75ª Stagione Sinfonica dell'Orchestra I Pomeriggi Musicali - Anniversari - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 20 febbraio 2020
Ore: 10:00*
giovedì 20 febbraio 2020
Ore: 20:00
sabato 22 febbraio 2020
Ore: 17:00
*I Pomeriggi in anteprima

Direttore e pianoforte: Louis Lortie
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Biglietteria

Biglietti singoli concerti:
Interi Primo Settore € 20,00 + prev.
Secondo Settore € 14,50 + prev.
Balconata € 11,00 + prev.
Ridotti* Primo Settore € 16,00 + prev.
Secondo Settore € 12,50 + prev.
Balconata € 9,00 + prev.
I Pomeriggi in Anteprima:
Biglietti posto unico
Interi € 10,00 + prev.
Ridotti* € 8,00 + prev.
Primo Settore (Platea, da fila 1 a fila 30)
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a fila 40)
Ridotti* Giovani under 26; Anziani over 60; Biblioteche; Cral; Associazioni Culturali; Gruppi; Scuole e Università.

Il Cast

Direttore e pianoforte: Louis Lortie
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Note di sala

Edvard Grieg (1843-1907)
Suite in stile antico op. 40 “Dai tempi di Holberg”
I: Preludium: Allegro vivace
II: Sarabande: Andante espressivo
III: Gavotte: Allegretto
IV: Air: Andante religioso
V: Rigaudon: Allegro con brio

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Concerto per pianoforte e orchestra n. 23 in La Maggiore K 488
I: Allegro
II: Adagio
III: Allegro assai

***
Edvard Grieg  (1843-1907)
Concerto per pianoforte e orchestra in la minore op.16
I: Allegro molto moderato
II: Adagio
III: Allegro moderato molto e marcato

La Holberg Suite, o più esattamente “Ai tempi di Holberg – Suite in stile antico” è una composizione in cinque tempi che Grieg scrisse nel 1884 inizialmente per pianoforte ma che è più nota nella successiva versione strumentata dallo stesso autore per piccola orchestra d’archi. Fu composta in occasione del 200° anniversario della nascita dello scrittore e umanista norvegese Ludvig Holberg, “il Molière del nord, creatore della moderna letteratura danese-norvegese” (così recita la didascalia della partitura pianistica). Mi è venuto dunque in mente di volerne saper di più su Holberg, il quale fu uno dei più eclettici intellettuali del suo paese, scrittore, saggista, filosofo, storico, giurista ma anche drammaturgo, attratto come altri suoi connazionali da una sete di conoscenza senza uguali, accompagnata da un talento singolare, da capacità imprenditoriale, nonché da spirito filantropico. E visto che siamo all’epoca del regno danese-norvegese, quando i due Stati erano uniti sotto un unico sovrano, mi è tornato in mente un intellettuale danese quasi suo contemporaneo, che segnalo ai lettori supercuriosi, Caspar Bartholin (1655-1738), insieme a un saggio di Elena Previdi a lui dedicato nella Rivista italiana di musicologia del 2017.

Accingendomi a scrivere una breve introduzione al Concerto n. 23 di Mozart, mi sono anche chiesto (l’avrete fatto anche voi, no?) quale fosse la relazione per una presenza di quest’ultimo in mezzo a due brani di Grieg, e non trovandola a mente mi sono gettato in una ricerca che ha dato come risultato – non ne avevo la più pallida idea – la notizia di parti aggiuntive di secondo pianoforte scritte appositamente da Grieg per alcune sonate pianistiche di Mozart. Non una spiegazione da lasciare a bocca aperta, ma almeno un nesso che può apparire sufficiente.

