Le date
Direttore: Alessandro Bonato
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Biglietteria
Concerto Fuori Abbonamento.
Interi Primo Settore € 20,00 + prev.
Secondo Settore € 14,50 + prev.
Balconata € 11,00 + prev.
Ridotti* Primo Settore € 16,00 + prev.
Secondo Settore € 12,50 + prev.
Balconata € 9,00 + prev.
Primo Settore (Platea, da fila 1 a fila 30)
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a fila 40)
Ridotti* Giovani under 26; Anziani over 60; Biblioteche; Cral;
Associazioni Culturali; Gruppi; Scuole e Università
Il Cast
Direttore: Alessandro Bonato
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Note di sala
Concerto di Natale:
i valzer della famiglia Strauss
Johann Strauss II (1825-1899)
Kaiser Walzer op. 437
Gioachino Rossini (1792-1868)
Ouverture da Italiana in Algeri
Johann Strauss II/ Josef Strauss
Pizzicato Polka op. 234
Pietro Mascagni (1863-1945)
Intermezzo da Cavalleria Rusticana
Johann Strauss II
Frühlingsstimmen Walzer op. 410
***
Johann Strauss II
An der schönen blauen Donau op. 314
Gioachino Rossini
Ouverture da Il Signor Bruschino
Johann Strauss II
Tritsch – Tratsch Polka
Giuseppe Verdi (1813-1901)
Preludio dall’atto III di Traviata
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Ouverture da Le nozze di Figaro
Johann Strauss I (1804-1849)
Radetzky Marsch op. 228
Il programma di questo concerto celebra l’arrivo della festività più attesa dell’anno in termini esultanti affidandosi ad alcuni dei più celebri valzer viennesi e delle più amate sinfonie d’opera italiane (quella di Mozart non fa eccezione). Fanno da cerniera due celeberrimi momenti lenti e meditativi, alternati con sapiente scelta a tutti gli altri, pieni di brio e vivacità. Mi dedicherò più avanti ai tempi di danza, soffermandomi qui brevemente sugli altri brani in programma. Innanzitutto la sinfonia dell’Italiana in Algeri (1813), l’opera buffa dall’irresistibile finale primo (ma anche il resto non è da meno). L’intermezzo di Cavalleria Rusticana (un atto unico) la cui seducente magia colpisce anche chi del melodramma non vuol sentir menzionare neanche il nome. C’è poi il Signor Bruschino, altra opera giovanile di Rossini, dello stesso 1813, finita per più di un secolo e mezzo nel dimenticatoio e poi resuscitata dalla ripresa pesarese del 1985 (uno dei tanti miracoli del Rossini Opera Festival). L’altro momento di magica sospensione giunge con il preludio al III atto di Traviata che annuncia in termini struggenti la triste e ingiusta sorta di Violetta (si chiama preludio, non sinfonia, per la struttura particolare, che serve a introdurre una determina situazione scenica e psicologica). Infine la sinfonia delle Nozze di Figaro (1780) che, come è stato giustamente osservato, accoglie in musica per la prima volta un’inquietudine frenetica fino ad allora sconosciuta a quest’arte.
E veniamo ai valzer. Sebbene in voga con vari nomi differenti fin dagli ultimi decenni del Settecento, è a partire dagli anni 20 del secolo seguente che l’affermazione di questa danza divenne incontenibile, soprattutto a Vienna. Ne furono protagonisti principali Johann Strauss padre (1804-1849) e Joseph Lanner (1801-1843), la cui crescente popolarità andò di pari passo con la trasformazione della struttura di questa forma musicale. Se le prime raccolte potevano contenere una serie di melodie di valzer ciascuna formata da due sezioni di otto battute ciascuna, con o senza finale, entro gli anni ’30 le melodie raddoppiarono in lunghezza, l’andamento del tempo venne accelerato e furono aggiunte un’introduzione progressivamente più ampia (e contrastante nel tempo e nell’andamento ritmico) e una coda ricapitolativa dei temi esposti. Caratteristica comune divenne inoltre la presenza di un titolo delle singole composizioni. Tra l’altro Strauss iniziò una serie di tour, dapprima in Germania, poi in Francia e in Gran Bretagna, e da quel momento il valzer aumentò incredibilmente la sua popolarità e da passione viennese divenne foga europea, dando il via a tradizioni differenti di altri compositori locali.
Nel frattempo comparve l’astro di Johann Strauss figlio (1825-1899) che non solo divenne il più ammirato autore di valzer, ma anche di musica da ballo in generale. Siamo tutti abituati ad associare i due nomi più famosi degli Strauss, Johann padre e figlio, tanto da dimenticare che la loro storia personale fu tutt’altro che rosea, per la ferrea opposizione che il padre mise alla formazione musicale del figlio. Senonché la sua scarsa fedeltà coniugale e infine l’allontanamento definitivo dalla propria famiglia per formarne un’altra consentirono a Johann figlio, con la complicità e l’appoggio della madre, di completare i suoi studi musicali (un raro caso di vantaggio dalla separazione dei genitori).
Durante gli anni ’60 Johann e il fratello Josef, nel frattempo entrato nella scuderia (si fa per dire), portarono il genere alla sua perfezione, combinando sapientemente invenzione e gusto, e facendone l’emblema di un’alta borghesia raggiante di prosperità (scritta da entrambi è anche la Pizzicato Polka che ascolteremo). E’ questo il decennio dei valzer più famosi: Accelerationen (1860), Morgenblätter (1864), An der schönen blauen Donau, Künstlerleben (entrambi del 1867), Geschichten aus dem Wienerwald (1868) e Wein, Weib und Gesang (1869) di Johann Strauss; Dorfschwalben aus Österreich (1864), Sphärenklänge (1868) e Mein Lebenslauf ist Lieb’ und Lust (1869) del fratello Josef.
