74ª Stagione Sinfonica Orchestra I Pomeriggi Musicali Ritratti d'Autore - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 20 dicembre 2018
Ore: 10:00*
giovedì 20 dicembre 2018
Ore: 20:00
*I Pomeriggi in anteprima

Note

Concerto parte dell’iniziativa “Novecento italiano”, un palinsesto lungo un anno per raccontare, ricordare e riflettere sulla grande avventura culturale del secolo scorso.

Per informazioni: www.comune.milano.it

Direttore: Nicola Giuliani
Clarinetto: Marco Giani
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Biglietteria

DIVERSE SOLUZIONI DI ABBONAMENTI
Per informazioni visita la pagina dedicata: Abbonamenti e Carnet

Biglietti (ingressi singoli)
Interi Primo Settore € 20,00 + prev.
Secondo Settore € 14,50 + prev.
Balconata € 11,00 + prev.
Ridotti* Primo Settore € 16,00 + prev.
Secondo Settore € 12,50 + prev.
Balconata € 9,00 + prev.
Primo Settore (Platea, da fila 1 a fila 30)
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a fila 40)

I Pomeriggi in Anteprima
Biglietti:
Interi € 10,00 + prev.
Ridotti* € 8,00 + prev.
*(Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Associazioni Culturali; Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)

Il Cast

Direttore: Nicola Giuliani
Clarinetto: Marco Giani
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Note di sala

Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Sinfonia n. 5 op. 67 in do minore
Allegro con brio
Andante con moto
Scherzo: Allegro
Allegro

* * *

Gioachino Rossini (1792-1868)
Il barbiere di Siviglia, ouverture 

Gioachino Rossini
Il viaggio a Reims, ouverture 

Gioachino Rossini
Introduzione, tema e variazioni per clarinetto e orchestra 

Benjamin Britten (1913-1976) / Gioachino Rossini
Matinées musicales
March (da GuillaumeTell, “Pas de six”)
Nocturne (da Soirées Musicales, n. 10 “La pesca”)
Waltz (da Soirées Musicales, n. 4 “L’orgia”)
Pantomime (da Soirées Musicales, n. 2 “Il rimprovero”)
Moto perpetuo (Gorgheggi e solfeggi) 

Gioachino Rossini / Ottorino Respighi (1879-1936)
Tarantella da La boutique fantasque

Note di sala a cura di Gaia Varon
C’è una sorta di mitologia che si è costruita nel tempo sull’opposizione fra Beethoven e Rossini, due figure che sono diventate rappresentative di due concezioni fondamentalmente diverse del comporre nella storia della musica europea. C’è un aneddoto, più simbolico che documentato, di un incontro fra i due, a Vienna nel 1822, siglato da una lapidaria esortazione beethoveniana a «fare molti Barbieri»; c’è un racconto di Rossini che ricordava il suo stupore di fronte al contrasto fra il proprio stile di vita al culmine del successo e l’esistenza ormai misera di Beethoven; e testimonianze diverse di un’autentica amarezza di questi nel vedersi messo da parte dalla moda rossiniana, peraltro una vera e propria febbre che si sparse nel mondo portando le sue opere ben oltre i confini europei.

A poco a poco l’immagine si fece più stabile e vivida, il giovane Rossini coccolato dalle aristocrazie e il vecchio Beethoven che languiva in povertà, sostanzialmente dimenticato. Nei fatti, non andò proprio così, ma il mito ha resistito a lungo e si è poi infilato, sia pur debitamente riformulato, nella riflessione critica, trasformando l’incrocio biografico in contrapposizione fra due filosofie musicali. Uno dei più autorevoli musicologi del secolo scorso, Carl Dahlhaus, vedeva in Beethoven e Rossini i fondamenti di un dualismo stilistico irriducibile fra la densità tematica e costruttiva della musica strumentale, e la leggerezza operistica sorretta dalla melodia. Oggi anche la posizione di Dahlhaus comincia a essere vista come una, sia pur acuta e feconda, riduzione concettuale, più funzionale come chiave di lettura in una certa stagione critica che come una fotografia definitiva di ciò che Beethoven e Rossini rappresentano separatamente e a confronto.

