Le date
Direttore: John Neschling
Pianoforte: Davide Cabassi
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Biglietteria
Biglietti singoli concerti:
Interi Primo Settore € 20,00 + prev.
Secondo Settore € 14,50 + prev.
Balconata € 11,00 + prev.
Ridotti* Primo Settore € 16,00 + prev.
Secondo Settore € 12,50 + prev.
Balconata € 9,00 + prev.
I Pomeriggi in Anteprima:
Biglietti posto unico
Interi € 10,00 + prev.
Ridotti* € 8,00 + prev.
Carnet liberi di scegliere
10 anteprime scelte all’atto dell’acquisto
Interi € 72,00 + prev.
Ridotti* € 62,00 + prev.
Primo Settore (Platea, da fila 1 a fila 30)
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a fila 40)
Ridotti* Giovani under 26; Anziani over 60; Biblioteche; Cral; Associazioni Culturali; Gruppi; Scuole e Università.
Il Cast
Direttore: John Neschling
Pianoforte: Davide Cabassi
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Note di sala
Anniversari V: Bruno Maderna
Antonín Dvořák (1841-1904)
Concerto per pianoforte e orchestra in sol minore op. 33
I: Allegro agitato
II: Andante sostenuto
III: Allegro con fuoco
***
Lodovico Grossi da Viadana (1564-1627) / Bruno Maderna (1920-1973)
Le sinfonie per orchestra da camera
Robert Schumann (1810-1856)
Ouverture, Scherzo e Finale in Mi Maggiore op. 52
Il Concerto per pianoforte è l’unico del compositore boemo Antonín Dvořák dedicato a questo strumento e il primo dei suoi tre lavori con strumenti solisti (gli altri sono il concerto per violino e quello per violoncello). Fu composto tra agosto e settembre del 1876, poco dopo il completamento dei suoi Echi dalla Moravia op. 32, ma fu eseguito per la prima volta nel 1878, per essere infine stampato nel 1883. Dvořák fu sollecitato alla creazione di questo lavoro dal giovane virtuoso ceco Karel Slavkovský (1846-1919), che lo eseguì appunto il 24 marzo 1878 a Praga sotto la direzione di Adolf Čech. Il periodo piuttosto lungo tra completamento e prima esecuzione fu dovuto alle numerose revisioni preliminari della partitura, mentre ulteriori modifiche furono in seguito introdotte sia dall’autore sia da diversi editori e pianisti, fino alla pubblicazione definitiva nel 1883. Recentissime indagini condotte dal Museo Moravo di Brno, dove si trova l’autografo, attestano che, nelle varie versioni successive e fino al completamento finale, l’attenzione maggiore è stata posta nell’incrementare il virtuosismo della parte pianistica. Si tratta infatti di un concerto sinfonico nel solco della tradizione beethoveniana (ma sono passati ben 70 anni da quando quest’ultimo aveva introdotto il nuovo genere), che richiede al pianista un altissimo grado di virtuosismo, solo che nonostante tale esigente richiesta la parte così ardua si nasconde nel discorso orchestrale. Perciò, nonostante la forza espressiva del primo movimento, la tenerezza lirica del secondo e gli elementi burleschi del terzo, è stato da sempre considerato dai pianisti come un concerto decisamente “ingrato” (nel senso che l’impegno profuso non corrisponde al livello di visibilità offerto). Particolare interessante mi sembra la dedica al principale critico musicale del tempo, Eduard Hanslick (1825-1904), che insieme con Brahms si fece promotore convinto della musica di Dvořák. Hanslick è il più grande rappresentante del formalismo musicale, di quella corrente estetica per la quale l’essenza della musica è soprattutto la sua perfezione formale, che lui intravvedeva nei grandi compositori da Mozart fino a Beethoven, Schumann e soprattutto Brahms, disdegnando peraltro le vette musicali dell’opera lirica ottocentesca, e quella di Wagner in particolare.
Per chi non conosca Music of Gaity e vedendo il nome di Maderna si aspetti un brano di musica sperimentale dirò subito che si tratta al contrario di una delicata strumentazione di cinque pezzi tratti dal Fitzwilliam virginal book, una delle raccolte tardorinascimentali più importanti per strumento a tastiera. E visto che è Maderna il festeggiato oggi lasciate che io gli dedichi un pensiero riconoscente, richiamando alla mente una delle mie prime lettura sulla musica d’arte sperimentale: quel Maderna musicista europeo che Massimo Mila, un nume oggi meno citato rispetto a qualche tempo fa, gli dedicò sapientemente. Maderna era prima di tutto un immenso musicista poi in secondo luogo uno sperimentatore; ma oggi ascolteremo di lui solo ciò che riguarda la prima delle due abilità. Resta quello che lo stesso Mila ha pronosticato di lui: fra cent’anni “l’accento della storia batterà sul compositore”, ossia la sua arte compositiva sarà più apprezzata rispetto a quella conclamata della sua figura di direttore d’orchestra.
