Panorami sonori. Direttore e violoncello: Giovanni Sollima, Special guest: PFM - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 09 giugno 2022
Ore: 20:00

Prende il via giovedì 9 giugno al Teatro Dal Verme una nuova rassegna estiva che, intitolata Panorami sonori, presenta quattro appuntamenti dedicati a generi musicali meno frequenti nella programmazione istituzionale, oltrepassando i confini del repertorio classico: il concerto inaugurale è diretto dal compositore e violoncellista Giovanni Sollima, musicista sorprendente e coinvolgente impegnato con l’Orchestra in pagine proprie, di Purcell e poi, insieme alla PFM – Premiata Forneria Marconi, altre ancora del repertorio classico rilette proprio da questa storica band, emblema del rock progressivo italiano. Per l’occasione la PFM è composta da Franz Di Cioccio (voce e batteria), Patrick Djivas (basso), con Lucio Fabbri (violino, seconda tastiera, cori), Alessandro Scaglione (tastiere, cori), Marco Sfogli (chitarra, cori), special guest Luca Zabbini.

Programma

Giovanni Sollima
Terra con variazioni, per violoncello e orchestra
Henry Purcell
The Cold Song
Strike The Viol
Giovanni Sollima
Aquilarco n. 2
Aquilarco n. 3
PFM – Premiata Forneria Marconi
Ouverture dal Flauto magico di Mozart
“Danza dei cavalieri” da Romeo e Giulietta di Prokof’ev
Suite italiana

Il Cast

Direttore e violoncello Giovanni Sollima
Special guest PFM – Premiata Forneria Marconi
Per l’occasione composta da:
Voce e batteria Franz Di Cioccio
BassoPatrick Djivas
Violino, seconda tastiera e cori Lucio Fabbri
Tastiere e cori Alessandro Scaglione
Chitarra e cori Marco Sfogli
special guest Luca Zabbini
Orchestra I Pomeriggi Musicali

Note di sala

L’incontro tra il violoncellista e compositore palermitano Giovanni Sollima e la Premiata Forneria Marconi – emblema del progressive rock italiano – avviene all’insegna della reciproca predisposizione a mettersi in discussione e a indagare i confini tra generi e soprattutto le possibilità di creare nuova musica da nuovi suoni che nascono ancora una volta dalla fusione anziché dallo scontro. Il programma infatti non si limita ad affiancare i brani l’uno all’altro ma descrive un itinerario di ricongiungimento che parte da Sollima e dal suo rapporto schietto con la natura, esemplificato da Terra con variazioni, partitura del 2015 – brano eseguito in prima assoluta ai Pomeriggi Musicali e dal quale è stato tratto il logo sonoro dell’Expo milanese – che appartiene a una recente e copiosa vena creativa d’ispirazione ambientale comprendente anche l’album Natural Songbook e i pezzi cameristici Terra aria, Terra danza, Terra fuoco. Seguono due elaborazioni da composizioni seicentesche di Henry Purcell, rappresentante di quella “musica antica” nei confronti della quale Sollima ha sempre dedicato attenzione, indagando il repertorio e risalendo fino al Medioevo. L’ispirazione ambientale e mediterranea è presente anche nella serie di nove brani intitolati Aquilarco (apparsi nel 1998), all’interno dei quali suona anche uno strumento creato da un aquilone che fa vibrare un archetto di violoncello; estratti di quest’opera sono diventati temi principali delle colonne sonore dei film di Marco Tullio Giordana I cento passi e La meglio gioventù. In cinquant’anni di ricerca musicale, la PFM non ha mai creduto alle sovrastrutture che sono state erette per separare i generi musicali – specialmente per dividere il “pop” dalla “classica” – e ha cercato, per esempio l’album PFM in Classic, di esaltare le reciproche diversità dei repertori. Le fonti classiche – da Verdi a Prokof’ev, da Mendelssohn a Rossini (ma nell’album figurano anche Mozart, Beethoven e Musorgskij) – vengono lette in senso trasversale e senza pregiudizi, cercando non di alterare la scrittura originale ma di far nascere da essa ulteriori possibilità espressive. Ne risultano esperienze d’ascolto in cui il passato respira l’aria del presente e percepisce anche gli “aromi” e i “sapori” che nei secoli scorsi non circolavano, come quelli del blues, del rock e dell’elettronica. Tanto Sollima quanto la PFM vedono nella presenza dell’orchestra un ulteriore “moltiplicatore” di potenzialità, che riunisce il virtuosismo funambolico del singolo e le capacità visionarie della band in un abbraccio corale.