Concerto - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
sabato 30 aprile 2011
Ore: 17:00

Note di Sala:

Luigi Boccherini: Sinfonia in re magggiore G 490
Allegro
Andante grazioso
Allegro assai

Ermanno Wolf-Ferrari: Idillio-Concertino in re maggiore op 15 per oboe, orchestra d’archi e due corni
Preambolo (Andante con moto)
Scherzo
(Presto)
Adagio
Rondo
(Allegro non troppo)


Gyorgy Ligeti
: Ramifications per dodici archi
Corrente, con delicatezza, Accellerando, Impetuoso,
Molto impetuoso, Senza tempo, A tempo, Meno mosso


Franz Schubert
: Sinfonia n. 5 in si bemolle magg. D485
Allegro
Andante con moto
Minuetto
Allegro vivace

Luigi Boccherini
Sinfonia in re maggiore G 490

Le composizioni di Luigi Boccherini furono catalogate e raccolte dal musicologo francese Yves Gérard nel catalogo Gérard, pubblicato a Londra nel 1969, da cui l’iniziale G che caratterizza la catalogazione. La raccolta delle opere di Boccherini presenta difficili problemi di attribuzione e di cronologia, perché molti dei suoi manoscritti andarono dispersi, tuttavia di Boccherini rimasero molti brani, divenuti molto famosi, come i  quintetti per archi,  i quartetti e numerose altre composizioni da camera, scrisse anche le 6 sinfonie dell’op.12 (tra cui la celebre n.4, nota come “La casa del Diavolo”), lo Stabat Mater e la Messa Solenne. In aggiunta vi sono anche i quattro concerti per violoncello G.477, G.478, G.479, G.480, dei quali i primi tre furono scritti tra il 1768-69 e pubblicati insieme, mentre l’ultimo fu pubblicato postumo, fondamentali nella storia del repertorio violoncellistico.

Ermanno Wolf-Ferrari
Idillio-Concertino in la maggiore op. 15

Nel catalogo di Wolf-Ferrari (come in quello di Richard Strauss) le composizioni strumentali – che rappresentano una eccezione nei confronti della prevalente produzione teatrale – sono comprese in due periodi: nel primo (1895-1905) e nell’ultimo (1935-1946) decenni odi attività artistica.
L’Idillio Concertino op. 15 è del 1932 ed è dedicato al direttore d’orchestra Leo Blech, mentre invece la Suite-Concertino op. 16 è del 1933. Due pagine dalle quali trapela un maestro dell’eleganza, del piacevole bel suono, derivato dal verismo con un bagno germanico di Mozart.
“Ogni parte deve ben cantare!” , scriveva a Giulio Cogni l’autore, aggiungendo che egli, prima di licenziare una partitura, usa rileggersi singolarmente ogni voce, per vedere se di sé stessa canti: “perché ogni singolo strumentista deve suonare con piacere la sua parte!”.
Una musica che nasce nel segno di una concezione anti-intellettualistica che l’autore ha così espresso (La musica della musica): Verdi nella sua lettera ad Opprandino Arrivabene del 2 settembre 1871 scrive : ”Nella musica vi è qualche cosa di più della melodia: qualche cosa di più dell’armonia. Vi è la musica!”. Si può distinguere meglio ciò che nella musica è essenza, anuìima, miracolo, bellezza insomma, arte, da ciò che ne è l’incarnazione sonora, la tecnica?
Anton Dvorak, ad un giovane che gli presentava, perché la giudicasse, una sua partitura, dopo averla letta attentamente disse: “archi, benissimo; ottoni, benissimo; istrumenti assai bene; ma…schifoso”. E non disse altro.
Qualche pecora, qualche mucca in un paesaggio d’alta montagna, di Segantini: tre contadine con il libro di preghiere in mano, di Leibl; la scena presso il ruscello nella Pastorale di Beethoven: perché c’è l’eterno, l’infinito in tutto questo? Forse perché è ben fatto? E’ anche ben fatto, ma c’è di più. Ed è questo che rapisce. Il miracolo si sente ma non si vede. L’arte che tutto fa, nulla si scopre.”

Gyorgy Ligeti
Ramifications per dodici archi

Il transilvano Ligeti forte dell’esempio di Kadosa, Veress e Jàrdànyi si spinge sempre più verso la ricerca etnomusicologia. Dalla assidua frequentazione della musica popolare balcanica traggono ispirazione le sue prime composizioni sinfoniche, come le Antiche danze ungheresi (1949), la Cantata della gioventù (1949). Dopo il trasferimento dapprima a Vienna ed il seguito a Colonia l’intento sperimentale, pur sempre latente, si attenua in funzione di più urgenti ed esplicite pulsioni espressive, nascono Aventures e Nouvelles Aventures, il Requiem,  Ramifications (1968-69) per 12 archi solisti (o per orchestra d’archi), il Kammerkonzert per 13 strumentisti. Fitte aggregazioni micropolifoniche, dall’impalpabile pulviscolo materico, sono i tratti inconfondibili del suo stile.

Franz Schubert
Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D 485

E’ stato scritto molto poco sulle prime sei sinfonie di Schubert e ciò si può capire se si pensa che esse uscirono dagli scaffali delle biblioteche ed entrarono nel repertorio delle orchestre attorno agli anni 1930.
Sir George Grove le descrive brevemente (la prima pubblicazione dei manoscritti è del 1869) e possediamo inoltre un ammirevole saggio di Anton Dvorak – che le amava moltissimo – del 1894. A parte questi due saggi, quasi tutto quello che si è scritto su queste sinfonie è degli ultimi quarant’anni.
La sinfonia n. 5 occupa una posizione unica nel catalogo sinfonico di Schubert, essendo la più breve e per le caratteristiche cameristiche dell’organico (archi, flauto due oboi, due fagotti e due corni). La sua composizione risale al periodo compreso fra l’inizio di settembre ed il 3 ottobre 1816. Fu eseguita – privatamente – nell’autunno dello stesso anno nella casa (Vienna, Schottelhof) del violinista e direttore Otto Hatwig. Nella sua orchestra troviamo spesso noti musicisti come Eduard Jaell e Ferdinand Schubert (primo leggio dei violini), Josepf Prohaska (secondo leggio), Josef Doppler, i fratelli Nentwich fra gli strumentisti a fiato.
La prima esecuzione pubblica ebbe luogo invece il 17 ottobre 1841 a Vienna (Josefstadt Theater) e fu diretta da Michael Leitermayer.
La successiva esecuzione è quella del febbraio 1873 a Londra (Crystal Palace).
Poi il silenzio calò su questa sinfonia finché essa non venne pubblicata nel 21885

Biglietteria

Abbonamenti e bilgietti in vendita presso:
Biglietteria Ticket One – Teatro Dal Verme
Via San Giovanni sul Muro, 2 – Milano
Tel. 02 87905

Orari d’apertura
Dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 18
Sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 13
Vendita Online: www.ticketone.it

Il Cast

Direttore e Oboe solista: Diego Dini Ciacci
Orchestra: Orchestra di Padova e del Veneto