73ª Stagione Sinfonica Orchestra I Pomeriggi Musicali Ciclo Beethoven - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 23 novembre 2017
Ore: 10:00*
giovedì 23 novembre 2017
Ore: 21:00
sabato 25 novembre 2017
Ore: 17:00
*I Pomeriggi in anteprima

Note

M° Alessandro Cadario
Direttore d’ orchestra
Alessandro Cadario è nominato Direttore Ospite Principale dell’Orchestra de I Pomeriggi Musicali per le stagioni 2016/2017 e 2017/2018. Direttore d’orchestra dal gesto raffinato ed espressivo, si distingue per la presenza carismatica e le sue interpretazioni meditate e convincenti, sia nel repertorio sinfonico sia in quello operistico. Ha compiuto gli studi di Direzione d’orchestra con il massimo dei voti al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano perfezionandosi presso l’Accademia Musicale Chigiana di Siena con Gianluigi Gelmetti. Ha inoltre conseguito il Diploma di violino, la laurea in Direzione di coro e in Composizione, con lode. Dopo aver vinto il concorso internazionale di direzione d’orchestra Peter Maag, ha definitivamente attirato l’attenzione degli addetti ai lavori, nel 2014, in occasione del suo debutto alla Società del Quartetto di Milano e, nel 2015, con la direzione di Pollicino di Henze, al Maggio Musicale Fiorentino e con un concerto all’interno della stagione sinfonica del Teatro Petruzzelli di Bari, di cui è stata particolarmente apprezzata l’interpretazione rossiniana (Stabat Mater: con Cadario è un gran Rossini, titola la “Gazzetta del Mezzogiorno”). Sempre nel 2015, ha debuttato al Teatro alla Scala di Milano in occasione del Festival delle Orchestre Internazionali. Ha diretto importanti orchestre, tra cui l’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, l’Orchestra Filarmonica della Fenice, l’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari, l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, l’Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari, il Concerto Budapest, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, l’Orchestra di Padova e del Veneto e la Sofia Festival Orchestra. Ha inoltre collaborato con solisti come Mario Brunello, Vittorio Grigolo, Alessandro Carbonare e Rainer Honeck. Nel 2016, Alessandro Cadario debutta con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna in occasione del concerto di gala del Concorso Internazionale di Composizione 2 agosto; con l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, in luglio, nella rassegna Summerwhere; al Festival MiTo SettembreMusica 2016 con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. Dirige inoltre la City Chamber Orchestra di Hong Kong nella Grande Messa in do minore, K. 427 di Mozart, in occasione del suo debutto in Cina. Nella stagione 2016/2017 sono previsti il debutto alla Biennale Musica di Venezia, nel contesto del progetto Biennale College, il ritorno all’Opera di Tirana, con i Carmina Burana di Orff e, alla testa di FurturOrchestra, alla Società del Quartetto di Milano. Il primo dei concerti che dirigerà al Teatro Dal Verme alla testa dei Pomeriggi Musicali, il 20 e 22 ottobre 2016, nel corso della 72ª Stagione sinfonica La Tradizione del Nuovo (direttore artistico: M° Maurizio Salerno), sarà interamente dedicato a Prokof’ev, nel 125° anniversario della nascita. Il secondo appuntamento, del 12 e 14 gennaio 2017, inserito nel ciclo di esecuzioni sinfoniche beethoveniane, sarà dedicato alla Quarta sinfonia di Beethoven e completato dal Concerto per pianoforte n.2 di Saint-Saëns. Oltre al repertorio classico, Alessandro Cadario rivolge la sua attenzione alla musica contemporanea che interpreta con particolare dedizione, vista la sua duplice natura di direttore e compositore. Le sue composizioni sono state presentate in prima assoluta al Lincoln Center di New York, al Teatro dell’Opera di Darmstadt e al National Concert Hall di Taipei. Collabora alla preparazione di FuturOrchestra, Orchestra Giovanile Lombarda, e dell’Orchestra Nazionale del Sistema delle Orchestre e dei Cori Giovanili in Italia, un progetto fortemente voluto dal M° Claudio Abbado, cui Alessandro Cadario continua a rivolgere le energie di chi desidera fortemente contribuire alla formazione della futura generazione di musicisti.

