Europa, volti di una tradizione - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 08 ottobre 2020
Ore: 10:00*
giovedì 08 ottobre 2020
Ore: 20:00
sabato 10 ottobre 2020
Ore: 17:00
*I Pomeriggi in anteprima

Note

Informazioni generali

Dal 14 luglio 2020 al 5 settembre 2020 (La Biglietteria sarà chiusa dal 2 al 31 agosto 2020) sarà possibile rinnovare i vecchi abbonamenti.
In ottemperanza alla normativa per il contenimento del Covid 19, il posizionamento in sala dovrà tenere conto del distanziamento sociale.
Il rinnovo dell’abbonamento, comunque, garantisce ai Signori Abbonati che essi potranno riprendere il proprio posto abituale nella Stagione 2021 – 22.

Musica eroica per tempi difficili

Beethoven, Concerto n. 5 per pianoforte e orchestra op. 73 “Imperatore”

Beethoven, Sinfonia n. 7 in la magg. op. 92

Direttore: James Feddeck

Pianoforte: Marc-André Hamelin

Orchestra I Pomeriggi Musicali

Biglietteria

Abbonamento a 22 concerti:

Interi: Primo settore €. 290,15; Secondo Settore €.227,70; Balconata €. 179,30 (tutti + prevendita)

Ridotti: Primo Settore €. 216,70; Secondo Settore €. 168,30; Balconata €130,90

(tutti + prevendita)

Interi con 10 ratei ex 75ª Stagione Sinfonica

Primo settore €. 158,25; Secondo Settore €.124,20; Balconata €. 97,80 (tutti + prevendita)

Ridotti con 10 ratei ex 75° Stagione Sinfonica

Primo Settore €. 118,20; Secondo Settore €. 91,80; Balconata €71,40

(tutti + prevendita)

Abbonamento Presenta un Amico:

Interi: Primo settore €. 215,60; Secondo Settore €.171,60; Balconata €. 134,20 (tutti + prevendita)

Ridotti: Primo Settore €. 162,80; Secondo Settore €. 126,30 Balconata € 94,35

(tutti + prevendita)

Interi con 10 ratei ex 75° Stagione Sinfonica

Primo settore €. 117,60; Secondo Settore €.93,60; Balconata €. 73,20 (tutti + prevendita)

Ridotti con 10 ratei ex 75° Stagione Sinfonica

Primo Settore €. 88,80 Secondo Settore €. 68,90; Balconata € 51,45

(tutti + prevendita)

 

Carnet Liberi di scegliere – 15 concerti scelti all’atto dell’acquisto

Interi: Primo settore €. 236,25; Secondo Settore €.186,75; Balconata €. 147,00 (tutti + prevendita)

Ridotti: Primo Settore €. 177,00; Secondo Settore €. 165,75 Balconata € 107,25

(tutti + prevendita)

Interi con 10 ratei ex 75° Stagione Sinfonica

Primo settore €. 78,75; Secondo Settore €.62,25; Balconata €. 49 (tutti + prevendita)

Ridotti con 10 ratei ex 75° Stagione Sinfonica

Primo Settore €. 59,00 Secondo Settore €. 55,25; Balconata € 35,75

(tutti + prevendita)

 

Biglietti singoli concerti:

Interi Primo Settore € 20,00 + prev.

Secondo Settore € 14,50 + prev.

Balconata € 11,00 + prev.

Ridotti* Primo Settore € 16,00 + prev.

Secondo Settore € 12,50 + prev.

Balconata € 9,00 + prev.

Il Cast

Direttore: James Feddeck.

Pianoforte: Marc-André Hamelin.

Orchestra I Pomeriggi Musicali.

Note di sala

Ludwig van Beethoven (1770-1827)

Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 in mi bemolle maggiore, op. 73 “Imperatore”

