75ª Stagione Sinfonica dell'Orchestra I Pomeriggi Musicali - Anniversari - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 06 febbraio 2020
Ore: 10:00*
giovedì 06 febbraio 2020
Ore: 20:00
sabato 08 febbraio 2020
Ore: 17:00
*I Pomeriggi in anteprima

Direttore: Alessandro Cadario
Violino: Giuseppe Gibboni
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Biglietteria

Biglietti singoli concerti:
Interi Primo Settore € 20,00 + prev.
Secondo Settore € 14,50 + prev.
Balconata € 11,00 + prev.
Ridotti* Primo Settore € 16,00 + prev.
Secondo Settore € 12,50 + prev.
Balconata € 9,00 + prev.
I Pomeriggi in Anteprima:
Biglietti posto unico
Interi € 10,00 + prev.
Ridotti* € 8,00 + prev.
Carnet liberi di scegliere
10 anteprime scelte all’atto dell’acquisto
Interi € 72,00 + prev.
Ridotti* € 62,00 + prev.
Primo Settore (Platea, da fila 1 a fila 30)
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a fila 40)
Ridotti* Giovani under 26; Anziani over 60; Biblioteche; Cral; Associazioni Culturali; Gruppi; Scuole e Università.

Il Cast

Direttore: Alessandro Cadario
Violino: Giuseppe Gibboni
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Note di sala

Anniversari IV: Luciano Chailly

Luciano Chailly (1920 – 2002)
Toccata per orchestra d’archi

Niccolò Paganini (1782-1840)
Concerto per violino e orchestra n. 2 in si minore op. 7 “La Campanella”
I: Allegro maestoso
II: Adagio
II: Rondo “La Campanella”

***
Maurice Ravel (1875-1937)
Pavane pour une infante défunte M. 19

Igor Stravinskij (1882-1971)
Pulcinella, suite da concerto
I: Sinfonia
II: Serenata
III: Scherzino – Allegretto – Andantino
IV: Tarantella
V: Toccata
VI: Gavotta (con due variazioni)
VII: Vivo
VIII: Minuetto – Finale

Luciano Chailly, violinista, compositore, didatta (ma anche consulente e programmista RAI prima, e direttore artistico presso vari enti lirici italiani poi) è una figura indimenticabile per quanti hanno attraversato almeno in parte la vita musicale milanese e italiana del secondo Novecento. Chailly è stato anche apprezzato operista collaborando tra l’altro dal 1954 con lo scrittore Dino Buzzati, il quale ha scritto per lui cinque libretti d’opera ed ha spesso curato gli allestimenti scenici dei suoi lavori. Appassionato scultore della parola cantata (che appartenne a tutta una generazione di operisti non allineati alle avanguardie sperimentali, tra cui Bettinelli, Testi, Riccardo Malipiero jr., ecc.) Chailly scrisse anche questa Toccata per soli archi (1948) che è una delle sue prime composizioni, oggi decisamente in oblio ma certo non dimenticata dal figlio Riccardo (sì, proprio lui, il celebre direttore d’orchestra), che con questo brano, pensate un po’, esordì nella sua ormai lunga e celebrata carriera con la bacchetta in mano.

Ci si potrebbe chiedere: ma che cosa suonava Paganini nei suoi concerti? L’esibizione musicale pubblica nei primi decenni dell’Ottocento – all’epoca veniva per lo più definita “accademia” – si svolgeva in maniera del tutto diversa da quanto accade oggi. Il recital in senso moderno che vede protagonista assoluto un solo virtuoso, fu infatti introdotto da Liszt negli anni Trenta e per diversi anni rimase di fatto un’eccezione (d’altronde le modalità di svolgimento di un moderno recital sono xun prodotto della seconda metà dell’Ottocento). Per dare un’idea di un’esibizione di Paganini riporto qui di seguito il programma completo del concerto del 3 dicembre 1827 alla Scala, in cui fu eseguito per la prima volta il concerto oggi in programma: 1) Introduzione a grande orchestra; 2) Duetto a tenore e basso nel Demetrio e Polibio, cantato dai sigg. virtuosi Giuseppe Mosca e Guglielmo Guglielmini; 3) Concerto nuovissimo di tre tempi, cioè Allegro maestoso, Adagio cantabile, Rondò allegretto, obbligato ad un campanello, composto ed eseguito dal Paganini. Parte seconda: 4) Sinfonia; 5) Aria del maestro Paër, cantata dalla virtuosa Signora Bianchi, scolara di Paganini; 6) Aria “Non più andrai, farfallone amoroso”, cantata dal signor Guglielmini; 7) Sonata con variazioni e preghiera del Mosè in Egitto, sulla sola quarta corda del violino, composta ed eseguita dal Paganini; Parte terza: 8) Ouverture; 9) Aria, cantata dal sig. Mosca; 10) Scena ed aria nel Temistocle, cantata dalla signora Bianchi; 11) Larghetto e Variazioni per violino sul Rondò dell’opera La Cenerentola, composte ed eseguite dal concertista. Il tutto per sole 4 lire austriache (e chi non le pagherebbe volentieri?)