Viviana Lasaracina
Pianoforte
Viviana Lasaracina, nata nel 1988, inizia lo studio del pianoforte all’età di 6 anni, si diploma a 18 con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale presso il Conservatorio Nino Rota di Monopoli sotto la guida del M° Benedetto Lupo frequentando parallelamente corsi di perfezionamento con Berman, Balzani, Virsaladze, De Maria, Scala, Risaliti, Jasinski. Ha vinto il primo premio assoluto in numerosi concorsi pianistici nazionali e internazionali (quali il Città di Cesenatico, il Marco Bramanti di Forte dei Marmi, il TIM – Torneo Internazionale della Musica 2006). Nel Settembre 2004 la Società Umanitaria di Milano le ha assegnato una delle cinque borse di studio destinate ai migliori allievi dei conservatori nazionali. Nello stesso anno le è stato assegnato il Premio Nazionale delle Arti promosso dal MIUR (Ministero Istruzione, Università e Ricerca). Nell’estate 2007 ha vinto la Rassegna riservata ai migliori diplomati d’Italia dell’anno 2006 di Castrocaro Terme. Nel Novembre 2007 si è aggiudicata il Secondo posto intitolato ad Alfredo Casella alla XXIV edizione del prestigioso concorso pianistico nazionale Premio Venezia, suonando nella Sala Grande del Teatro La Fenice. Nel Febbraio 2008 vince l’unica borsa di studio messa a disposizione dalla YMFE (Yamaha Music Foundation of Europe). È finalista della 57ª edizione del Concorso Internazionale Busoni di Bolzano. Svolge attività concertistica; si è esibita in Italia a Torino nella Sala Verdi del Conservatorio, Pistoia, Adria, Mantova al Palazzo Ducale e al Teatro Bibiena, Milano (Società Umanitaria), Roma al Ministero dell’Università e al Teatro Argentina, Salerno al Teatro Verdi, Bari, Pescara, Ravello a Villa Rufolo, Padova all’Auditorium Pollini (Amici della Musica) e Mestre (Amici della Musica), in Germania a Saarbruken, in Spagna nell’Auditorio de Congresos di Zaragoza e in Austria nella Wiener Saal del Mozarteum di Salisburgo . Ha registrato dal vivo per Radio Vaticana. Nel Giugno 2006 ha debuttato nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano per la Società dei concerti riscuotendo grande successo.

Orchestra I Pomeriggi Musicali
27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. In programma Mozart e Beethoven accostati a Stravinskij e Prokov’ev. Nell’immediato dopoguerra, nel pieno fervore della ricostruzione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo lanciano la nuova formazione con un progetto di straordinaria attualità: dare alla città un’orchestra da camera con un solido repertorio classico ed una specifica vocazione alla contemporaneità. Il successo è immediato e l’Orchestra contribuisce notevolmente alla divulgazione popolare in Italia della musica dei grandi del Novecento censurati durante la dittatura fascista: Stravinskij, Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves, Français. I Pomeriggi Musicali avviano, inoltre, una tenace attività di commissione musicale. Per I Pomeriggi compongono infatti Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti, Respighi. Questa scelta programmatica si consolida nel rapporto con i compositori delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi, Vacchi. Oggi I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio che include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo insieme alla gran parte della musica moderna e contemporanea. Compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e Penderecki hanno diretto la loro musica sul podio de I Pomeriggi Musicali, che diventano trampolino di lancio verso la celebrità di tanti giovani artisti. È il caso di Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Natalia Gutman, Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander Lonquich, Alexander Igor Markevitch, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti, Donato Renzetti, Hermann Scherchen, Thomas Schippers, Christian Thielemann, Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti Michelangeli, Bruno Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Massimo Quarta, Maurizio Pollini, Corrado Rovaris e Uto Ughi. Tra i Direttori stabili dell’Orchestra, ricordiamo Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi Gelmetti, Giampiero Taverna e Othmar Maga, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti, Antonello Manacorda e Aldo Ceccato, direttore emerito dell’Orchestra. In alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione artistica; in questa veste: Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello Panni, Marco Tutino, Gianni Tangucci, Ivan Fedele, Massimo Collarini e, da luglio 2013, Maurizio Salerno. L’Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia – all’interno del cartellone di Opera Lombardia – e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane, l’Orchestra è ospite anche delle maggiori sale da concerto europee. I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale. Sede dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è lo storico Teatro Dal Verme, sito nel cuore di Milano.

Direttore: Alessandro Cadario
Pianoforte: Viviana Lasaracina
Orchestra I Pomeriggi Musicali
In collaborazione con Gioventù musicale d’Italia

Biglietteria

DIVERSE SOLUZIONI DI ABBONAMENTI
Per informazioni visita la pagina dedicata: Abbonamenti e Carnet

BIGLIETTI
(ingressi singoli)

Interi:
Primo Settore (Platea, da fila 1 a fila 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a fila 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita

Ridotti*
Primo Settore (Platea da fila 1 a fila 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a fila 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita

*(Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Associazioni Culturali; Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)

Il Cast

Direttore: Alessandro Cadario
Pianoforte: Viviana Lasaracina
Orchestra I Pomeriggi Musicali
In collaborazione con Gioventù musicale d’Italia

Note di sala

Mendelssohn, ouverture Le Ebridi, op. 26
Beethoven, Concerto n. 1, per pianoforte e orchestra in Do maggiore, op. 15
Schubert, Sinfonia n. 3, in Re maggiore, D 200

Note di Sala a cura di Guido Barbieri

Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847)
Ouverture op. 26 “Le Ebridi”

Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra in do maggiore op. 15
Allegro con brio
Largo
Rondò: Allegro scherzando

