Ezio Bosso raccontato da una delle sue più grandi e affezionate amiche, Grazia Veresani, che Michela Fregona intervista alla vigilia della pubblicazione per Marsilio del suo libro dedicato appunto a grande pianista scomparso lo scorso anno.
Note di sala
Grazia Verasani
Non ho molto tempo
In libreria dal 10 giugno 2021
Un ritratto inedito e profondo del grande maestro Ezio Bosso a un anno dalla scomparsa, attraverso la scrittura di Grazia Verasani, sua grande amica.
«Non sei uno che lascia il campo, non lo avresti mai fatto, se non per uno scopo preciso: continuare a coltivare un altro senso, un’altra musica, un altro messaggio. Un’eredità che in qualche modo deve attraversarci, al di là delle sale che ti intitoleranno e altri premi postumi. Una lezione di libertà che deve perpetuarsi in qualche modo. Mentre adesso manchi più dell’aria che hai disegnato mille volte con le dita, agitando quelle tue bellissime mani ferite. O erano ali?» Grazia Verasani, il Resto del Carlino
Alla morte prematura del compositore e direttore d’orchestra Ezio Bosso, Grazia Verasani decide di scrivere un diario a posteriori per raccontare la loro amicizia, improvvisa e solida, come spesso sono le amicizie tardive.
Da questo gesto memoriale, affettivo, altrettanto improvviso e solido, viene fuori il ritratto inedito e forte di un uomo straordinario, non solo sul palco, ma anche al tavolo di un’osteria. Un uomo che ha testimoniato, con ogni sua azione, ogni sua intemperanza, ogni sua parola o nota, che la vita è fatta per discutere, che gli amici sono fatti per discutere, che la musica è fatta di punti e contrappunti, cosi come l’amore. È difficile scrivere di persone morte alle quali si è voluto bene senza tentare, come scriveva Yourcenar, di legarle al carro dei vivi, è difficile scriverne senza sottolineare le loro qualità per cancellarne i difetti, è difficile, insomma, lasciarli umani. Grazia Verasani, in questo testo lieve e dolente, divertito e doloroso, ci è riuscita.
Grazia Verasani (Bologna 1964), scrittrice, drammaturga e musicista, ha esordito giovanissima con alcuni racconti apparsi su il manifesto. Oltre a Quo vadis, baby? – da cui nel 2005 è stato tratto l’omonimo film di Gabriele Salvatores e nel 2008 una serie tv prodotta da Sky – e agli altri libri della serie con protagonista l’investigatrice Giorgia Cantini (tutti disponibili nel catalogo Marsilio) ha pubblicato vari romanzi tra cui From Medea (Sironi 2004), da cui nel 2012 è stato realizzato il film Maternity Blues di Fabrizio Cattani, e Tutto il freddo che ho preso (Feltrinelli 2008). I suoi libri sono tradotti in vari paesi tra cui Francia, Germania, Portogallo, Stati Uniti e Russia.
Michela Fregona
È nata e vive a Belluno; giornalista, è laureata in lettere antiche a Venezia e diplomata in flauto traverso. Insegna nelle scuole serali dal 2000. Ha pubblicato per la Postcart di Roma Tangomalia (2004) e Buenos Aires Café (2008), reportage di vite e luoghi (premio Marco Bastianelli 2009), con fotografie di Lucia Baldini. Dal 2018 si prende cura della pagina della “Letteratura” della rivista online «Cultweek». È tra le fondatrici di “Scrittori a domicilio”, la prima rete di presentazioni virtuali degli scrittori italiani, nata nel marzo del 2020. Ha collaborato con l’Accademia dei Lincei. Il suo romanzo d’esordio, La classe degli altri, segnalato nel 2017 dal Comitato di lettura del Premio Italo Calvino, è stato pubblicato da Apogeo Editore (Adria) nel settembre del 2019. Nel novembre del 2020 è uscito Riscossa, primo volume della collana Vocabolario dell’Arca – parole in caso di diluvio, pubblicato da Anima Mundi (Otranto