L’accostamento proposto nel concerto di stasera è dunque anche l’occasione per ascoltare Beethoven con orecchie rossiniane e viceversa, soprattutto nel confronto sulla drammatizzazione dei contrasti e le strategie di costruzione della tensione musicale; magari tenendo a mente, nell’ascoltare la Quinta, una fra le più ispirate maniere di raccontarla, ben prima che piombasse su Vienna la folgore rossiniana: secondo E.T.A. Hoffmann, che la recensì nel 1809, la Quinta «trasporta l’ascoltatore in un’atmosfera sempre più intensa, fino a trascinarlo irresistibilmente nel regno etereo dell’infinito» e «sino all’accordo finale, anzi per qualche momento dopo di esso, non gli sarà possibile uscire dal meraviglioso regno degli spiriti, dove gioia e dolore, rivestiti di note, lo circondavano».

Prima di conquistare il mondo, Il barbiere di Siviglia ebbe un disastroso debutto a Roma nel 1816, in cui era introdotto da un brano basato su temi spagnoli; Rossini poi lo buttò alle ortiche, sostituendolo con l’ouverture dell’Elisabetta, regina d’Inghilterra, la quale era però già un riciclaggio di quella originariamente composta per Aureliano in Palmira di due anni prima. Aldilà del pragmatismo, spesso criticato, e dell’esigenza di comporre tanto e velocemente, Rossini poteva permettersi di traslocare così disinvoltamente una sinfonia da un’opera all’altra, anche di generi diversi, perché non si trattava di una compilazione dei temi successivi, una sorta di riassunto avanti l’opera, come poi diventerà la norma, bensì di una costruzione squisitamente musicale di cui l’ouverture che ormai chiamiamo del Barbiere offre l’incarnazione più celebre: un’introduzione lenta in cui interviene un assolo cantabile di uno strumento a fiato e una seconda parte veloce, basata su due temi contrastanti, uno dei quali innesca il celeberrimo «crescendo rossiniano».

Più intricata la vicenda dell’ouverture del Viaggio a Reims perché intricata è quella dell’opera stessa: primo lavoro scritto da Rossini dopo il suo trasferimento a Parigi, fu rappresentato nel 1825 in occasione dei festeggiamenti per la salita al trono di Carlo X; dato l’esito non brillante, l’autore la ritirò, vietandone la pubblicazione e riutilizzandone molte parti per un’altra opera, Le Comte Ory. Considerato a lungo perduto, Il viaggio a Reims fu riportato in vita nel 1984, in una memorabile produzione del Rossini Opera Festival con la direzione di Claudio Abbado e la regia di Luca Ronconi. L’ouverture che porta il titolo dell’opera tuttavia non fu eseguita nel 1825 e contiene frammenti tematici che rimandano a opere successive, dunque la sua origine è incerta, ma è senz’altro un’incarnazione fra le più riuscite di quel «sinfonismo in miniatura» che Rossini sviluppò nelle sue ouvertures.

L’architettura è ovviamente diversa, ma nell’Introduzione, tema e variazioni per clarinetto e orchestra Rossini affida allo strumento solista l’esposizione del tema con modalità che riecheggiano la parte lenta delle sinfonie per lasciare poi ampio spazio al virtuosismo di uno strumento che all’epoca era ancora giovane.

Dei tanti incontri fra la musica di Rossini e altri autori, quello con Britten è fra i più felici: le sue Matinées musicales del 1941 (che assieme a una precedente serie di Soirées musicales del 1937 costituirono la musica di uno splendido balletto coreografato da Balanchine) sono arrangiamenti di estratti rossiniani, che ne conservano le armonie e le dimensioni dell’orchestra, tingendoli però di una diversa mano di inventiva giocosa, un amalgama delizioso del Rossini maturo dei salotti parigini e di un giovane inglese che chiaramente si divertiva.