* * *

Franz Schubert (1797-1828)
Sinfonia n. 3 in re maggiore D 200
Adagio maestoso: Allegro con brio
Allegretto
Menuetto: Vivace
Presto vivace

I luoghi geografici, nella cosiddetta “musica a programma”, vengono quasi sempre trasfigurati in luoghi dell’immaginazione. È ciò che accade nella Ouverture in si minore op. 26 “Le Ebridi” di Felix Mendelssohn, composta a Roma tra il 1830 e il 1831 e poi eseguita a Londra l’anno successivo. Il luogo specificato dal sottotitolo, “Le Grotte di Fingal”, esiste davvero sulla carta geografica (si tratta in realtà di una grotta basaltica sull’Isola di Staffa) e Mendelssohn l’ha visitato davvero durante un viaggio in Scozia compiuto nel 1829. Ma da questo breve poema sinfonico l’ascoltatore non ricava affatto una descrizione naturalistica dell’isola scozzese e della sua grotta, bensì la visione di carattere impressionistico, quasi onirico, di un luogo tutto immaginario. Mendelssohn, oltretutto, per quanto travolto dall’immaginazione sonora, non rinuncia (Liszt è ancora lontano…) allo schema rassicurante della forma sonata. Le Ebridi è in effetti nient’altro che un “Allegro di sonata” canonicamente bitematico: il primo tema esposto da fagotti, viole e violoncelli, il secondo affidato invece ai violoncelli. Breve sviluppo e ripresa in crescendo che si spegne evocando il mormorio trasfigurato delle onde del mare.

Nessun riferimento extra musicale percorre invece il Concerto n. 1 per pianoforte in do maggiore op. 15 di Ludwig van Beethoven. Musica pura, musica assoluta e nonostante l’autocritica impietosa del suo autore, di grande maturità stilistica. Nel 1795, quando Beethoven mette mano agli abbozzi del Primo Concerto (eseguito poi a Vienna nel 1800), il modello del concerto pianistico è ancora prigioniero degli schemi pre-classici: solista e orchestra “mettono in scena” un dialogo che si svolge secondo la formula “barocca” dell’alternanza tra le voci. L’ideale della perfetta fusione sinfonica tra solo e tutti – pure prefigurato dagli ultimi concerti di Mozart – è ancora lontano e lo stesso Beethoven lo realizzerà pienamente soltanto nell’”Imperatore”. Ma qui siamo alle prove generali.  L’Allegro con brio inziale afferma con decisione la preminenza dell’orchestra che in una introduzione insolitamente estesa (più di centocinquanta misure) espone il materiale tematico di base. Al pianoforte, per il momento, non resta che la canonica funzione ornamentale. I due temi principali vengono infatti variati, decorati (ricorrendo all’artifizio piuttosto convenzionale delle terze da terze ascendenti e discendenti), ma non sostanzialmente elaborati. Nel Largo centrale è il pianoforte però ad assumere la funzione di guida tematica e infatti espone un lied, anch’ esso delicatamente ornato, con il quale l’orchestra non si fonde, ma si limita a dialogare. Nel Rondò finale solo e tutti si intarsiano con maggiore frequenza, entrambi sottoposti ad un trattamento ritmico impulsivo, energico, che fa emergere dall’insieme un tratto “umoristico” inconfondibilmente beethoveniano.

Anche Schubert, nonostante i suoi freschi diciott’anni, guarda lontano quando nel 1815 mette mano alla sua terza prova sinfonica. Non ha tempo, né necessità di guardarsi troppo indietro, verso gli approdi ai quali era giunta la sinfonia viennese, né ha troppa voglia di confrontarsi da vicino con il modello incombente della sinfonia beethoveniana. E allora sceglie, sin da ora, una via personale, del tutto individuale. La Sinfonia n. 3 in re minore D. 200, nata con la proverbiale rapidità tra l’11 e il 19 luglio, mostra sin dall’inizio più anomalie che convenzioni. L’Adagio maestoso inziale non è una semplice introduzione al movimento successivo, bensì una sorta di collettore che anticipa e raggruppa i materiali tematici dell’Allegro. Del tutto insolita l’esposizione dei temi principali affidati non ad una famiglia strumentale, bensì a due solisti: il primo tema è intonato dal clarinetto, il secondo dall’oboe. Come se non bastasse il secondo tema, nella ripresa, riappare non alla tonica – secondo le regole sonatistiche – bensì alla sottodominante: modulazione tipicamente schubertiana. Il terzo movimento non è un Adagio – come ci si potrebbe aspettare a questo punto – bensì un Minuetto che possiede però l’impeto e la robustezza di uno scherzo di Beethoven. Il Presto vivace finale è un classico rondò che però assume gradualmente il tempo, il metro l’andamento febbrile, la carica agogica di una imprevedibile Tarantella. Come per molte delle sue opere strumentali Schubert non assisterà mai all’esecuzione pubblica della sua Terza Sinfonia: la “prima” avverrà infatti soltanto quasi settant’anni più tardi, al Crystal Palace di Londra, il 19 febbraio del 1881.