Le date
EVENTO SOSPESO
Direttore: George Pehlivanian
Violino: Andrea Obiso
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Biglietteria
Biglietti singoli concerti:
Interi Primo Settore € 20,00 + prev.
Secondo Settore € 14,50 + prev.
Balconata € 11,00 + prev.
Ridotti* Primo Settore € 16,00 + prev.
Secondo Settore € 12,50 + prev.
Balconata € 9,00 + prev.
I Pomeriggi in Anteprima:
Biglietti posto unico
Interi € 10,00 + prev.
Ridotti* € 8,00 + prev.
Primo Settore (Platea, da fila 1 a fila 30)
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a fila 40)
Ridotti* Giovani under 26; Anziani over 60; Biblioteche; Cral; Associazioni Culturali; Gruppi; Scuole e Università.
Il Cast
Direttore: George Pehlivanian
Violino: Andrea Obiso
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Note di sala
Anniversari X: Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Ludwig van Beethoven
Concerto per violino e orchestra in Re Maggiore op. 61
I: Allegro ma non troppo
II: Larghetto
III: Rondo: Allegro
***
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 5 in do minore op. 67
I: Allegro con brio
II: Andante con moto
III: Scherzo: Allegro
IV: Allegro
Il concerto per violino e orchestra op. 61, l’unico composto e portato a termine da Beethoven per questo strumento, fu destinato al virtuoso Franz Clement (1780-1842). Nel 1802 Clement aveva assunto il ruolo di primo violino al Theater an der Wien, nel 1804 aveva preso parte alla prima esecuzione della Terza sinfonia di Beethoven e nel 1806 si era infine deciso a chiedere al compositore un concerto per violino e orchestra da eseguire in un’Accademia musicale organizzata per il 23 dicembre di quell’anno. Beethoven portò a termine l’incarico ricopiando la partitura tra la fine di novembre e l’imminenza dell’esecuzione (lo ha dimostrato la comparazione degli inchiostri da lui utilizzati in quel periodo; si fa anche questo in musicologia, sappiatelo). Tempi sufficientemente lunghi che spingono dunque a mettere in dubbio una testimonianza secondo la quale, a causa del presunto ritardo di Beethoven, Clement lo avrebbe eseguito “senza prove preliminari, a prima vista” (Wheelock Thayer 1872, II, 325). La prima edizione apparve nel 1809 a Vienna ed è dedicata a Stephan von Breuning, forse il miglior amico di Beethoven, che per un periodo condivise con lui anche l’abitazione. L’opera è considerata un prototipo del suo genere e ha influenzato in modo significativo lo sviluppo di questa forma musicale. Tuttavia, la prima esecuzione si rivelò di scarso successo e il concerto fu in seguito raramente eseguito, risultando troppo impegnativo per la maggior parte dei violinisti e allo stesso tempo troppo poco virtuosistico. Fu solo nel 1844, 17 anni dopo la morte di Beethoven, che arrivò la svolta, quando l’allora tredicenne Joseph Joachim (1831-1907) ne diede una nuova esecuzione da solista, con un’orchestra londinese diretta da Felix Mendelssohn Bartholdy, consacrandola da allora come una delle opere più importanti della letteratura concertistica per violino.
Andrea Obiso (1994) non ha più tredici anni, ma certo a quell’età era già in grado di competere con i più grandi violinisti, visto che proprio allora fece il suo debutto con il Concerto n. 5 di Vieuxtemps (quello ascoltato in stagione all’inizio dell’anno) e da lì i suoi primati si sono succeduti, con tanti meritatissimi successi nazionali e internazionali.