Segue armonie e fraseggi originali, ma li riveste di colori necessariamente nuovi anche Ottorino Respighi quando usa, anche lui, alcune delle musiche giocose che Rossini scriveva in vecchiaia per i suoi ospiti e amici, molti anni dopo aver interrotto la carriera pubblica. Respighi, profondamente interessato alla musica italiana del passato, andò a scartabellare a Pesaro i manoscritti lì conservati di quelle musiche e nel 1919 ne scelse alcune, fra cui la Tarantella, da orchestrare e inserire nella partitura di un balletto, La boutique fantasque, per i Ballets Russes di Sergej Djagilev.

M° Nicola Giuliani
Direttore d’orchestra
Ha diretto orchestre in Italia, Russia, Ucraina, Germania, Belgio, Lussemburgo, Spagna, Olanda, Danimarca, Romania, Bulgaria, Polonia, Serbia, Croazia, Turchia, Stati Uniti, Venezuela, Messico e Cina; collaborando con solisti tra cui Leo Nucci, Fiorenza Cossotto, Chris Merritt, Katia Ricciarelli, Albina Shagimuratova, José Bros, Roberto Scandiuzzi, Natalia Lomeiko, Benedetto Lupo, Oystein Baadsvik, Ning Feng, Giuseppe Albanese, Julian Rachlin, Mengla Huang.

Ha collaborato con la Filarmonica “G. Enescu” di Bucarest, Orchestra Sinfonica Nazionale Ucraina di Kiev, Orchestra Filarmonica di Sofia, dirigendole in sede ed in tournees realizzate in Italia, Germania, Olanda, Spagna, Danimarca e Cina. (Gewandhaus di Lipsia, Herkules-Saal di Monaco, Jahrhunderthalle di Francoforte, Musikhalle di Amburgo, Svetlanov Hall Dom Musiki di Mosca, Sala Verdi del Conservatorio di Milano, Beijing Concert Hall, Beijing NCPA, Shanghaj Concert Hall, Guangzhou Opera Theatre, etc.)

È stato direttore ospite del Teatro dell’Opera di Odessa, Opera Nationala Romana Timisoara e Cluj, Lvov National Opera Theatre, Kiev National Opera, Teatro Filarmonico di Verona, Teatro Verdi di Salerno, Teatro V. Emanuele di Messina, Teatro San Carlo di Napoli, ed altri… dove ha diretto produzioni di Norma, Carmen, Traviata, Rigoletto, Aida, Trovatore, Un Ballo in Maschera, Nabucco, Madama Butterfly, Turandot, Tosca, Boheme, Pagliacci, Cavalleria Rusticana, Il barbiere di Siviglia, Don Pasquale, Lucia di Lammermoor, Don Giovanni, Così fan Tutte; i balletti: Cenerentola, Lo Schiaccianoci, Lago dei Cigni, Bella Addormentata, Giselle, Il Pipistrello.

Ha tenuto masterclasses:

–          per Giovani Direttori al Conductor Institute dell’Università del Sud Carolina a Columbia

–          per i cantanti del “Young Talent Opera Programme” al Teatro Bolshoj di Mosca.

Recentemente ha diretto: l’Orquesta Sinfónica del Estado de México, Orchestra Sinfonica dell’Arena di Verona, Orchestra Filarmonica di Sofia, China Radio Symphony Orchestra, “Russkaya Filarmonia” Moscow City Symphony Orchestra, Orchestra Filarmonica di Belgrado, Janacek Philharmonic Orchestra, Martinù Philharmonic Orchestra, Istanbul State Symphony Orchestra, Slovak State Sinfonietta, SüdWestfalen Deutsche Philharmonie, The National Philharmonic of Russia, Croatian Radiotelevision Symphony Orchestra, Orchestra Sinfonica del Teatro San Carlo di Napoli, Moscow State Symphony Orchestra “Novaya Rossiya”.

