciente dei radicali cambiamenti stilistici in corso in Europa (e in particolare a Parigi e Vienna) e dell’innovazione linguistica che Stravinskij da una parte e Schönberg dall’altra (insieme a una miriade di altri compositori meno drastici) stavano portando anche nella musica, analogamente a quanto avvenuto in tutte le altre arti. Con la Quarta sinfonia il grande compositore aveva imboccato questa strada di rinnovamento stilistico, congruo ai cambiamenti in corso altrove. E lo stesso sarebbe avvenuto con la prima versione di questa sua composizione, che subì tuttavia una consistente revisione nel 1919, e in tale versione è oggi conosciuta in tutto il mondo.
Siccome è veramente difficile riassumere anche solo alcuni dei momenti espressivi che accompagnano i quasi 40 minuti di questo monumento sinfonico, vorrei spingere l’attenzione dell’ascoltatore verso due meravigliosi frangenti facilmente identificabili: quello iniziale e quello, lungo e intenso che costituisce il nucleo accattivante del finale. Nel primo caso per porre l’accento sul lento e severo motivo dei corni che apre la sinfonia e che fornisce il materiale sonoro su cui si basa una buona parte della composizione. Nel secondo, quando dopo un concitato inizio si avvia un’inusuale e ondeggiante successione di accordi degli stessi corni, che introduce quello che è il tema più noto e ammirato di tale magnifico finale, il “richiamo dei cigni”, ispirato alla suggestiva visione di un gruppo di questi uccelli che spiccano il volo tutti insieme. E per chiudere non vi lasceranno indifferenti (soprattutto se non conoscete già questo brano) i singolari accordi che, al posto di un possibile quanto ovvio trionfalismo, coronano la sinfonia in una maniera inaspettata e particolarmente efficace, come alcuni singhiozzi (sei, per la precisione) di un pianto di gioia.
DANIELE RUSTIONI Direttore d’ orchestra
Daniele Rustioni è considerato uno dei direttori d’orchestra più interessanti della sua generazione: dalla stagione 2017/18 sarà il nuovo Direttore Principale dell’Opéra National de Lyon, dove la sua direzione della nuova produzione de La Juive è stata recentemente accolta da unanimi consensi di pubblico e critica. Direttore Principale dell’Orchestra della Toscana, tra il 2008 e il 2010 è stato Direttore Ospite Principale del Teatro Mikhailovsky di San Pietroburgo e dal 2012 al 2014 Direttore Musicale del Teatro Petruzzelli di Bari. Daniele Rustioni ha studiato a Milano, dove si è diplomato giovanissimo in organo, composizione e pianoforte, ha seguito i corsi di direzione d’orchestra con Gilberto Serembe, poi all’Accademia Musicale Chigiana di Siena e alla Royal Academy of Music di Londra. Nel 2007 Gianandrea Noseda lo fa debuttare al Teatro Regio Torino. Alla Royal Opera House, Covent Garden di Londra ha partecipato al Jette Parker Young Artists Program ed è stato assistente di Sir Antonio Pappano. Oggi Daniele Rustioni dirige regolarmente nei migliori teatri italiani, dal Teatro Regio Torino, alla Fenice di Venezia, al Teatro dell’Opera di Roma; è stato inoltre ospite del Maggio Musicale Fiorentino, del Teatro alla Scala – per tre produzioni tra il 2010 e il 2014 – e del Rossini Opera Festival a Pesaro, dove tornerà nell’estate 2017. Nel Marzo 2011 aveva già debuttato con Aida alla Royal Opera House Covent Garden e da allora vi è ospite regolare. In Germania è ospite regolare dell’Opera di Monaco di Baviera, della Staatsoper di Berlino e dell’Opera di Stoccarda. Daniele Rustioni ha debuttato negli Stati Uniti nel 2011 e dirigerà per la prima volta al MET nella stagione 2016/17. Nel corso della stagione 2015/16 ha debuttato all’Opéra National de Parigi e all’Opernhaus di Zurigo, dove tornerà regolarmente nelle prossime stagioni. Daniele Rustioni svolge un’intensa