Siamo nel 1841 e Schumann, fino a quel momento concentrato sul pianoforte, decide una svolta “sinfonica” che si realizza nella composizione di due sinfonie, la Ouverture, scherzo e finale e una Fantasia diventata poi il celebre Concerto per pianoforte e orchestra. Era tempo che egli mirava a una produzione innovativa in campo orchestrale, in particolare proprio nel genere della sinfonia, forma che a suo avviso si era un po’ fossilizzata, come aveva cercato di spiegare in un articolo di poco precedente sulla rivista “Neue Zeitschrift für Musik”. È così che nasce l’idea di una composizione sinfonica leggera, dinamica, brillante, ma anche “ciclica”, nel senso che il tema principale ricorre, seppure non sempre riconoscibile, nel corso di tutta la composizione. Il ruolo di stimolo alla riformulazione del concetto di sinfonia, che ritroveremo più tardi nell’invito a Brahms a riprendere il testimone lasciato da Beethoven, trova qui una propria interpretazione personale. Bisogna ammettere tuttavia che, rispetto alle grandi aspettative che Schumann aveva riposto in questo brano, le sue sinfonie ebbero un successo decisamente superiore rispetto a questa pur innovativa e piacevole proposta sinfonica, che oltretutto non ebbe seguito. Per una consistente riforma della composizione orchestrale bisognerà infatti attendere l’avvento del poema sinfonico di Liszt, che giungerà qualche anno dopo con “Ce qu’on entend sur la montagne”.
Due parole infine su Davide Cabassi, classe 1976, un pianista che non ha certo bisogno di presentazioni, visto il numero di riconoscimenti che ha conseguito in tutto il mondo. Ma il milanese Cabassi sì, perché a lui si deve una delle più belle iniziative musicali della periferia milanese, quella Primavera di Baggio che va verso la sua nona edizione e che ci auguriamo possa essere imitata altrove con altrettanta sagacia e lungimiranza. Bravo (anche per questo!).
note a margine di Renato Meucci
M° John Neschling
Direttore d’orchestra
Nato in Brasile da una famiglia di musicisti viennesi, parente del compositore Arnold Schoenberg e del direttore d’orchestra Arthur Bodanzky, John Neschling ha studiato a Vienna con Hans Swarowsky specializzandosi poi in Europa e America con Leonard Bernstein e Bruno Maderna.
Fin dagli esordi della sua carriera, che inizia in giovanissima età, collabora con orchestre quali la Vienna Symphony, London Symphony, Tonhalle Zürich, Warsaw Philharmonic, Pittsburgh Symphony, l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia a Roma. Apprezzato interprete del repertorio operistico ha diretto in prestigiosi teatri quali: Vienna State Opera, Deutsche Oper Berlin, Teatro San Carlo di Napoli, Arena di Verona, Opernhaus di Zurigo, Washington Opera solo per citarne alcuni
È stato direttore musicale del Teatro Nacional de São Carlos a Lisbona, all’Opera di St. Gallen in Svizzera, al Teatro Massimo di Palermo e dell’Orchestre National de Bordeaux in Francia, mentre nel suo paese d’origine ha diretto i teatri d’opera di Rio de Janeiro e São Paulo. Nel 1997 assume la direzione musicale dell’Orquestra Sinfonica do Estado di São Paulo, rimanendone a capo fino al 2009. Sotto la sua direzione l’orchestra si afferma come la più importante orchestra sinfonica dell’America Latina, protagonista di tournée in America ed Europa, e di oltre 30 incisioni riconosciute della critica internazionale che le premia con il Diapason d’Or e Diapason d’Or de l’Année. Nel 2011 decide di rientrare in Europa dirigendo concerti e titoli operistici nei teatri in Italia, Francia, Svizzera, Spagna, Belgio e Polonia. Nel 2012 viene nuovamente invitato dal governo del suo Paese ad assumere la direzione musicale e artistica del Teatro Municipal di Sao Paulo, così a gennaio 2013 riprende il suo impegno nel suo paese continuando senza però abbandonare la dimensione internazionale.
Dal 2017 in avanti John Neschling è direttore ospite di importanti compagini quali Maggio Musicale Fiorentino, St. Petersburg Philarmonic, la Filarmonica del Teatro La Fenice di Venezia, l’Orchestra Verdi di Milano ed è stato invitato dal Teatro Lirico di Cagliari ad inaugurare la stagione 2019 dirigendo la prima italiana de Lo Schiavo di Carlos Gomes, autore del quale ha inciso per Sony Classical l’opera Il Guarany con Placido Domingo nel ruolo del titolo. Il M° Neschling sta inoltre incidendo con Orchestre Philharmonique Royal de Liège una serie di cd dedicati all’opera sinfonica di Ottorino Respighi.
