73ª Stagione Sinfonica Orchestra I Pomeriggi Musicali - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 22 marzo 2018
Ore: 10:00*
giovedì 22 marzo 2018
Ore: 21:00
sabato 24 marzo 2018
Ore: 17:00
*I Pomeriggi in anteprima

Direttore: Karen Durgaryan
Violino: Francesca Dego
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Biglietteria

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BIGLIETTI
(ingressi singoli)

Interi:
Primo Settore (Platea, da fila 1 a fila 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a fila 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita

Ridotti*
Primo Settore (Platea da fila 1 a fila 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a fila 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita

*(Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Associazioni Culturali; Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)

Il Cast

Direttore: Karen Durgaryan
Violino: Francesca Dego
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Note di sala

Ghazaros Saryan (1920-1998)
Garni

 Ruben Altunyan (1939)
Berd dance 

Padre Komitas (1869-1935)
Vagharshapati Par

 Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847)
Concerto per violino e orchestra in mi minore op. 64
Allegro molto appassionato
Andante
Allegretto non troppo. Allegro molto vivace

* * *

Jean Sibelius (1865-1957)
Pelléas et Mélisande suite op. 46
Alle porte del castello
Mélisande
In riva al mare
Una fontana nel parco
Tre sorelle cieche
Pastorale
Mélisande all’arcolaio
Intermezzo
Morte di Mélisande

 

Note di sala a cura di Guido Barbieri
Il concerto si apre con tre brani che appartengono alla ricchissima tradizione musicale armena. Ghazaros Saryan è stato uno dei più illustri compositori armeni. Nato nel 1920 da una famiglia di artisti ha percorso, durante la sua formazione, due strade parallele: la prima lo ha portato al Conservatorio della sua città natale, Erevan, dove ha studiato composizione, ma si è anche avvicinato alle tradizioni popolari armene. La seconda – come accadeva a quasi tutti i musicisti nati nelle Repubbliche Sovietiche – lo ha portato a Mosca. Prima alla Scuola Gnessin, dove è stato allievo di Viktor Shebalin, e poi al Conservatorio Superiore dove i suoi inseganti sono stati Kabalevskij, Sostakovic e Alexandrov. Tornato in patria Saryan si è dedicato all’insegnamento e ha avuto tra i suoi allievi anche Tigram Mansurian, figura centrale della musica europea contemporanea. Nel suo catalogo delle opere figurano essenzialmente opere di carattere sinfonico, musica da camera e molte colonne sonore. Garni (che è il nome della località dove sorge il più importante tempio pre-cristiano del paese) è un breve brano per orchestra d’archi ispirato ad un melos popolare cantabile ed elegiaco.

Tra gli allievi di composizione di Saryan figura anche Ruben Altunyan, uno dei compositori viventi più conosciuti del paese: nato nel 1939, diplomato in viola nel 1970, ha insegnato per quarant’anni musica da camera al Conservatorio di Erevan. Nel suo catalogo delle opere compaiono concerti sinfonie, musica da camera e molte trascrizioni di canti popolari. Berd Dance (il titolo richiama una celebre danza durante la quale i ballerini salgono gli uni sulle spalle degli altri) è un breve brano per orchestra d’archi, percorso da un ritmo impulsivo e febbrile, che poco prima del finale si placa però in una ricercata oasi cameristica.

Padre Komitas, sacerdote, compositore e musicologo, è unanimemente considerato il padre della musica armena moderna. Nato nel 1869 e scomparso nel 1935, la sua esistenza si intreccia indissolubilmente con le tragiche vicende del popolo armeno. Dopo aver studiato composizione a Berlino, approfondendo però anche le tradizioni popolari del suo paese, nel 1910 si trasferisce a Istanbul, ma all’inizio del genocidio armeno viene arrestato e deportato. La sua raccolta di canti popolari viene distrutta e nel 1919 viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico dal quale non uscirà mai più. Vagharshapati Par (il titolo si riferisce alla città che ospita la Cattedrale di Etchmiadzin, il cuore del culto apostolico armeno) è una delle danze sopravvissute alla distruzione ed è stata arrangiata per orchestra d’archi.

