Le date
Direttore: Günter Neuhold
Orchestra di Padova e del Veneto
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Primo Settore (Platea, da fila 1 a fila 30)
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a fila 40)
Ridotti* Giovani under 26; Anziani over 60; Biblioteche; Cral;
Associazioni Culturali; Gruppi; Scuole e Università
Il Cast
Direttore: Günter Neuhold
Orchestra di Padova e del Veneto
Note di sala
Franz Schubert (1797-1828)
Ouverture in Re Maggiore D 590 “Nello stile italiano”
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Sinfonia n. 36 in Do Maggiore K 425 “Linz”
I: Adagio. Allegro spiritoso
II: Poco Adagio
III: Minuetto e trio
IV: Presto
***
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Sinfonia n. 4 in Si bemolle Maggiore op. 60
I: Adagio – Allegro vivace
II: Adagio
III: Allegro vivace
IV: Allegro ma non troppo
Composta nel maggio del 1817 questa Ouverture “im italienischen Styl” rappresenta, secondo il primo biografo di Schubert, Heinrich Kreissle, il frutto di una sorta di scommessa fatta dal giovane compositore dopo aver assistito insieme ad alcuni amici a una rappresentazione dell’opera Tancredi di Rossini, la cui sinfonia era stata abbondantemente elogiata da questi ultimi. “Schubert, al quale tali lodi sembravano eccessive, dichiarò contrariato che sarebbe stato facile per lui scrivere un’ouverture in uno stile simile, e in brevissimo tempo. I suoi compagni lo presero in parola promettendo di premiare l’iniziativa con un buon bicchiere di vino” (Kreissle 1865, 129). Schubert si mise al lavoro e compose una prima ouverture per orchestra, quella oggi in programma, cui nel novembre dello stesso anno ne fece seguire una seconda (entrambe sono note appunto come “ouvertures in stile italiano”), che furono eseguite con successo anche nella versione per pianoforte a quattro mani realizzata dallo stesso autore. In realtà poco italiana nella forma complessiva (una sinfonia d’opera è altra cosa) essa assomiglia a quest’ultima principalmente nella caratterizzazione dei temi e nella loro condotta. La ouverture/sinfonia qui proposta si apre con un motivo di grande lirismo che abbraccia tutta la lunga introduzione lenta, per poi sfociare in un Allegro brillante, caratterizzato da due temi contrastanti il secondo dei quali è una reminiscenza dell’aria “Di tanti palpiti”, proprio dal Tancredi del grande pesarese.
Wolfgang e Constanze, da poco sposi, affrontarono nell’autunno del 1783 un viaggio da Vienna a Salisburgo. Sulla via del ritorno si fermarono a Linz dove furono ospitati dal conte Johann Joseph Anton Thun (1711-1788), “il vecchio conte Thun” come Mozart lo chiama nelle lettere al padre. Esempio illustre di mecenate musicale (a lui si deve tra l’altro il patrocinio del grande cornista Giovanni Punto, col quale Mozart in seguito collaborerà a Parigi) Thun manteneva anche una propria orchestra e durante le due settimane che i Mozart trascorsero presso di lui il conte invitò il compositore a dare un concerto con proprie musiche. Così quest’ultimo scriveva al padre in una lettera il 31 ottobre 1783: “martedì 4 novembre, darò qui in teatro un’accademia, e poiché non ho nessuna sinfonia con me, mi capita tra capo e collo di doverne scrivere una nuova”. Mozart ovviamente riuscì nell’impresa nonostante i tempi brevissimi, così che la prima esecuzione ebbe luogo come previsto al Ballhaus di Linz, mentre una successiva avvenne a Vienna il 1° aprile 1784, in una “accademia” (come veniva chiamato all’epoca un concerto) da lui organizzata. La sinfonia KV. 425 si distingue notevolmente dalle precedenti, tutte scritte per Salisburgo, sia per la forma generale sia per la maggior complessità della scrittura, che dovette imporre non poche difficoltà agli orchestrali di allora. E’ la prima a presentare un’introduzione lenta, in precedenza adottata da Mozart solo in alcune serenate (ad es. KV 320), una soluzione probabilmente riconducibile all’influsso di Haydn, del quale Mozart aveva ricopiato tre sinfonie negli anni immediatamente precedenti. In essa, tra l’altro, le trombe e i timpani suonano per la prima volta anche nel tempo lento, interrompendo un’associazione sonora che da sempre aveva legato questi due strumenti solo a brani di carattere marziale e militare.