Il 23° Concerto per pianoforte di Mozart fu completato il 2 marzo 1786, parallelamente al lavoro sull’opera Le nozze di Figaro. Come i precedenti concerti, a partire dal 15°, è uno dei grandi brani che Mozart ha composto per le sue esibizioni concertistiche viennesi. Nel settembre del 1786 egli inviò la composizione, insieme ad altre, al suo ammiratore Joseph Maria principe di Fürstenberg a Donaueschingen, in modo che egli potesse eseguirla. Il KV 488 rappresenta la quintessenza del concerto classico per pianoforte ed è uno dei più famosi lavori di Mozart. La parte solistica è concepita in maniera molto più virtuosistica rispetto ad esempio al concerto n. 22 che lo precede, mentre la concezione formale complessiva è decisamente innovativa anche per la presenza di strette affinità tematiche tra un tempo e l’altro che precorrono il concerto per pianoforte di epoca successiva. Le tre sezioni principali del primo tempo (esposizione, sviluppo, ripresa) sono perfettamente equilibrate e solo la ripresa è un poco più estesa in quanto vi vengono ampiamente rielaborate le idee introdotte nello sviluppo (un procedimento che incontreremo anche nei concerti per pianoforte di Beethoven e in altre composizione romantiche di questo genere). Ci potreste credere se vi dico che la breve cadenza alla fine di questo primo tempo fu il motivo della rottura del sodalizio artistico tra Abbado e l’immensa pianista Hélène Grimaud, dopo quindici anni di felicissima collaborazione, perché la solista voleva registrare la cadenza di Busoni e non quella originale di Mozart? Ci credereste? Sembra impossibile, ma è così.

E veniamo al Concerto per pianoforte in la min. op. 16, composto da Edvard Grieg nel 1868, l’unico da lui lasciatoci per tale strumento e uno dei più famosi di tutto il repertorio per concerto solista con pianoforte. E’ spesso messo a confronto con quello di Schumann, non solo per l’analoga tonalità d’impianto, per un serie di arpeggi discendenti che si ritrovano in entrambi i brani, ma soprattutto per uno stile formale piuttosto simile. Grieg aveva ascoltato il concerto di Schumann nell’esecuzione di Clara Schumann a Lipsia nel 1858 ed era in generale molto influenzato dallo stile pianistico di Schumann, avendo tra l’altro studiato il pianoforte con un amico di quest’ultimo, Ernst Ferdinand Wenzel. Il lavoro ebbe la sua prima esecuzione a Copenaghen il 3 aprile 1869 con Edmund Neupert come solista e la Orchestra Reale Danese diretta da Holger Simon Paulli, il più celebre direttore d’orchestra danese dell’epoca. Ma siccome mi piace ricordare anche fatti che suscitano curiosità, rammento che una delle più memorabili interpretazioni di questo concerto si deve ad Arthur Rubinstein sotto la direzione di André Previn con la London Symphony Orchestra. Ebbene, lo stesso Previn, il quale ci ha lasciato esattamente un anno fa e la cui vita privata sembra degna di un romanzo d’avventura (cinque matrimoni, il terzo dei quali con Mia Farrow e sei figli), fu il protagonista di uno dei più memorabili sketch del serial comico di culto della BBC, quello dei mitici Morecambe e Wise, dedicato per l’appunto al Concerto di Grieg (per chi volesse ritagliarsi un po’ di tempo per due risate al riguardo, segnalo che il video è integralmente disponibile su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=R7GeKLE0x3s insieme peraltro al secondo intervento di Previn nella stessa serie comica, che dimostra come egli avrebbe potuto tranquillamente aspirare anche a una brillante carriera da attore, beffardo e sornione).

note a margine di Renato Meucci
M° Louis Lortie
Direttore d’orchestra e pianoforte