Davide Cabassi
Pianoforte solista
Davide Cabassi è top-prize winner con Van Cliburn International Piano Competition 2005, affermazione che lo ha lanciato sulla scena internazionale. È molto attivo in campo discografico: dopo il suo esordio nel 2006 con l’album Dancing with the Orchestra, per Sony BMG (che ha ricevuto il premio della critica della rivista Classic Voice come miglior album d’esordio) ha pubblicato “Pictures” (Mussorgskij e Debussy) ed “Escaping” (Bach, Beethoven e Brahms) un album monografico su Soler e uno su Schumann, la prima incisione non cubana delle Danze di Cervantes, un album dedicato a Clementi e uno a Beethoven-Cherubini per Concerto Classics. Nel 2015 è uscito il primo disco dell’integrale dedicata alla Sonate di Beethoven. In recital ha suonato per le più importanti associazioni musicali italiane ed europee, in più di 35 Stati Americani, in Argentina, in Cina, in Giappone. È stato ospite di sale da concerto quali la Carnegie Hall a New York, Rachmaninoff Hall a Mosca, Gasteig a Monaco di Baviera, Mozarteum a Salisburgo, Louvre e Salle Gaveau a Parigi, Forbidden City Hall e NCPA a Pechino, Roque d’Antheron, Tiroler Festspiele Erl, la Konzerthaus di Berlino etc. è direttore artistico della “Primavera di Baggio” da lui fondata con la moglie, Tatiana Larionova, per valorizzare e rilanciare culturalmente la periferia disagiata della sua città, coinvolgendo i bambini e “invadendo” gli spazi associativi, specie quelli riscattati dalle mafie.
Orchestra I Pomeriggi Musicali
27 novembre 1945, ore 17.30: al Teatro Nuovo di Milano debutta l’Orchestra I Pomeriggi Musicali. In programma Mozart e Beethoven accostati a Stravinskij e Prokof’ev. Nell’immediato dopoguerra, nel pieno fervore della ricostruzione, l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo lanciano la nuova formazione con un progetto di straordinaria attualità: dare alla città un’orchestra da camera con un solido repertorio classico ed una specifica vocazione alla contemporaneità. Il successo è immediato e l’Orchestra contribuisce notevolmente alla divulgazione popolare in Italia della musica dei grandi del Novecento censurati durante la dittatura fascista: Stravinskij, Hindemith, Webern, Berg, Poulenc, Honegger, Copland, Yves, Français. I Pomeriggi Musicali avviano, inoltre, una tenace attività di commissione musicale. Per I Pomeriggi compongono infatti Casella, Dallapiccola, Ghedini, Gian Francesco Malipiero, Pizzetti. Questa scelta programmatica si consolida nel rapporto con i compositori delle leve successive: Berio, Bussotti, Luciano Chailly, Clementi, Donatoni, Hazon, Maderna, Mannino, Manzoni, Margola, Pennisi, Testi, Tutino, Panni, Fedele, Francesconi, Vacchi. Oggi I Pomeriggi Musicali contano su un vastissimo repertorio che include i capolavori del Barocco, del Classicismo e del primo Romanticismo insieme alla gran parte della musica moderna e contemporanea. Compositori come Honegger e Hindemith, Pizzetti, Dallapiccola, Petrassi e Penderecki hanno diretto la loro musica sul podio de I Pomeriggi Musicali, che diventano trampolino di lancio verso la celebrità di tanti giovani artisti. È il caso di Claudio Abbado, Leonard Bernstein, Rudolf Buchbinder, Pierre Boulez, Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Aldo Ceccato, Sergiu Celibidache, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianandrea Gavazzeni, Carlo Maria Giulini, Vittorio Gui, Natalia Gutman, Angela Hewitt, Leonidas Kavakos, Alexander Lonquich, Alexander Igor Markevitch, Zubin Mehta, Carl Melles, Riccardo Muti, Donato Renzetti, Hermann Scherchen, Thomas Schippers, Christian Thielemann, Salvatore Accardo, Antonio Ballista, Arturo Benedetti Michelangeli, Bruno Canino, Dino Ciani, Severino Gazzelloni, Franco Gulli, Nikita Magaloff, Nathan Milstein, Massimo Quarta, Maurizio Pollini, Corrado Rovaris e Uto Ughi. Tra i Direttori stabili dell’Orchestra, ricordiamo Nino Sanzogno, il primo, Gianluigi Gelmetti, Giampiero Taverna e Othmar Maga, per arrivare ai milanesi Daniele Gatti, Antonello Manacorda e Aldo Ceccato, direttore emerito dell’Orchestra. In alcuni casi, la direzione musicale è stata affiancata da una direzione artistica; in questa veste: Italo Gomez, Carlo Majer, Marcello Panni, Marco Tutino, Gianni Tangucci, Ivan Fedele, Massimo Collarini e, da luglio 2013, Maurizio Salerno. L’Orchestra I Pomeriggi Musicali svolge la sua attività principalmente a Milano e nelle città lombarde, mentre in autunno contribuisce alle stagioni liriche dei Teatri di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Mantova, Pavia – all’interno del cartellone di Opera Lombardia – e alla stagione di balletto del Teatro alla Scala. Invitata nelle principali stagioni sinfoniche italiane, l’Orchestra è ospite anche delle maggiori sale da concerto europee. I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale. Sede dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è lo storico Teatro Dal Verme, sito nel cuore di Milano.