La Quinta di Beethoven, uno dei brani più popolari della musica d’arte, viene definita anche come la Sinfonia del “destino che bussa alla porta” ciò che si riferisce, secondo una descrizione che risalirebbe allo stesso Beethoven, all’incisivo tema iniziale con tre brevi sol in fortissimo seguiti da un mi bemolle tenuto più a lungo. Stando a una tenace interpretazione romantica, durata ancora per buona parte del XX secolo, la Quinta, non molto diversamente dalla Nona con il suo finale “Inno alla gioia”, rappresenta una sorta di idealistico per aspera ad astra, il viaggio dell’uomo dalla notte alla luce, al quale fa riscontro musicale anche la risoluzione dal modo minore al modo maggiore. Ma eccovi una storia che dovrebbe rivelare a tutti coloro che credono un po’ troppo nell’idealizzazione delle opere di Beethoven, anche il risvolto pratico e inevitabile della quotidianità beethoveniana. Dopo che il conte boemo Franz von Oppersdorff ebbe modo di conoscere il compositore nel 1806 gli commissionò due sinfonie; il completamento della Quinta avvenne nella primavera del 1808, periodo nel quale fu terminata anche la Sesta. Siccome la Quinta doveva essere dedicata proprio a Oppersdorff, questi effettuò diversi pagamenti che gli avrebbero garantito per un certo periodo i diritti di proprietà sull’opera. Beethoven tuttavia vendette il suo lavoro al principe Lobkowitz, uno dei suoi principali sostenitori, e lo dedicò a lui e al conte Andrei Kirillowitsch Rasumowski, a cui in seguito offrì anche i tre quartetti d’archi op.59. Ad Oppersdorff l’autore scrisse il 1° ottobre 1808 giustificandosi così: “Le difficoltà mi costrinsero a vendere la sinfonia, scritta per lei […] a qualcun altro” (in compenso gli dedicò la Quarta…). Ma non è tutto, nel giugno 1808, in previsione di un miglior pagamento, aveva offerto la stessa opera all’editore Breitkopf & Härtel, che la pubblicò poi nel 1809. Insomma, mi pare che l’ideale romantico di un compositore mosso solo dalle proprie idee, se non da veri e propri valori ideali, qui finisca in un vicolo cieco, lasciando il posto, come è naturale, ai comportamenti di chi ha necessità di guadagnarsi da vivere autonomamente con il proprio lavoro. La Quinta sinfonia fu eseguita per la prima volta il 22 dicembre 1808 durante un concerto durato ben quattro ore al Theater an der Wien (che menzioniamo qui per l’ultima volta!). In quella circostanza di portata storica, Beethoven presentò varie altre composizioni che abbiamo già ricordato più volte, tra cui la Messa in do maggiore. La performance non venne accolta con particolare entusiasmo in quanto gli orchestrali non avevano provato abbastanza e il teatro, per di più, non era riscaldato; ma ci volle tuttavia ben poco per accreditare il grande capolavoro, destinato a restare tra i capisaldi della tradizione sinfonica occidentale, e quantomai opportuno per chiudere degnamente questa 75a stagione di concerti.
note a margine di Renato Meucci
M° George Pehlivanian
Direttore d’orchestra
Americano d’adozione, Pehlivanian si è trasferito con la sua famiglia a Los Angeles nel 1975, dove ha studiato direzione d’orchestra con Pierre Boulez, Lorin Maazel e Ferdinand Leitner. Si è imposto all’attenzione internazionale conseguendo, a soli a 27 anni, il Primo premio al Concorso Internazionale per Direttori d’orchestra di Besancon, primo artista americano in assoluto ad aggiudicarsi un riconoscimento di siffatto prestigio. A partire da quel momento, Pehlivanian ha definitivamente consolidato la propria fama imponendosi come uno dei direttori più coinvolgenti della propria generazione. Ha debuttato alla Long Beach Opera di Los Angeles con la direzione di Carmen e in seguito, su invito di Valerij Gergiev, ha diretto Traviata all’Opera del Kirov di San Pietroburgo. A partire dal 2005 ricopre il ruolo di Direttore Artistico e Musicale dell’Orchestra Filarmonica Slovena. Successivamente, è stato nominato Primo Direttore Ospite della Deutsche Staatsphlharmonie Rheinland-Pfalz e, ancora, Direttore Stabile dell’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, affiancando al contempo prestigiose collaborazioni con la Israel Philharmonic Orchestra. Notevoli sono le collaborazioni in ambito italiano: ha diretto l’Orchestra Filarmonica della Scala di Milano, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, il Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra del Teatro di San Carlo di Napoli, l’Orchestra Nazionale della Rai dl Torino, l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. Ha inoltre preso parte a prestigiosi festival, tra cui il Festival dei Maggio Musicale Fiorentino, il Festival Verdi di Parma, e il Ravenna Festival. Tra le più recenti esperienze, Pehlivanian, nell’estate 2008 al Festival di Ljubljana, ha diretto l’Elektra di Strauss e il concerto di chiusura con la Israel Philharmonic. Di rilievo le sue collaborazioni con solisti di prestigio internazionale: Maxim Vengerov, Isabelle Faust, Sergej Krilov, Anne Akiko Meyers, Evelyn Glennie. Numerose le sue incisioni discografiche per BMG, EMI/Virgin Classics, Chandos e Studio SM.