Il Concerto per violino e orchestra in mi minore op. 64 di Felix Mendelssohn, nonostante la sua apparente facilità di scrittura, rimane in cantiere per ben sei anni – dal 1838 al 1844 – prima di essere portato a termine. E contrariamente alle apparenze non possiede affatto il carattere della pièce de concert brillante e virtuosistica: anzi, la scrittura riservata al solista è di esemplare sobrietà. Nel movimento iniziale il violino espone i due temi principali, il secondo derivato dal precedente, e li conduce ad un sviluppo molto libero che culmina nella consueta cadenza (interamente scritta dall’autore). L’Andante centrale è in forma di lied e da modo al solista di “cantare” un tema ondeggiante e delicatissimo. Il Finale, in forma di rondò sonata, si gioca sul dialogo serrato, intimo, ma mai troppo estroverso, tra il solista (che all’inizio dell’Allegro espone un refrain tipicamente “feerique”) e l’intera orchestra. Mendelssohn, malato, non può essere presente alla prima esecuzione del Concerto, che avviene il 13 marzo 1845 alla Gewandhaus di Lipsia. Riesce però ad assistere alla ripresa – sempre a Lipsia- del 3 ottobre successivo, con il giovanissimo Joseph Joachim al violino. Un mese dopo si spegnerà.

Il dramma che Maurice Maeterlinck ha dedicato all’amore impossibile tra Pelléas e Mélisande ha toccato la sensibilità di molti compositori vissuti tra Otto e Novecento: le intonazioni più note sono quelle di Debussy, di Fauré e di Schoenberg. Le meno conosciute ed eseguite sono probabilmente le musiche di scena che Jan Sibelius ha composto nel 1905 per una mise en scène del dramma ospitata dal Teatro Svedese di Helsinki. Un peccato perché i dieci numeri che compongono la versione originale, e i nove che sono invece raccolti nella suite, contengono alcune delle invenzioni tematiche e timbriche più ingegnose del compositore finlandese. Da ricordare in particolare il preludio nobile e pensoso intitolato Aux portes di chateau, il solo di oboe che nel secondo quadro evoca la figura di Mélisande e infine l’Epilogo, immerso in un’aura di delicata evanescenza.

M° Karen Durgaryan
Direttore d’ orchestra
Nato a Yerevan, Armenia, Karen Durgaryan è oggi il Principal Guest Conductor dell’Opera House di Novosibirsk, Russia. Per quindici anni, dal 2001 al 2015, è stato Direttore principale dell’Armenian National State Opera and Ballet Theatre. Karen si è laureate press lo Yerevan State Conservatory nel 1996, e ha studiato con Mousin al Saint Petersburg Conservatory. Nel 1995 è stato Assistente dell’Associate Conductor dell’Armenian State Philharmonic Orchestra ed è stato anche Direttore musicale del Britten and Armenia International Music Festival di Yerevan. Karen Durgaryan è regolarmente ospite dei più importanti teatri d’opera in Russia: Mikhailovsky Theatre di St. Petersburg, Mariinsky Theatre di St. Petersburg, dove, su invite del M° Valery Gergiev ha diretto una nuova produzione del balletto Spartacus. È sato invitato dal White Nights Festival del 2013, ha celebrato l’apertura del nuovo Mariinsky II e il sessantesimo anniversario del M° Valery Gergiev; appare regolarmente nei cartelloni della Kazan State Opera and Ballet Theatre. La sua attività di direttore d’orchestra comprende molto repertorio italiano; ha diretto presso il Teatro Lirico di Cagliari, il Teatro Regio di Torino, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro Verdi di Sassari. Durgaryan appare regolarmente nella stagione dell’Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo. Karen Durgaryan ha diretto anche presso la Leipzig Opera, l’Opéra National de Lyon e, nel dicembre 2006, ha debuttato alla Bayerische Staatsoper, dirigendo Spartak di Aram Khachaturian. Dal 2000 Karen Durgaryan dirige l’orchestra per le più importanti performance della diva libanese Fairuz, la più grande cantante del mondo arabo. Karen Durgaryan è stato insignito del titolo di Honored Artist della Repubblica armena e, nel 2010, è stato premiato con la medaglia d’onore d’Armenia nel campo della cultura.

