Le date
Direttore: Ottavio Dantone
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Biglietteria
Biglietti singoli concerti:
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I Pomeriggi in Anteprima:
Biglietti posto unico
Interi € 10,00 + prev.
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Carnet liberi di scegliere
10 anteprime scelte all’atto dell’acquisto
Interi € 72,00 + prev.
Ridotti* € 62,00 + prev.
Primo Settore (Platea, da fila 1 a fila 30)
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a fila 40)
Ridotti* Giovani under 26; Anziani over 60; Biblioteche; Cral;
Associazioni Culturali; Gruppi; Scuole e Università
Il Cast
Direttore: Ottavio Dantone
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Note di sala
Christoph Willibald Gluck (1714-1787)
da Orfeo e Euridice:
Danza delle Furie
Danza degli spiriti beati
Franz Joseph Haydn (1732-1809)
Sinfonia n. 80 in re minore HOB.I:80
I: Allegro spiritoso
II: Adagio
III: Menuetto
IV: Presto
***
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Sinfonia n. 29 in La Maggiore K 201
I: Allegro moderato
II: Andante
III: Minuetto
IV: Allegro con spirito
Il mito di Orfeo e di Euridice è tra i più celebrati ed antichi della letteratura occidentale. Esso esalta il potere dell’arte musicale nel vanificare la morte e nel rimuovere il suo attacco, e non pare dunque un caso che la storia dell’opera inizi proprio con le due Euridice di Peri e di Caccini (a Firenze alla fine dell’anno 1600), e prosegua meglio ancora con l’Orfeo di Monteverdi, del 1607 (a Mantova). Più di centocinquant’anni dopo Gluck tornò sullo stesso argomento per apportare – e anche questo non pare casuale – una sostanziale riforma all’opera lirica, con la quale decise tra l’altro di superare l’eccessiva complessità dei libretti dell’opera seria e l’eccessivo esibizionismo dei cantanti, sfruttando al tempo stesso gli strumenti dell’orchestra e la strumentazione con finalità evocative ed estetiche, oppure per dare maggior risalto alle singole parti vocali. La prima e innovativa versione fu rappresentata nel 1762 a Vienna (Maria Teresa regnante), ancora con un testo in italiano secondo quanto usuale alla corte imperiale, redatto dal livornese Ranieri de’ Calzabigi poeta aulico e collaboratore alla riforma di Gluck. Tuttavia la versione definitiva dell’opera risale all’allestimento parigino del 1774, presentata in francese con il titolo Orphée et Eurydice su libretto di Pierre-Louis Moline. Per questa questa edizione Gluck riscrisse alcune parti e cambiò il ruolo di Orfeo, che era in precedenza destinato a un cantante evirato, visto che in Francia non era abituale la presenza di castrati, destinandolo a un tenore acuto, o controtenore, la voce abituale per i personaggi eroici nell’opera francese. Questa nuova versione introduce tra le novità anche una suite di danze, assecondando il gusto allora prevalente a Parigi, tra cui una lunga “Danza delle furie”, ripresa dal balletto Don Juan che lo stesso Gluck aveva scritto a Vienna contemporaneamente alla prima versione di Orphée et Eurydice, e la famosa “Danza degli spiriti beati”, un meraviglioso solo di flauto accompagnato dagli archi. Una notizia sconosciuta ai più: l’Orfeo e Euridice di Gluck fu ancora l’opera con la quale fu riaperta la Staatsoper di Berlino nientemeno il 9 settembre del 1945, a pochi mesi dalla resa della Germania, con la città ancora quasi totalmente distrutta e l’inferno ancora davanti agli occhi di tutti.
Le due sinfonie di Haydn e di Mozart rappresentano due esempi compiuti del repertorio classico che, a distanza di undici anni uno dall’altro, dimostrano con evidenza la trasformazione avvenuta nello stile sinfonico. Dapprima viene quella più recente risalente alla piena maturità di Haydn, all’epoca in cui egli iniziò il distacco dalla corte Esterhazy e avviò la sua carriera come libero professionista. Le sue sinfonie, sempre caratterizzate da varietà di forme e di caratteri, piene di invenzioni a volte davvero originali e sorprendenti, pur nel rispetto di quella chiarezza melodica e di quella unità stilistica che sono alla base della sua scrittura, presentano da questo momento un punto di forza nello sviluppo e nell’elaborazione tematica (in particolare a partire dalla sinfonia n. 82). Le tre numerate 79, 80, 81, costituiscono una triade organica composta per un’esecuzione nella settimana di quaresima a Vienna avvenuta nel marzo 1785 (è a quest’epoca che risalgono tra l’altro i primi incontri con Mozart), e sono le prime non destinate al principe Esterházy, alle cui dipendenze però ancora lavorava. La sinfonia n. 80, con i due movimenti esterni composti in forma sonata (primo tema, secondo tema, sviluppo, ripresa), comincia insolitamente in modo minore. Da notare la soluzione del tutto originale del secondo tema con la citazione di una musica di danza, un misto tra Minuetto e Ländler, le danze che preludono all’avvento del valzer (ma attenzione, la citazione è volutamente imperfetta, estendendosi per sole sette battute, il che ne renderebbe impossibile l’impiego in una danza vera e propria). Ma le soluzioni originali e sorprendenti adottate da Haydn in questa come in molte altre sinfonie sono, come detto, numerosissime e lasciamo all’ascoltatore il piacere di sorprendersi, soprattutto confrontando queste novità con la sinfonia di Mozart, composta poco più di dieci anni prima.