I: Allegro
II: Adagio un poco mosso
III: Rondo: Allegro

Sinfonia n. 7 in la maggiore, op. 92

I: Poco sostenuto – Vivace
II: Allegretto
III: Presto
IV: Allegro con brio


Musica eroica per tempi difficili

Accostare, nel 250° della nascita, Beethoven – chiave di volta della moderna concezione della musica e nume tutelare, con Mozart e Mendelssohn, della 76° stagione dei Pomeriggi Musicali – attraverso la coppia di lavori oggi in programma significa entrare per la porta principale nello splendido edificio dello “stile eroico”: fare esperienza cioè di quella scrittura musicale elaborata dal compositore maturo, la cui complessità, notevolissima, si presta alla perfezione a comunicare al pubblico un contenuto ideale incandescente che raggiunge l’ascoltatore senza mediazioni e lo coinvolge con un’eloquenza senza parole, ma proprio per questo tanto più efficace. Dei tre capisaldi del Beethoven orchestrale – sinfonia, concerto e ouverture – si ascolteranno l’ultimo dei cinque concerti per pianoforte e la terz’ultima delle nove sinfonie. Composti in quest’ordine in un intervallo di tempo relativamente breve, tra il 1809 e la primavera 1812, questi due capolavori fotografano una stagione inquieta per il compositore e la sua città adottiva, Vienna. Umiliata dall’occupazione francese e quindi costretta a un oneroso armistizio, la capitale asburgica offriva uno spettacolo che il 26 giugno 1809, dieci giorni prima della vittoria di Napoleone a Wagram, Beethoven commentava con queste parole: «Che devastazione e sconquasso attorno a me, nient’altro che tamburi, cannoni, afflizione umana d’ogni genere». Il furore delle armi e le drammatiche difficoltà dei tempi, lungi dal restare ai margini delle composizioni beethoveniane, vi si riversano  imperiosamente, impregnano l’invenzione musicale influenzando in misura determinante la qualità della scrittura. Sarebbe impossibile concepire partiture simili prescindendo dal contesto storico-culturale di un’Europa avviata a completare il secondo decennio di guerre, rivoluzionarie prima e napoleoniche poi: andranno ricondotte al rumore della Storia, meno indirettamente di quanto si potrebbe supporre, la spiccata propensione alla gestualità, le sonorità marziali, l’immagine sonora di un sublime che in quella stagione tanto inquieta non poteva se non assumere il tono d’uno stile eroico.

Nacque in quel contesto il Grand Concerto per le Pianoforte, uscito a stampa con questo titolo, generico ma al contempo significativo (quello d’Imperatore è invece spurio), e con una dedica altrettanto significativa al giovane arciduca Rodolfo, ultimogenito dell’imperatore Leopoldo II, talentuoso pianista allievo di Beethoven e suo generoso mecenate (promosse e finanziò in quello stesso 1809 l’istituzione d’una rendita annuale che rendeva il compositore indipendente), nonché futuro committente della Missa solemnis. Come avverrà per la Settima sinfonia, il Concerto coniuga fervore marziale e novità formale, sin dal magniloquente gesto inaugurale: l’accordo e l’arpeggio con cui rispettivamente l’orchestra e il pianoforte stabiliscono la tonalità di Mi bemolle maggiore (quella della Sinfonia “Eroica”). Partitura monumentale e ultimo concerto per qualsiasi strumento cui Beethoven mise mano, ospita in una struttura formale solidissima tanto un lessico tematico di sapore militaresco (ritmi di marcia, terzine che simulano rulli di tamburo) quanto, all’opposto, frequenti indugi pseudoimprovvisatori di toccante poesia, affidando l’uno e gli altri a un virtuosismo pianistico, forse concepito con in mente le doti dell’allievo Carl Czerny, che nel 1812 ne interpretò la prima esecuzione pubblica viennese (un’anteprima l’aveva disimpegnata il 13 gennaio 1811 lo stesso dedicatario in un concerto privato a Palais Lobkowitz). Il severo lirismo interiorizzato imposto dall’orchestra all’Adagio un poco mosso e la contrapposta energia che anima il fragoroso Rondò conclusivo, percorso da figurazioni ritmiche inesorabilmente propulsive, completano, dopo le quasi 600 battute del colossale Allegro d’apertura, il compiuto respiro ternario di un organismo profondamente sinfonico in cui solista (che siede ormai di necessità a un pianoforte moderno) e orchestra sperimentano da pari la dialettica di una reciproca esaltazione.