Francesca Dego
Violino solista
Francesca Dego è considerata fra le migliori interpreti italiane di oggi. Artista Deutsche Grammophon dal 2012, il suo debutto discografico con i 24 Capricci di Paganini suonati sul Guarneri del Gesù appartenuto a Ruggiero Ricci ha riscosso unanime consenso di critica e pubblico. Dal 2013 al 2015 si è dedicata all’incisione delle sonate per violino e pianoforte di Beethoven. Regolarmente ospite delle più prestigiose orchestre internazionali, nella ultima stagione si è esibita con: Philharmonia Orchestra/Grant Llewellyn alla Royal Festival Hall di Londra, Tokyo Symphony alla Suntory Hall, Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo, Grosses Orchestre Graz al Musikverein della città, Orchestra Filarmonica di Oviedo, Kyushu Symphony, Filarmonica Armena, Tarstastan State Symphony Orchestra, Filarmonica Nazionale Ucraina, Fresno Philharmonic, Reno Chamber Orchestra, Santa Barbara Symphony, Orquesta Sinfonica de Guanajuato, Filarmonica di Tblisi, Northern Czech Philharmonic, Wuhan Philharmonic, Thailand Philharmonic, Wyoming Symphony e la Philharmonique du Liban. Tra i prossimi impegni vi sono i debutti con la Gürzenich Orchestre Köln e Sir Roger Norrington alla Philharmonie di Colonia, con la City of Birmingham Symphony Orchestra, la Netherlands Symphony, in tournée in Olanda, la Mannheimer Philharmoniker e l’Orchestra Filarmonica del Teatro Regio di Torino. Vincitrice di numerosi concorsi internazionali, nel 2008 è stata la prima violinista italiana ad entrare in finale al Premio Paganini di Genova dal 1961, aggiudicandosi inoltre il premio speciale Enrico Costa riservato al più giovane finalista. Nata a Lecco nel 1989, Francesca debutta da solista a soli 7 anni in California con un concerto di Bach, in Italia a 14 con Beethoven e l’anno dopo esegue la Sinfonia concertane di Mozart con Shlomo Mintz al Teatro d’Opera di Tel Aviv e il Concerto di Brahms in Sala Verdi a Milano diretta da Gyorgy Gyorivanyi-Rath . Tra le successive collaborazioni si ricordano: i Cameristi della Scala, l’Orchestre Philharmonique de Nice, l’Orquesta Sinfonica Portuguesa, la European Union Chamber Orchestra, la Verdi di Milano, la Sinfonica Arturo Toscanini, l’Orchestra Sinfonica del Teatro Colon di Buenos Aires, la Sofia Festival Orchestra, l’Orchestra dell’Arena di Verona, la Sinfonica del Comunale di Bologna, Opera North Symphony Orchestra di Leeds, l’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, l’Orchestra della Toscana, la Israel Sinfonietta, la Haydn di Trento e Bolzano, l’Orchestra da Camera di Mantova, l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova e la Sinfonica del Teatro Verdi di Trieste a fianco di solisti e direttori del calibro di Salvatore Accardo, Gianluigi Gelmetti, Gabriele Ferro, Bruno Giuranna, Paul Goodwin, Nir Kabaretti, Julian Kovatchev, Joel Levi, Jan Lisiecki, Wayne Marshall, Diego Matheuz, Antonio Meneses, Domenico Nordio, Donato Renzetti, Daniele Rustioni, e Xian Zhang. È stata ospite di festival e stagioni concertistiche prestigiose in tutto il mondo e ha partecipato da solista ai Concerti per la Vita e per la Pace a Betlemme e Gerusalemme con l’Orchestra Giovanile Italiana diretta da Nicola Paszkowski, al Concerto per il Giorno della Memoria 2014 al Parco della Musica a Roma e, a Gennaio 2015, alla Camera dei deputati, tutti eventi trasmessi dalla RAI in mondovisione. A giugno 2014 è stata invitata ad aprire i Mondiali di Calcio in Brasile con un recital al Teatro Municipal di Rio de Janeiro. La sua registrazione del concerto di Beethoven a 14 anni è stata usata come colonna sonora per il film documentario americano The Gerson Miracle, vincitore della Palma d’Oro 2004 al prestigioso Beverly Hills Film Festival e altre sue incisioni sono state inserite nel film del celebre regista americano Steven Kroschel: The Beautiful Truth (2008). Francesca è inoltre stata invitata a duettare come guest artist con il celebre tenore Vittorio Grigolo nel suo disco Sony International Ave Maria (2013). Diplomata con lode e menzione speciale al Conservatorio di Milano sotto la guida di Daniele Gay, si è perfezionata con Salvatore Accardo all’Accademia Stauffer di Cremona e all’Accademia Chigiana a Siena e con Itzhak Rashkovsky al Royal College of Music a Londra. Francesca suona un prezioso violino Francesco Ruggeri (Cremona 1697) e il Giuseppe Guarneri del Gesù ex-Ricci (Cremona 1734) per gentile concessione della Florian Leonhard Fine Violins di Londra.