La Quarta sinfonia di Beethoven fu tra le più acclamate durante l’esistenza del compositore, nel mentre è oggi invece tra quelle sue eseguite meno di frequente. Il lavoro fu completato nell’autunno del 1806 e ascoltato per la prima volta nel palazzo del principe Lobkowitz a Vienna sotto la direzione del compositore, mentre la prima esecuzione pubblica avvenne il 15 novembre dello stesso anno al Burgtheater di Vienna. La sinfonia dimostra tutta la grandezza beethoveniana nella capacità di mettere insieme elementi disparati, dandogli una precisa coerenza e una tensione interna, come di un discorso perfettamente unitario. Basti un esempio per tutti, quello dello iato tra la lunga introduzione lenta e il saltellante primo tema: nulla di più lontano, apparentemente, ma anche perfettamente coerente. Schumann definì icasticamente questa sinfonia come una “fanciulla mediterranea schiacciata tra due giganti nordici” (la Terza e la Quinta), e in effetti i suoi tratti aggraziati e meno radicali rispetto alle altre due sinfonie ne fanno – per così dire – il corrispettivo equilibrato di un tempo lento tra due tempi veloci. Il carattere particolarmente “solare” di questa composizione (se si esclude l’inquietante introduzione lenta) mi spinge anche a prendere le distanze da quei musicologi che interpretano questa “solare” composizione alla luce del rapporto amoroso instauratosi con la contessa Josephine von Brunsvik. Interpretazione a dir poco azzardata giacché, come ho sostenuto altre volte, interpretare il carattere di una produzione artistica alla luce delle vicende biografiche e degli umori dell’autore è pura discrezionalità. Si potrebbero richiamare molti altri esempi per dimostrarlo, ma restando a Beethoven mi pare sufficiente sottolineare che tale tipo di critica non avrebbe allora argomenti per giustificare, ad esempio, l’Inno alla gioia della Nona sinfonia, scritto nella fase più dolorosa della vita personale del compositore.
note a margine di Renato Meucci
M° Günter Neuhold
Direttore d’orchestra
Günter Neuhold è nato a Graz nel 1947, ha studiato direzione d’orchestra alla Hochschule della sua città ed ha poi seguito due corsi di perfezionamento con Franco Ferrara a Roma e con Hans Swarowski a Vienna. Dal 1972 al 1980 ha ricevuto numerose scritture nella Repubblica Federale Tedesca ed infine l’incarico di primo Kapellmeister a Hannover e a Dortmund. Ha vinto numerosi concorsi di direzione d’orchestra: a Firenze (Primo Premio, 1976), San Remo (“Marinuzzi”, Primo Premio, 1976), Vienna (“Swarowski”, Secondo Premio, 1977), Salisburgo (“Böhm”, Primo Premio, 1977), Milano (“Cantelli”, Terzo Premio, 1977); ciò gli ha aperto una vasta carriera e l’invito dei Wiener Philarmoniker, dei Wiener Symphoniker, della Scala di Milano, delle Orchestre della RAI di Roma, Torino e Milano. Dal 1981 al 1986 è stato Direttore Musicale al Teatro Regio di Parma (dove ha potuto esprimere il massimo impegno della propria attività nelle opere di Verdi) ed ha diretto l’Orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”. Dal 1986 al 1990 è stato Primo Direttore e Musikdirektor della Filarmonica Reale delle Fiandre ad Anversa, con la quale ha guidato varie tournèes in Italia (Roma, Palermo), Germania, Gran Bretagna, Francia (Festival di Radio France), al Concertgebouw di Amsterdam, al Musikverein di Vienna. Dal 1989 al 1995 è stato Direttore Generale della musica all’opera di Karlsuhe (Badisches Staatstheater) e dal 1995 al 2002 è stato Direttore Artistico e Direttore Generale della musica del Teatro di Brema. Fra le numerose orchestre dirette ricordiamo : Wiener Philharmoniker, Wiener Symphoniker, Sächsische Staatskapelle di Dresda, le Orchestre Sinfoniche della Radio di Lipsia, Amburgo, Baden Baden, Stoccarda e Berlino, la Staatsorchester di Budapest, le Orchestre RAI di Roma e di Milano, l’Orchestra Nazionale di Torino, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, del Teatro Massimo Palermo, del Teatro San Carlo Napoli, del Teatro Comunale di Bologna, della Fenice di Venezia del Teatro Lirico di Cagliari, le più importanti orchestre spagnole e portoghesi (Orchestra Sinfonica di Madrid, di Siviglia, di Valencia, di Granada, della Galizia, delle Tenerife, di Bilbao e del Liceu di Barcellona, l’Orchestra Sinfonica Portoghese di Lisbona e