Andrea Obiso
Violino solista
Nato a Palermo nel 1994 da genitori musicisti, è tra i pochi violinisti italiani ad essersi diplomato a soli quattordici anni presso il Conservatorio della sua città. L’incontro con il suo futuro maestro Boris Belkin gli consentirà di essere ammesso all’Accademia Chigiana di Siena ed al Conservatorio di Maastricht. Dopo il Bachelor conseguito in Olanda, si trasferisce in America dove è tra i pochi selezionati ai corsi del rinomato “Curtis Institute Of Music” di Filadelfia. Nello stesso istituto, Andrea si è laureato quest’anno in violino nella classe di Aaron Rosand e Midori Goto, grazie alla cospicua borsa di studio “E. Rosenau”, e dove ha studiato anche direzione d’orchestra, improvvisazione ed estetica musicale con i professori Jonathan Coopersmith, Noam Sivan e Ford Lallerstedt. In questi anni, Andrea ha vinto diversi premi in concorsi internazionali come l’“ARD International Violin Competition 2017” di Monaco, dove ha conseguito anche il premio speciale per la migliore prima esecuzione assoluta del virtuoso pezzo contemporaneo “For solo Violin” di Avner Dorman. Inoltre, è stato vincitore del 1° Premio e Premio del Pubblico al Prix Ravel 2017, 2° Premio al “XI A. Khachaturian International Violin Competition 2015” in Armenia e vincitore di numerosi concorsi nazionali. In stagioni passate ha debuttato in Russia al Palazzo del Cremlino di Mosca con i “Moscow Virtuosi” e ha debuttato in Cina, Korea e Giappone. La stagione 2016-17 lo ha portato in tour in Europa, in Sud America e a debuttare alla Herculessaal e alla Gasteig Philarmonie di Monaco. Infatti, la vincita del premio all’ARD gli ha dato la possibilità di esibirsi in tutta la Germania, registrando per le più importanti radio tedesche, e di debuttare alla prestigiosa Berlin Philarmonie con la Deutsches Symphonie Orchester Berlin registrato da RBB e presentato da Deutschlandfunk Kultur. Andrea Obiso suona un violino “Giuseppe Guarneri del Gesù 1741” affidatogli da NPO “Yellow Angel” e alterna gli archi “E. Pajeot” e “A. Vigneron” di proprietà di “Nippon Violin Co. Ltd.”, Tokyo. Inoltre Andrea veste abiti Christian Dior e del designer giapponese Masao Kakehi.
Orchestra I Pomeriggi Musicali
27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. In programma Mozart e Beethoven accostati a Stravinskij e Prokof’ev. Nell’immediato dopoguerra, nel pieno fervore della ricostruzione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo lanciano la nuova formazione con un progetto di straordinaria attualità: dare alla città un’orchestra da camera con un solido repertorio classico ed una specifica vocazione alla contemporaneità. Il successo è immediato e l’Orchestra contribuisce notevolmente alla divulgazione popolare in Italia della musica dei grandi del Novecento censurati durante la dittatura fascista: Stravinskij, Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves, Français. I Pomeriggi Musicali avviano, inoltre, una tenace attività di commissione musicale. Per I Pomeriggi compongono infatti Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti. Questa scelta programmatica si consolida nel rapporto con i compositori delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi, Vacchi. Oggi I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio che include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo insieme alla gran parte della musica moderna e contemporanea. Compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e Penderecki hanno diretto la loro musica sul podio de I Pomeriggi Musicali, che diventano trampolino di lancio verso la celebrità di tanti giovani artisti. È il caso di Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Natalia Gutman, Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander Lonquich, Alexander Igor Markevitch, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti, Donato Renzetti, Hermann Scherchen, Thomas Schippers, Christian Thielemann, Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti Michelangeli, Bruno Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Massimo Quarta, Maurizio Pollini, Corrado Rovaris e Uto Ughi. Tra i Direttori stabili dell’Orchestra, ricordiamo Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi Gelmetti, Giampiero Taverna e Othmar Maga, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti, Antonello Manacorda e Aldo Ceccato, direttore emerito dell’Orchestra. In alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione artistica; in questa veste: Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello Panni, Marco Tutino, Gianni Tangucci, Ivan Fedele, Massimo Collarini e, da luglio 2013, Maurizio Salerno. L’Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia – all’interno del cartellone di Opera Lombardia – e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane, l’Orchestra è ospite anche delle maggiori sale da concerto europee. I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale. Sede dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è lo storico Teatro Dal Verme, sito nel cuore di Milano.