Gentile pubblico,
pochi minuti fa, alla convocazione per la prova di assestamento, l’alta adesione dei professori d’orchestra allo sciopero, proclamato per il rinnovo del contratto e pubblicamente noto, ha reso evidente l’impossibilità di eseguire il Concerto di Natale, in programma questa sera alle ore 20 al Teatro Dal Verme, e che prevedeva il sold out. Il Concerto, pertanto, deve considerarsi annullato.
Qui di seguito le informazioni necessarie per richiedere il rimborso dei biglietti.
La Fondazione I Pomeriggi Musicali si scusa per il disagio.
Modalità di rimborso
TicketOne
Gli spettatori che hanno acquistato il loro biglietto sul sito TicketOne.it o tramite Call Center riceveranno il riaccredito automaticamente sullo stesso strumento di pagamento utilizzato in fase di acquisto senza la necessità di procedere ad alcuna richiesta di rimborso.
IMPORTANTE: gli spettatori che hanno acquistato i loro biglietti con spedizione tramite “Corriere Espresso”, potranno conservare i biglietti in loro possesso perché gli saranno richiesti in una fase successiva.
Gli spettatori che hanno acquistato il loro biglietto presso uno dei Punti Vendita fisici TicketOne potranno fare richiesta di rimborso entro e non oltre il 14 gennaio 2023 secondo le procedure riportate alla pagina https://www.rimborso.info.
Biglietti acquistati presso la biglietteria TicketOne del Teatro Dal Verme
Tutti i possessori di titoli d’ingresso validi per il concerto del 22 dicembre 2022 potranno presentarsi presso gli sportelli di biglietteria (in via San Giovanni sul Muro, 2) dal 10 al 15 gennaio 2023 dalle ore 10.30 alle ore 18.30, muniti del biglietto acquistato.
Carnet di Natale
Tutti i possessori di carnet di Natale (10 concerti a scelta + concerto del 22 dicembre 2022) potranno presentarsi presso gli sportelli di biglietteria (in via San Giovanni sul Muro, 2) dal 10 al 15 gennaio 2023 dalle ore 10.30 alle ore 18.30, muniti del carnet acquistato per poter sostituire il Concerto di Natale con altro concerto della 78ª Stagione Sinfonica.
I monelli
La Fondazione I Pomeriggi Musicali per manifestare il proprio affetto a tutto il pubblico del 22 dicembre 2022 offre uno speciale sconto per l’acquisto dell’intero abbonamento alla nuova rassegna I monelli dedicata ai poeti della comicità cinematografica (da Charlie Chaplin a Stanlio e Ollio) che rivivono sul grande schermo con la colonna sonora eseguita dal vivo.
Abbonamento a 5 eventi al prezzo di euro 25 anziché 50.
Dal 10 gennaio 2023 sarà possibile recarsi in biglietteria per usufruire della riduzione o acquistare online tramite link dedicato che sarà comunicato prossimamente via email.
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Torna attesissimo il 22 dicembre, fuori abbonamento, il tradizionale Concerto di Natale con i valzer della famiglia Strauss diretto da Alessandro Bonato.
Programma
Johann Strauss jr
Persischer-Marsch op. 289
Bauern Polka op. 276
Frühlingsstimmen op. 410
Annen Polka op. 117
Trisch-Trasch-Polka op. 214
Fledermaus-Quadrille op. 363
Johann e Joseph Strauss
Pizzicato Polka
Johann Strauss jr
Unter Donner und Blitz op. 324
Die Fledermaus (Ouverture)
Maskenball-Quadrille op. 272
Joseph Strauss
Feuerfest! op. 269
Johann Strauss jr
Kunstler Quadrille op. 201
An der schönen blauen Donau op. 314
Direttore Alessandro Bonato
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Biglietteria
Intero
I settore € 20,00 – II settore € 14,50 – Balconata € 11,00 + prevendita
Ridotto
I settore € 16,00 – II settore € 12,50 – Balconata € 9,00 + prevendita
Note di sala
«Fervono amori e danze / nelle felici stanze»
di Raffaele Mellace
«Johann Strauss era a Vienna lo zar di tutte le gambe. […] Era l’ambiente che aveva creato lui, o era lui che aveva creato l’ambiente? Chi lo sa?». Se lo chiedeva il periodico «Scena illustrata» dopo che il 6 giugno 1899 una folla imponente aveva accompagnato al Cimitero centrale la salma del “re del Valzer”. Johann Baptist Strauss (figlio per distinguerlo dall’omonimo padre) si era spento a 73 anni al termine d’un secolo, l’Ottocento, cui la sua musica aveva prestato una veste sonora splendida, divenendone icona universalmente riconosciuta. Il secolo borghese, le cui «magnifiche sorti e progressive» Leopardi aveva guardato con disincanto, rinveniva nella produzione straussiana, unicamente musica d’intrattenimento, soprattutto da ballo, la trasfigurazione artistica dell’energia, della vitalità, della visione edonistica e ottimistica dell’esistenza che, superata la rivoluzione del Quarantotto (Strauss aveva debuttato nell’ottobre 1844) si avviava a celebrare i fasti della belle époque, prima che l’altra batosta, ben più traumatica, della Grande Guerra precipitasse l’Austria e l’Europa tutta nel drammatico Secolo breve.