Per più di tre decenni, il pianista franco-canadese Louis Lortie sì è esibito in tutto il mondo, ottenendo la fama di essere uno degli artisti più versatili al mondo. Riesce infatti ad estendere la sua voce interpretativa a un vasto raggio di repertorio e le sue esibizioni, così come le sue pluripremiate registrazioni, testimoniano la sua notevole poliedricità musicale. Molto richiesto in tutti e cinque i continenti, Louis Lortie ha instaurato collaborazioni ricorrenti con orchestre quali la BBC Symphony Orchestra, la BBC Philharmonic, l’Orchestre National de France e la Dresden Philharmonic in Europa; la Philadelphia Orchestra, la Dallas Symphony, la San Diego Symphony e la St Louis Symphony negli Stati Uniti. Nel suo paese natale, il Canada, si esibisce regolarmente con le orchestre più rinomate a Toronto, Vancouver, Montreal, Ottawa e Calgary. Altre collaborazioni di rilievo comprendono la Sinfonica di Shanghai, dove è stato artist-in-residence nel 2017-18, la Hong Kong Philharmonic, la National Symphony Orchestra di Taiwan e le Orchestre Sinfoniche di Adelaide e Sydney. Direttori d’orchestra con cui ha collaborato regolarmente sono Yannick Nézet-Séguin, Edward Gardner, Sir Andrew Davis, Jaap Van Zweden, Simone Young, Antoni Wit e Thierry Fischer. Nel campo dei recital e della musica da camera, Louis Lortie appare in tutte le sale da concerto e festival più prestigiosi del mondo, tra cui la Wigmore Hall di Londra, la Philharmonie di Parigi, la Carnegie Hall, la Chicago Symphony Hall, la Beethovenfest Bonn ed il Liszt Festival di Raiding. Louis Lortie è co-fondatore e Direttore Artistico del LacMus International Festival on Lake Como oltre che ‘Master in Residence’ alla Queen Elisabeth Music Chapel di Bruxelles. Insieme alla pianista Hélène Mercier, con la quale ha fondato il Duo Lortie-Mercier, ha potuto focalizzare nuova luce sul repertorio per pianoforte a quattro mani o per due pianoforti, sia nei concerti dal vivo sia con registrazioni di successo. Molto prolifico anche in campo discografico, nell’arco di trentacinque anni ha effettuato più di quarantacinque registrazioni per Chandos Records, spaziando in un repertorio che va da Mozart a Stravinsky, compresa l’integrale delle Sonate di Beethoven e degli ‘Années de pèlerinage’ di Liszt, nominata tra le principali dieci registrazioni del 2012 dal New Yorker. Una delle sue incisioni di Chopin (parte di un progetto ancora in compimento di registrare tutta la musica per pianoforte solo di Chopin) è stata nominata tra le Registrazioni dell’Anno nel 2012 dal New York Times. In duo con Hélène Mercier ha registrato il ‘Carnevale degli Animali’ con Neeme Jarvi e la Filarmonica di Bergen, oltre al Concerto per due pianoforti di Vaughan-Williams e l’opera completa per due pianoforti di Rachmaninov. Progetti discografici per il futuro prevedono opere per pianoforte e orchestra di Saint-Saëns con la BBC Philharmonic e opere per pianoforte di Fauré. Louis Lortie ha studiato a Montreal con Yvonne Hubert (alunna del leggendario Alfred Cortot), a Vienna con Dieter Weber e, in seguito, con Leon Fleisher. Nel 1984 ha vinto il Primo Premio al Concorso Busoni e, nello stesso anno, si è contraddistinto alla Leeds Competition.

Orchestra I Pomeriggi Musicali

27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. In programma Mozart e Beethoven accostati a Stravinskij e Prokof’ev. Nell’immediato dopoguerra, nel pieno fervore della ricostruzione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo lanciano la nuova formazione con un progetto di straordinaria attualità: dare alla città un’orchestra da camera con un solido repertorio classico ed una specifica vocazione alla contemporaneità. Il successo è immediato e l’Orchestra contribuisce notevolmente alla divulgazione popolare in Italia della musica dei grandi del Novecento censurati durante la dittatura fascista: Stravinskij, Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves, Français. I Pomeriggi Musicali avviano, inoltre, una tenace attività di commissione musicale. Per I Pomeriggi compongono infatti Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti. Questa scelta programmatica si consolida nel rapporto con i compositori delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi, Vacchi. Oggi I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio che include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo insieme alla gran parte della musica moderna e contemporanea. Compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e Penderecki hanno diretto la loro musica sul podio de I Pomeriggi Musicali, che diventano trampolino di lancio verso la celebrità di tanti giovani artisti. È il caso di  Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Natalia Gutman, Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander Lonquich, Alexander Igor Markevitch, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti, Donato Renzetti, Hermann Scherchen, Thomas Schippers, Christian Thielemann, Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti Michelangeli, Bruno Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Massimo Quarta, Maurizio Pollini, Corrado Rovaris e Uto Ughi. Tra i Direttori stabili dell’Orchestra, ricordiamo Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi Gelmetti, Giampiero Taverna e Othmar Maga, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti, Antonello Manacorda e Aldo Ceccato, direttore emerito dell’Orchestra. In alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione artistica; in questa veste: Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello Panni, Marco Tutino, Gianni Tangucci, Ivan Fedele, Massimo Collarini e, da luglio 2013, Maurizio Salerno. L’Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia – all’interno del cartellone di Opera Lombardia – e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane, l’Orchestra è ospite anche delle maggiori sale da concerto europee. I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale. Sede dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è lo storico Teatro Dal Verme, sito nel cuore di Milano.