Quest’ultima, fu completata il 6 aprile del 1774 a Salisburgo. Svariati commentatori vi hanno riconosciuto il primo esempio del migliore stile creativo sinfonico di Mozart. Il gusto per l’approfondimento espressivo e l’introduzione di nuovi elementi compositivi che stavano cambiando il corso della sinfonia, come ad esempio l’aumento di episodi imitativi e contrappuntistici, la trasformazione di elementi decorativi in finezze di stile e carattere allora adottate solo nella musica da camera, le figurazioni melodiche sempre più anticonvenzionali, gli strumenti che cambiano il loro impiego, gli archi che diventano più espressivi, i fiati che evitano tutto quanto possa ricordare la loro tradizionale rumorosità. Insomma, il nuovo spirito del tempo, genialmente interpretato da Mozart, appare in ognuno dei quattro movimenti di questo gioiello sinfonico, così che non meraviglia che questa sinfonia sia stata la prima tra quelle di Mozart ad entrare stabilmente nel grande repertorio concertistico.
note a margine di Renato Meucci
M° Ottavio Dantone
Direttore d’orchestra
Dopo essersi diplomato al conservatorio G. Verdi di Milano in organo e clavicembalo, ha intrapreso giovanissimo la carriera concertistica segnalandosi presto all’attenzione della critica come uno dei clavicembalisti più esperti e dotati della sua generazione. Nel 1985 ha ottenuto il premio di basso continuo al concorso internazionale di Parigi e nel 1986 è stato premiato al concorso internazionale di Bruges. È stato il primo italiano ad aver ottenuto tali riconoscimenti a livello internazionale in ambito clavicembalistico. Profondo conoscitore della prassi esecutiva del periodo Barocco, dal 1996 è il Direttore Musicale dell’Accademia Bizantina di Ravenna con la quale collabora dal 1989.
Sotto la sua direzione l’Accademia Bizantina, nel giro di pochi anni, si afferma come uno degli Ensemble di musica barocca con strumenti antichi più noti ed accreditati nel panorama internazionale. Nel corso dell’ultimo ventennio, Ottavio Dantone ha gradualmente affiancato alla sua attività di solista e di leader di gruppi da camera, quella di Direttore d’Orchestra, estendendo il suo repertorio al periodo classico e romantico. Il suo debutto nella direzione di un’opera lirica risale al 1999 con la prima esecuzione in tempi moderni del “Giulio Sabino” di Giovanni Sarti al teatro Alighieri di Ravenna con la sua Accademia Bizantina. La sua carriera lo ha successivamente portato ad accostare al repertorio più conosciuto la riscoperta di titoli meno eseguiti o in prima esecuzione moderna nei festival e nei teatri più importanti del mondo tra cui Teatro alla Scala di Milano, Glyndebourne Festival Opera, Teatro Réal di Madrid, Opéra Royale Versailles, Opera Zurich ed London Proms. Ha inciso, sia come solista che come direttore, per le più importanti case discografiche: Decca, Deutsche Grammophon, Naïve e Harmonia Mundi ottenendo premi e riconoscimenti prestigiosi dalla critica internazionale.
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
L’Orchestra Haydn si è costituita nel 1960 per iniziativa dei Comuni e delle Province di Bolzano e di Trento e gode dei finanziamenti ministeriali del Fondo unico per lo spettacolo (fus). Il suo repertorio spazia dal barocco ai contemporanei; in più occasioni autori come Luigi Dallapiccola, Luigi Nono, Luciano Berio, Franco Donatoni, Giorgio Battistelli, Matteo D’Amico e Giovanni Sollima le hanno affidato dei loro lavori in prima esecuzione assoluta. L’Orchestra ha preso parte a diversi festival internazionali, apparendo in Austria (a Bregenz, Erl, al Mozarteum di Salisburgo e al Musikverein di Vienna), Germania, Giappone (a Otsu e Tokio), Italia (al Maggio Musicale Fiorentino, alla Sagra Musicale Umbra di Perugia, al Rossini Opera Festival di Pesaro, ad Anima Mundi di Pisa e a MiTo SettembreMusica di Torino), nei Paesi Bassi, negli Stati Uniti d’America, in Svizzera e in Ungheria. Sul suo podio sono saliti, fra gli altri, Claudio Abbado, Rinaldo Alessandrini, Riccardo Chailly, Ottavio Dantone, Eliahu Inbal, Alain Lombard, Jesús López-Cobos, Neville Marriner, Riccardo Muti, Daniel Oren, José Serebrier, Sir Jeffrey Tate, Juraj Valčuha e Alberto Zedda; dopo il fondatore Antonio Pedrotti si sono avvicendati come direttori stabili Hermann Michael, Alun Francis, Christian Mandeal e Ola Rudner. Dopo la quasi trentennale guida di Andrea Mascagni, alla direzione artistica si sono avvicendati Hubert Stuppner, Gustav Kuhn (2003-2012) e Daniele Spini (dal 2013); dal 2014 Arvo Volmer è il direttore principale dell’Orchestra. Moltissime sono le registrazioni radiofoniche e televisive per la RAI; ampio il catalogo di LP, CD e DVD realizzati per Agorá, Amadeus, Arts, Brilliant Classics, Camerata Tokyo, col legno, Concerto, cpo, Dynamic, Multigram, Naxos, Opus Arte, rca, stradivarius, Turnabout, Unitel, Universal, Verdi Records, vmc Classics e Zecchini.