Orchestra I Pomeriggi Musicali
27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. In programma Mozart e Beethoven accostati a Stravinskij e Prokov’ev. Nell’immediato dopoguerra, nel pieno fervore della ricostruzione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo lanciano la nuova formazione con un progetto di straordinaria attualità: dare alla città un’orchestra da camera con un solido repertorio classico ed una specifica vocazione alla contemporaneità. Il successo è immediato e l’Orchestra contribuisce notevolmente alla divulgazione popolare in Italia della musica dei grandi del Novecento censurati durante la dittatura fascista: Stravinskij, Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves, Français. I Pomeriggi Musicali avviano, inoltre, una tenace attività di commissione musicale. Per I Pomeriggi compongono infatti Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti, Respighi. Questa scelta programmatica si consolida nel rapporto con i compositori delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi, Vacchi. Oggi I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio che include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo insieme alla gran parte della musica moderna e contemporanea. Compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e Penderecki hanno diretto la loro musica sul podio de I Pomeriggi Musicali, che diventano trampolino di lancio verso la celebrità di tanti giovani artisti. È il caso di Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Natalia Gutman, Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander Lonquich, Alexander Igor Markevitch, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti, Donato Renzetti, Hermann Scherchen, Thomas Schippers, Christian Thielemann, Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti Michelangeli, Bruno Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Massimo Quarta, Maurizio Pollini, Corrado Rovaris e Uto Ughi. Tra i Direttori stabili dell’Orchestra, ricordiamo Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi Gelmetti, Giampiero Taverna e Othmar Maga, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti, Antonello Manacorda e Aldo Ceccato, direttore emerito dell’Orchestra. In alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione artistica; in questa veste: Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello Panni, Marco Tutino, Gianni Tangucci, Ivan Fedele, Massimo Collarini e, da luglio 2013, Maurizio Salerno. L’Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia – all’interno del cartellone di Opera Lombardia – e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane, l’Orchestra è ospite anche delle maggiori sale da concerto europee. I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale. Sede dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è lo storico Teatro Dal Verme, sito nel cuore di Milano.