Merita ricordare anche la tournée italiana di Johann Strauss jr., tra maggio e giugno del 1874, con tappe a Venezia, Milano (un vero e proprio trionfo il 5 maggio alla Scala e il 7 maggio al Dal Verme: sì proprio qui, 150 anni fa esatti, o quasi), Genova, Torino (dove ebbe la prima esecuzione un suo valzer dedicato all’Italia, intitolato Bella Italia, ovvero Wo die Zitronen blühen), e ancora Firenze, Livorno, Napoli.
Sarebbe stato forse questo il valzer più appropriato al finale di concerto, se non altro per la dedica all’Italia, ma si è preferito scegliere un brano di più sicuro effetto che tuttavia lascia sempre un retrogusto amaro a chi ne conosca la storia. La Marcia di Radeztsky dimostra quanto aveva ragione Croce nel sostenere che “la storiografia ci libera dalla storia”: ci deve proprio aver liberato, visto che ben pochi ricordano che essa celebra la disfatta di Custoza (1848) e il suo vincitore, ossia la fine del sogno di Mazzini e di tanti patrioti risorgimentali, allorché le truppe austriache riconquistarono Milano e la Lombardia facendo ripartire la macchina dell’irredentismo italiano per altri 20 anni. E’ ammissibile che a distanza di tanto tempo molti vadano a Vienna a battere le mani al trionfo austriaco, ma forse a Milano potremmo anche evitarlo.
note a margine di Renato Meucci
M° Alessandro Bonato
Direttore d’orchestra
Vincitore del terzo premio assoluto alla “Nicolai Malko Competition for young conductors 2018” (unico italiano selezionato su 566 candidati e il più giovane di tutta la competizione), Alessandro Bonato è nato a Verona nel 1995 e ha già al suo attivo un’esperienza da musicista che lo pone tra i principali giovani emergenti dell’attuale panorama musicale italiano. Ha iniziato lo studio del violino all’età di 11 anni presso il Conservatorio statale di Musica “E.F. Dall’Abaco” di Verona e, successivamente, ha studiato composizione con il M° Andrea Mannucci e viola nella classe del M° Igino Semprebon. Avviato precocissimo alla direzione d’orchestra dal M° Vittorio Bresciani, dal 2013 studia e si perfeziona sotto la guida del M° Pier Carlo Orizio, del M° Donato Renzetti e del M° Umberto Benedetti Michelangeli. Alessandro Bonato ha debuttato ufficialmente come direttore nel 2013, dirigendo l’Orchestra del Conservatorio della sua città. Nel marzo 2016 è chiamato a dirigere “Il Flauto Magico” di W.A. Mozart presso la Royal Opera House Muscat in Oman. Ha diretto importanti orchestre tra cui: Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, Royal Oman Symphony Orchestra, Orchestra Filarmonica della Scala, l’Orchestra Sinfonica Nazionale Danese, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano e l’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI (per le Settimane Musicali di Ascona). Ha tenuto concerti all’interno della 54esima e 55esima edizione del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo. Eventi recenti in campo operistico hanno previsto, nel marzo 2019, la direzione di una produzione de “La Cambiale di Matrimonio” per il Rossini Opera Festival, dove è stato di nuovo inviato a dirigere nell’agosto 2019. Nel maggio 2019 dirigerà anche una produzione de “Il Maestro di Cappella” e “Gianni Schicchi” al Teatro Filarmonico di Verona.
Orchestra I Pomeriggi Musicali
27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. In programma Mozart e Beethoven accostati a Stravinskij e Prokof’ev. Nell’immediato dopoguerra, nel pieno fervore della ricostruzione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo lanciano la nuova formazione con un progetto di straordinaria attualità: dare alla città un’orchestra da camera con un solido repertorio classico ed una specifica vocazione alla contemporaneità. Il successo è immediato e l’Orchestra contribuisce notevolmente alla divulgazione popolare in Italia della musica dei grandi del Novecento censurati durante la dittatura fascista: Stravinskij, Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves, Français. I Pomeriggi Musicali avviano, inoltre, una tenace attività di commissione musicale. Per I Pomeriggi compongono infatti Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti. Questa scelta programmatica si consolida nel rapporto con i compositori delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi, Vacchi. Oggi I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio che include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo insieme alla gran parte della musica moderna e contemporanea. Compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e Penderecki hanno diretto la loro musica sul podio de I Pomeriggi Musicali, che diventano trampolino di lancio verso la celebrità di tanti giovani artisti. È il caso di Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Natalia Gutman, Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander Lonquich, Alexander Igor Markevitch, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti, Donato Renzetti, Hermann Scherchen, Thomas Schippers, Christian Thielemann, Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti Michelangeli, Bruno Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Massimo Quarta, Maurizio Pollini, Corrado Rovaris e Uto Ughi. Tra i Direttori stabili dell’Orchestra, ricordiamo Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi Gelmetti, Giampiero Taverna e Othmar Maga, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti, Antonello Manacorda e Aldo Ceccato, direttore emerito dell’Orchestra. In alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione artistica; in questa veste: Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello Panni, Marco Tutino, Gianni Tangucci, Ivan Fedele, Massimo Collarini e, da luglio 2013, Maurizio Salerno. L’Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia – all’interno del cartellone di Opera Lombardia – e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane, l’Orchestra è ospite anche delle maggiori sale da concerto europee. I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale. Sede dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è lo storico Teatro Dal Verme, sito nel cuore di Milano.