Pavane pour une infante défunte (Pavana per una principessa defunta) è un brano dal sapore fortemente impressionista composto da Ravel per pianoforte nel 1899, durante i suoi studi con Gabriel Fauré al Conservatoire di Parigi, il che ne fa dunque una delle sue prime creazioni in assoluto. Nel 1910, poco più di un decennio dopo, Ravel pubblicò quella che sarebbe diventata la versione più celebre, destinata all’orchestra. Lo stesso Ravel descrisse il pezzo come “souvenir di una pavana che avrebbe potuto danzare una principessina dell’antica corte spagnola”; non “il lamento funebre per un bimbo defunto, ma l’idealizzazione di una danza”. In seguito ebbe tuttavia a dichiarare che aveva scelto il titolo per ragioni di mera assonanza; comunque sia, e come in altre composizioni di Ravel, l’evocazione suggestiva è innegabile e si può con buona ragione collocare la Pavane nel contesto della moda per il folclore spagnolo in voga a cavaliere tra i due secoli.

Se col tempo la musica neo-classica di Stravinskij andò perdendo di smalto (al punto che La carriera di un libertino, del 1951 è, a mio parere, un’opera da dimenticare del più grande musicista del Novecento) al contrario, le prove iniziali, tra cui proprio la primissima Pulcinella, del 1920, emanano un sapore di freschezza e risultano del tutto credibili e godibilissime, pur a distanza di cento anni. Pulcinella fu inizialmente un balletto composto per la celebre compagnia dei Ballets russes di Diaghilev, come già l’Uccello di fuoco e La sagra della primavera. Lo stesso Stravinskij dichiarò che l’idea gli era stata suggerita dall’amico impresario (a proposito, lo sapete che i due sono sepolti uno accanto all’altro nel cimitero dell’isola veneziana di S. Michele?) il quale gli fornì anche un fascicolo di musiche all’epoca ritenute tutte di mano di Pergolesi. La realtà dei fatti si è dimostrata col tempo piuttosto diversa, in quanto la musicologia pergolesiana, capitanata a suo tempo da Francesco Degrada, ha progressivamente individuato tutti i compositori cui si devono i brani di questa singolare raccolta (nomi meno noti, come quelli di Domenico Gallo e Fortunato Chelleri). Ad ogni modo questo poco c’entra con il fascino antico, ma dal sapore moderno, di questa straordinaria composizione, qui presentata nella versione solo orchestrale approntata dal compositore nel 1922 (in quella originale sono previste anche le voci).
note a margine di Renato Meucci
M° Alessandro Cadario
Direttore d’orchestra

Alessandro Cadario è Direttore ospite principale dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano dal 2016.
Ha diretto nelle stagioni dei principali enti lirici e festival italiani ed internazionali, in ambito sinfonico ha diretto importanti orchestre tra cui  l’Orchestra del Teatro Mariinskij, il Coro e l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo, Orchestra Filarmonica della Fenice, l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, l’Orchestra del Teatro Carlo Felice, l’Orchestra e Coro del Teatro Petruzzelli di Bari, l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, l’Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari, l’Orchestra Regionale della Toscana, la Filarmonica Arturo Toscanini, l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e i Cameristi della Scala. Ha definitivamente attirato l’attenzione degli addetti ai lavori nel 2014, in occasione del suo debutto alla Società del Quartetto di Milano e, nel 2015 nella stagione dell’Opera di Firenze e del Teatro Petruzzelli (“Stabat Mater: con Cadario è un gran Rossini”, titola la Gazzetta del Mezzogiorno). Sempre nel 2015 ha debuttato al Teatro alla Scala di Milano in occasione del Festival delle orchestre internazionali. Ha diretto nel 2016 la City Chamber Orchestra di Hong Kong nella Grande Messa in do minore K.427 di Mozart e lo stesso anno ha debuttato anche alla Biennale Musica di Venezia. Ha inoltre collaborato con solisti come Mario Brunello, Vittorio Grigolo, Alessandro Carbonare, Gautier Capuçon, Francesco Meli, Giovanni Sollima, Francesca Dego e Roman Simovic. Nel 2018 ha debuttato nella stagione sinfonica del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e del Teatro Regio di Torino con i Quattro pezzi sacri di Verdi. A maggio 2019 ha diretto Norma al Croatian National Theatre di Rijeka. Nel corso della stagione ritornerà al Teatro Petruzzelli di Bari e al Teatro Massimo di Palermo con la Cenerentola e Lo Schiaccianoci, mentre nel 2020 debutterà al Festival del Maggio Musicale con Jeanne Dark di Fabio Vacchi. È stato scelto dalla Presidenza del Senato per dirigere il prestigioso concerto natalizio 2017 – in diretta RAI 1 dall’Aula del Senato.