Intanto però, nei trent’anni coperti dalla musica in programma (1852-1883), Vienna è in piena espansione. Orfana dal 1827 di Beethoven, rifondata con l’innalzamento attorno alla nuova cintura della Ringstraβe d’una serie di edifici monumentali, ritrova una vita musicale palpitante: nel 1863 Brahms assume la direzione della Singakademie, nel 1866 va in scena Cavalleria leggera di Suppé, nel 1868 Bruckner è nominato docente al Conservatorio, nel 1869 s’inaugura la nuova Opera di Corte. Come nella Parigi di Offenbach, la civiltà dell’intrattenimento leggero, voce d’un insopprimibile desiderio di evasione, alimentata nella prima metà del secolo da Johann Strauss padre (autore nel 1848 della Marcia di Radetzky) e dal socio Joseph Lanner, conosce uno sviluppo prodigioso. Un repertorio originariamente destinato all’organico essenziale di due violini e chitarra, da suonarsi nelle bettole, con la generazione di Strauss sn. conquistò i saloni delle feste e persino la Corte imperiale. Il fondamento è costituito da poche danze, due soprattutto, pilastri di quel repertorio e anima del nostro concerto: il valzer, già citato nel 1787 e plausibilmente derivato dal Ländler, e la polka, danza rapida di origine boema nota a Vienna dal 1839, evolutasi negli anni Cinquanta nelle varianti più aggraziata (polka française) o ancor più veloce (polka schnell), chiamata a Parigi galop.
Fu in particolare Strauss figlio a conferire a quel repertorio la dignità artistica di composizioni sinfoniche degne d’una sala concerto, con ambizioni da musica d’arte, sviluppando l’Introduzione e la Coda, curando invenzione melodica, armonia e orchestrazione, dimostrando un gusto, un astuto dosaggio degli effetti e un sicuro magistero compositivo riconosciutigli dallo stesso Brahms, poco propenso ai complimenti. Onnipresente nel celebrare qualsiasi evento pubblico in mezzo secolo di vita viennese, godette già in vita d’un successo consolidato da tournée internazionali dalla Russia agli Stati Uniti (il 7 maggio 1874 diresse anche qui, al Teatro Dal Verme) che gli valsero il nomignolo di “re del valzer”. Quando nel 1895 l’anziano Verdi ricevette lo spartito del Guntram del giovane e in Italia ancora quasi sconosciuto Richard Strauss, chiese a Ricordi se si trattasse dell’«autore dei Valzer». Delle centinaia di titoli (479 numeri d’opus) pubblicati da Johann Strauss jn., il florilegio odierno, aperto dal giocoso esotismo della Marcia persiana op. 288 (1864), offre un campione assai vario. Spicca l’ampia architettura del valzer An der schonen, blauen Donau op. 314 (1867), sintesi prodigiosa di dolcezza, sensualità ed energia, originariamente con l’apporto del coro, committente il Wiener Männergesang-Verein (“Associazione corale maschile viennese”), e immediatamente salito alla ribalta internazionale nella versione esclusivamente orchestrale presentata quell’anno stesso all’Esposizione universale di Parigi e subito dopo a Londra. Altrettanto interessante è la genesi di Frühlingsstimmen op. 410, la composizione più recente in programma, commissionata come valzer vocale dal soprano Bianca Bianchi che l’interpretò con esito trionfale al Theater an der Wien il 1° marzo 1883: privata della voce, la pagina nulla perde dell’impeto irresistibile dell’invenzione melodica. Trascorre come un lampo la polka Unter Donner und Blitz op. 324 (1868), dal passo rapido e dall’eloquio arguto; meno frenetiche suonano le Bauern Polka op. 276 (1863), polka française leggera e spiritosa, Tritsch-Tratsch-Polka op. 214 (1858), dal passo spedito e determinato, Pizzicato-Polka op. 234 (1870), dall’invenzione originalissima e spiritosa, e Annen Polka op. 117, la partitura più antica in programma (1852), miracolo di eleganza e semplicità. Arricchisce il concerto – in cui non manca nemmeno un titolo, la polka française Feuerfest! (1869), di Josef Strauss, fratello minore con cui il re del valzer operò a lungo in associazione – una serie cospicua di quattro quadrille, danza di società eseguita da più coppie popolarissima nel primo Ottocento. L’invenzione tematica è presa in prestito dal teatro d’opera o comunque da musica celebre preesistente, proposta in un pot-pourri coloratissimo, piacevole per la memoria che ritorna a spettacoli visti sulla scena. La sala da ballo si satura di ritmi vivaci e melodie ammiccanti dal Fledermaus (la Quadrille op. 363, 1874), l’operetta più celebre tra le quindici di Strauss; dall’Orphée aux enfers di Offenbach (op. 236, 1860), dominato dall’inaggirabile can-can; dal verdiano Un ballo in maschera (op. 272, 1862), incardinato sui moderni ritmi indiavolati della Parigi secondo Impero ma insieme vivificato dalla cantabilità italiana del canto di Riccardo; infine, a mo’ di playlist la più antica Künstler-Quadrille (op. 201, 1858) saccheggia successi scenici o sinfonici, da Mendelssohn a Mozart, da Weber a Paganini, ingaggiando l’ascoltatore in quiz senza tregua.