attività sinfonica: ha già diretto le migliori orchestre sinfoniche italiane come l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e la Filarmonica della Scala. In Europa ha diretto l’Orchestra della Svizzera Italiana, la Helsinki Philharmonic, l’Orchestre Philharmonique de Montecarlo; in particolare in Inghilterra è ospite regolare della Bournemouth Symphony Orchestra e della City of Birmingham Symphony Orchestra oltre ad aver già diretto la BBC Philharmonic Orchestra e la London Philharmonic – vi tornerà nell’Ottobre 2017. Nel corso della stagione 2016/17 debutterà con l’Orchestre National de Belgique, con la Ulster Orchestra in Irlanda e la Gürzenich Orchester in Germania. In Giappone ha debuttato con la Kyushu Symphony Orchestra, sul cui podio tornerà nel corso della stagione 2015/16 e per debuttare con la Toyko Symphony Orchestra e con l’Orchestra Sinfonica dello Hyogo Performing Arts Center. Con l’Orchestra della Toscana realizza nell’estate 2016 una tournée in Sud America che toccherà Lima, Santiago del Cile e Buenos Aires. Per Sony Classical ha in programma una serie dedicata al repertorio sinfonico italiano del Novembre con l’Orchestra della Toscana: in uscita nell’autunno 2016 il primo volume dedicato a Ghedini.
MISCHA MAISKY Violoncello
Mischa Maisky può vantarsi di essere l’unico violoncellista al mondo ad aver studiato sia con Mstislav Rostropovich che con Gregor Piatigorsky. Rostropovich ha lodato Mischa Maisky con le parole: “…one of the most outstanding talents of the younger generation of cellists. His playing combines poetry and exquisite delicacy with great temperament and brilliant technique.” Nato in Lettonia, ha studiato in Russia e, dopo il suo rimpatrio in Israele, Mischa Maisky è stato accolto con grande entusiasmo a Londra, Parigi, Berlino, Vienna, New York, Tokyo, e in tutti gli altri più importanti centri musicali. Mischa Maisky si considera un cittadino del mondo: “….suono un violoncello italiano, con archetti francesi e tedeschi, corde austriache e tedesche. Mia figlia è nata in Francia, mio figlio maggiore in Belgio, il terzo in Italia e il più piccolo in Svizzera. Guido un’auto giapponese, indosso un orologio svizzero, una collana indiana e mi sento a casa ovunque ci siano persone che amano la musica classica.“ Durante gli ultimi 25 anni, con contratto in esclusiva per la Deutsche Grammophon, ha effettuato più di 30 registrazioni con orchestre quali: Wiener Philharmonic, Berliner Philharmonic, London Symphony, Israel Philharmonic, Orchestre de Paris, Orpheus und Chamber Orchestra of Europe e molte altre. Nel 2000 l’artista ha raggiunto uno dei momenti più alti della sua carriera, impegnando l’intero anno in una lunghissima tournée dedicata a Bach con più di 100 concerti. A dimostrazione della grandissima ammirazione dell’artista per il grande compositore, Mischa Maisky ha registrato le Suite di Bach per la terza volta. Le sue registrazioni sono state acclamate dai critici di tutto il mondo e sono state premiate per ben 5 volte con il prestigioso Record Academy Prize a Tokyo, 3 volte con il Deutscher Schallplattenpreis, inoltre con il Grand Prix du Disque a Paris e con il Diapason d’Or of the Year, cosi come con le ambite Grammy nominations. Un musicista di vera fama mondiale ospite regolarmente dei maggiori festival internazionali, ha collaborato con direttori quali Leonard Bernstein, Carlo Maria Giulini, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Lorin Maazel, James Levine, Vladimir Ashkenazy, Giuseppe Sinopoli e Daniel Barenboim, e con musicisti quali Martha Argerich, Radu Lupu, Nelson Freire, Evgeny Kissin, Lang Lang, Peter Serkin, Gidon Kremer, Yuri Bashmet, Vadim Repin, Maxim Vengerov, Joshua Bell, Julian Rachlin e Janine Jansen, solo per nominarne alcuni.