È direttore ospite permanente della National Symphony Orchestra of Ukraine di Kiev.

Marco Giani
Clarinetto solista
Primo clarinetto dell’orchestra I Pomeriggi Musicali, Marco Giani si è diplomato con il massimo dei voti e la lode con il M° Bulfone e si è successivamente laureato con 110 e lode presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano sotto la guida del M° Magistrelli. Vincitore in numerosi concorsi nazionali e internazionali, si è inoltre distinto tra i finalisti (unico italiano ammesso) del prestigioso Concorso Internazionale di Musica ARD di Monaco di Baviera 2012. Ha collaborato con numerose orchestre, tra le quali: l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, la Schleswig Holstein Musik Festival Orchester in Germania, l’Orchestra del Verbier Festival in Svizzera, la Filarmonica del Teatro Verdi di Trieste, l’Orchestra Regionale Toscana di Firenze, l’Orchestra Cherubini di Piacenza e Ravenna, esibendosi sotto la direzione di importanti direttori quali Gatti, Muti, Eschenbach, Zacharias, Gergiev. Ha suonato in alcune fra le più importanti sale concertistiche in tutta Europa, in Canada e negli USA quali: Musikverein di Vienna, Semperoper di Dresda, Konzerthaus di Berlino, Louise M. Davies Symphony Hall di San Francisco, Toronto Roy Thomson Hall, Carnegie Hall di New York. In qualità di solista si è esibito con importanti orchestre quali: l’Orchestra I Pomeriggi Musicali, la Münchener Kammerorchester (ARD), i Kapelle Dresden Solisten, e importanti direttori fra cui: Walter Weller, Andriy Yurkeviych, Helmut Branny. Nel 2016 è stato solista in Germania con la Deutsche Staatsphilharmonie Rheinland-Pfalz.

Orchestra I Pomeriggi Musicali
27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. In programma Mozart e Beethoven accostati a Stravinskij e Prokov’ev. Nell’immediato dopoguerra, nel pieno fervore della ricostruzione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo lanciano la nuova formazione con un progetto di straordinaria attualità: dare alla città un’orchestra da camera con un solido repertorio classico ed una specifica vocazione alla contemporaneità. Il successo è immediato e l’Orchestra contribuisce notevolmente alla divulgazione popolare in Italia della musica dei grandi del Novecento censurati durante la dittatura fascista: Stravinskij, Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves, Français. I Pomeriggi Musicali avviano, inoltre, una tenace attività di commissione musicale. Per I Pomeriggi compongono infatti Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti. Questa scelta programmatica si consolida nel rapporto con i compositori delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi, Vacchi. Oggi I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio che include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo insieme alla gran parte della musica moderna e contemporanea. Compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e Penderecki hanno diretto la loro musica sul podio de I Pomeriggi Musicali, che diventano trampolino di lancio verso la celebrità di tanti giovani artisti. È il caso di  Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Natalia Gutman, Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander Lonquich, Alexander Igor Markevitch, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti, Donato Renzetti, Hermann Scherchen, Thomas Schippers, Christian Thielemann, Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti Michelangeli, Bruno Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Massimo Quarta, Maurizio Pollini, Corrado Rovaris e Uto Ughi. Tra i Direttori stabili dell’Orchestra, ricordiamo Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi Gelmetti, Giampiero Taverna e Othmar Maga, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti, Antonello Manacorda e Aldo Ceccato, direttore emerito dell’Orchestra. In alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione artistica; in questa veste: Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello Panni, Marco Tutino, Gianni Tangucci, Ivan Fedele, Massimo Collarini e, da luglio 2013, Maurizio Salerno. L’Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia – all’interno del cartellone di Opera Lombardia – e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane, l’Orchestra è ospite anche delle maggiori sale da concerto europee. I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale. Sede dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è lo storico Teatro Dal Verme, sito nel cuore di Milano.