Giuseppe Gibboni
Violino solista

Nato nel 2001, inizia lo studio del violino a 3 anni con il padre, a 6 anni viene ammesso per meriti straordinari al conservatorio di musica statale. Si diploma a 15 anni con 10 Lode e Menzione d’Onore presso il Conservatorio Martucci di Salerno. Nell’ottobre 2015, a soli 14 anni, ha superato la selezione per l’ammissione all’Accademia Stauffer di Cremona nella classe del M° Salvatore Accardo. Nel 2016 riceve il Diploma d’Onore ai corsi di Alto Perfezionamento all’Accademia Chigiana. Dall’anno Accademico 2016 è stato ammesso al corso di Alto Perfezionamento presso l’Accademia Perosi di Biella con Borsa di Studio Triennale CRT nella classe del M° Pavel Berman. Ha seguito masterclass con Accardo, Berman, Tretyakov, De Angelis, Fiorini. Ha partecipato ad impostanti concorsi nazionali ed internazionali classificandosi sempre al I° posto: XXIII Concorso Internazionale Violinistico Andrea Postacchini di Fermo; International Violin Competition L. Kogan; Monterosa Kawai; Premio Crescendo Agimus. Recentemente si è classificato 3° premio (con primo non assegnato) al prestigioso International Violin Competition G.Enescu di Bucarest.

Si è esibito in qualità di solista in vari Teatri e sale prestigiose quali: Sala Tchaikovsky conservatorio di Mosca;   Ambasciata Italiana a Mosca; – Teatro Dal Verme  – Mi; Sala Royale del Conservatorio Royale di Bruxelles;  Salone dei Cinquecento Palazzo Vecchio Fi,  Auditorium O. Neiemajer di Ravello,  Teatro Verdi di Trieste; Auditorium G. Arvedi Museo del Violino –Cremon, Teatro Paisiello di Lecce, teatro Bellini – Catania; Teatro Bellini – Napoli; Teatro Petruzzelli – Bari; Teatro Sociale Villani di Biella. Si è esibito in concerto al Conservatorio Tchaikovsky di Mosca a chiusura della mostra “Il Mito di Stradivari”. A settembre 2017 ha effettuato un concerto presso l’Università Bocconi di Milano suonando sullo Stradivari della collezione LAM (ex Scotland 1734) per conto del Museo del Violino di Cremona. Dal 2019 è sostenuto dall’Associazione Culturale Musica con le Ali.   Suona un violino Giovanni Francesco Pressenda (Torino 1827). Il prestito di questo strumento rientra nell’attività del progetto “Adopt a Musician”, una delle iniziative ideate da MusicMasterpieces di Lugano.

Orchestra I Pomeriggi Musicali

27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. In programma Mozart e Beethoven accostati a Stravinskij e Prokof’ev. Nell’immediato dopoguerra, nel pieno fervore della ricostruzione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo lanciano la nuova formazione con un progetto di straordinaria attualità: dare alla città un’orchestra da camera con un solido repertorio classico ed una specifica vocazione alla contemporaneità. Il successo è immediato e l’Orchestra contribuisce notevolmente alla divulgazione popolare in Italia della musica dei grandi del Novecento censurati durante la dittatura fascista: Stravinskij, Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves, Français. I Pomeriggi Musicali avviano, inoltre, una tenace attività di commissione musicale. Per I Pomeriggi compongono infatti Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti. Questa scelta programmatica si consolida nel rapporto con i compositori delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi, Vacchi. Oggi I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio che include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo insieme alla gran parte della musica moderna e contemporanea. Compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e Penderecki hanno diretto la loro musica sul podio de I Pomeriggi Musicali, che diventano trampolino di lancio verso la celebrità di tanti giovani artisti. È il caso di  Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Natalia Gutman, Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander Lonquich, Alexander Igor Markevitch, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti, Donato Renzetti, Hermann Scherchen, Thomas Schippers, Christian Thielemann, Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti Michelangeli, Bruno Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Massimo Quarta, Maurizio Pollini, Corrado Rovaris e Uto Ughi. Tra i Direttori stabili dell’Orchestra, ricordiamo Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi Gelmetti, Giampiero Taverna e Othmar Maga, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti, Antonello Manacorda e Aldo Ceccato, direttore emerito dell’Orchestra. In alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione artistica; in questa veste: Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello Panni, Marco Tutino, Gianni Tangucci, Ivan Fedele, Massimo Collarini e, da luglio 2013, Maurizio Salerno. L’Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia – all’interno del cartellone di Opera Lombardia – e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane, l’Orchestra è ospite anche delle maggiori sale da concerto europee. I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale. Sede dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è lo storico Teatro Dal Verme, sito nel cuore di Milano.