l’Orchestra a Gulbenkian di Lisbona), francesi (l’Orchestra Nazionale di Francia, du Capitole di Toulose, di Montpellier, di Bordeaux Aquitaine e di Nizza) e del mondo come la Tokyo Philharmonic e Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra, l’Orchestra della Radio-TV di Mosca, l’ ABC Australia Melbourne, la Canadian B.C. Vancouver e le Orchestre Sinfoniche di San Paolo e di Buenos Aires. Ha diretto nei più importanti teatri d’opera in Italia (la Scala di Milano il Teatro Massimo di Palermo, Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Comunale di Genova, il Teatro Massimo di Catania) e in Europa ( Wiener Staatsoper, Berliner Staatsoper, Deutsche Oper, Staatsoper Dresden, Nationaltheater München, Oper Leipzig, Opernhaus Zürich, Grand Théatre de Genève, Teatro Real Madrid Opéra Monte Carlo, Opéra National de Paris, Capitole Toulouse, Opéra National de Bordeaux Opéra National de Strasbourg, Opéra de Marseille, Teatro Sao Carlos Lisboa. Den Norske Opera Oslo e Göteborgs Operan) oltre a importanti Festivals fra cui il Festival di Salisburgo (1978-80-83-86), il Festival di Montpellier e La Biennale di Venezia. Molto amplia la sua discografia di cui segnaliamo l’incisione di Il Castello di Barbablù di Bartók, La damnation de Faust di Berlioz, Der vampyr di Marschner, Madama Butterfly di Puccini – Orphee d’or nel 2003- e la Tetralogia di Wagner; opere sinfoniche di Mahler (Sinfonie 1,2,3,5) Verdi (Requiem), Bartók (Concerto per orchestra), Stravinskij (La sagra di Primavera), Kodály, Schnittke, Schreker, Schulhoff, Liebermann e Rihm.
Orchestra di Padova e del Veneto
L’Orchestra di Padova e del Veneto si è costituita nell’ottobre 1966 e nel corso di quasi cinquant’anni di attività si è affermata come una delle principali orchestre italiane nelle più prestigiose sedi concertistiche in Italia e all’estero. L’Orchestra è formata sulla base dell’organico del sinfonismo “classico”. Peter Maag – il grande interprete mozartiano – ne è stato il direttore principale dal 1983 al 2001. Alla direzione artistica si sono succeduti Claudio Scimone, Bruno Giuranna, Guido Turchi, Mario Brunello (direttore musicale, 2002-2003), Filippo Juvarra (Premio della Critica Musicale Italiana “Franco Abbiati” 2002). Nel settembre 2015 Marco Angius ha assunto l’incarico di direttore musicale e artistico. Nella sua lunga vita artistica l’Orchestra annovera collaborazioni con i nomi più insigni del concertismo internazionale tra i quali si ricordano S. Accardo, P. Anderszewski, M. Argerich, V. Ashkenazy, J. Barbirolli, Y. Bashmet, R. Buchbinder, M. Campanella, G. Carmignola, R. Chailly, C. Desderi, G. Gavazzeni, R. Goebel, N. Gutman, Z. Hamar, P. Herreweghe, A. Hewitt, C. Hogwood, L. Kavakos, T. Koopman, A. Lonquich, R. Lupu, M. Maisky, V. Mullova, A. S. Mutter, M. Perahia, I. Perlman, M. Quarta, J. P. Rampal, S. Richter, M. Rostropovich, H. Shelley, J. Starker, R. Stoltzman, H. Szeryng, U. Ughi, S. Vegh, K. Zimerman. L’Orchestra è l’unica Istituzione Concertistico – Orchestrale (I.C.O.) operante nel Veneto e realizza circa 120 concerti l’anno, con una propria stagione a Padova, concerti in Regione, in Italia per le maggiori Società di concerti e Festival. Nelle ultime Stagioni si è distinta anche nel repertorio operistico, riscuotendo unanimi apprezzamenti in diversi allestimenti di Don Giovanni, Le nozze di Figaro e Così fan tutte di Mozart, Il barbiere di Siviglia, Il turco in Italia e Il Signor Bruschino di Rossini, L’elisir d’amore, Don Pasquale e Lucrezia Borgia di Donizetti, Rigoletto di Verdi, La voix humaine di Poulenc e Il telefono di Menotti. A partire dal 1987 l’Orchestra ha intrapreso una vastissima attività discografica realizzando oltre cinquanta incisioni per le più importanti etichette. Tra le pubblicazioni più recenti l’Arte della fuga di Bach/Scherchen diretta da M. Angius (Stradivarius), Vivaldi Seasons and Mid-Seasons con S. Tchakerian e P. Tonolo (Decca), Sinfonie e concerti di Pleyel e Vanhal con L. Bizzozero e S. Bohren (Sony), la Passione di Gesù Cristo di Paër diretta da S. Balestracci (cpo), i Concerti per violoncello di Haydn e Wranitzky con E. Bronzi solista e direttore (Concerto). L’Orchestra di Padova e del Veneto è sostenuta da Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione del Veneto e Comune di Padova.