Un’analoga ispirazione presiede alla Settima sinfonia (si noti, all’avvio del Vivace che finalmente deflagra dopo l’ampia, divagante introduzione, il ruolo propulsivo del ritmo puntato che aveva innervato il Rondò del Concerto): fragorosa musica di guerra, corroborata dall’ubiquo protagonismo dei fiati, in grado di trasformare il rumore della Storia in pura euforia dionisiaca. Non a caso Wagner lesse questa partitura audace, euforica ed energetica come l’apoteosi della danza: giudizio condivisibile per il ruolo principe che vi assume il ritmo, perfino nel tempo lento, un inconsueto, incantatorio Allegretto, ma che poco aiuta l’ascoltatore odierno, la cui attenzione andrà allertata lungo altri percorsi. Insomma, direbbe Figaro, «ed invece del fandango, / una marcia per il fango». Andranno infatti piuttosto apprezzati l’andamento da marcia funebre (intesa, come nell’Eroica, quale tributo compunto alla memoria di un Grande) del severo Allegretto processionale in la minore (capovolgimento del luminoso La maggiore d’impianto), nobilitato dall’inserzione di una doppia fuga; la violenza espressiva dello Scherzo, completato da un doppio Trio dalla solennità degna del Campo di Marte; il carattere inequivocabilmente marziale del Finale. Non sembra casuale che la prima esecuzione della sinfonia, a Vienna, nel salone dell’Università, l’8 dicembre 1813, si accompagnasse a quella d’un altro lavoro beethoveniano minore che avrebbe dovuto rappresentare il cuore di quel concerto di beneficienza per soldati austriaci e bavaresi feriti: La vittoria di Wellington. 50 giorni prima Napoleone era stato sconfitto a Lipsia, avvisaglia che un’epoca feroce si avviava alla conclusione, non senza conseguenze perfino sul paesaggio sonoro del continente.

Raffaele Mellace


James Feddeck
direttore d’orchestra e direttore principale

Il talento musicale del direttore d’orchestra James Feddeck è riconosciuto in tutto il mondo. Le ultime stagioni hanno visto il suo debutto con la Sinfonica della Radio di Vienna, la Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino, la Royal Stockholm Philharmonic, la Filarmonica di Helsinki, la Royal Flemish Philharmonic, l’Orchestre National de Belgique, l’Orchestre National de France, l’Orchestre National de Lyon, la BBC Philharmonic, la BBC Symphony Orchestra, la Royal Scottish National Orchestra, la Hallé Orchestra e la Sinfonica della Nuova Zelanda.

In particolare, è apprezzato per le sue interpretazioni della musica di Anton Bruckner, grazie a una serie di acclamate esibizioni delle Sinfonie del compositore: l’Ottava con la San Francisco Symphony Orchestra, la Quinta in tournée con l’Orchestre National de Belgique, la Sesta con l’Orchestra Sinfonica di Dublino RTÉ e la Nona con la Sinfonica di Birmingham.

In Nord America, James Feddeck ha diretto la Chicago Symphony Orchestra, la Cleveland Orchestra e le Orchestre Sinfoniche di Dallas, Seattle, San Francisco, Toronto e Montréal.

Nato a New York e diplomato al Conservatorio di Oberlin, James Feddeck è vincitore del Solti Conducting Award della ‘Solti Foundation USA’, dell’Aspen Conducting Prize ed è stato riconosciuto dalla sua Università come primo destinatario dell’Outstanding Young Alumni Award per i risultati professionali ottenuti e i contributi artistici alla società.

Nell’agosto 2017 è stato pubblicato il suo primo CD in collaborazione con la Deutsche Symphonie-Orchester di Berlino e Deutschlandfunk Kultur, con le musiche di una delle più importanti figure neo-romantiche della Germania, Georg Schumann (1866-1952): con questo CD è stata realizzata la prima registrazione in assoluto della storia della sua Sinfonia in fa minore op. 42 (1905).

Da ottobre 2020 è Direttore Principale dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali.

Bertrand Chamayou
pianoforte

Bertrand Chamayou, nelle sue esibizioni dal vasto repertorio dimostra dominio, immaginazione e approccio artistico sorprendenti; si è affermato ai massimi livelli della scena musicale internazionale e si esibisce nelle più prestigiose sale concertistiche, quali il Théâtre des Champs Elysées, il Lincoln Center, la Herkulessaal di Monaco e la Wigmore Hall di Londra. È stato ospite di tutti i principali festival tra cui il Mostly Mozart di New York, il Festival di Lucerna, il Festival di Salisburgo, il Festival Internazionale di Edimburgo, il Rheingau Musik Festival e il Beethovenfest di Bonn.

Nella stagione 2019/20 Bertrand Chamayou debutta con la Chicago Symphony Orchestra diretta da Herbert Blomstedt, la Munich Philharmonic Orchestra con Karina Canellakis, la Göteborgs Symfoniker diretta da Elim Chan e la Dresdner Phiharmoniker con Louis Langrée. Inoltre, tornerà a collaborare con la Detroit Symphony Orchestra, la Tonhalle-Orchestre di Zurigo e l’Orchestre de Paris, per citarne alcune.

Bertrand Chamayou ha collaborato in passato con orchestre del calibro della Filarmonica di Rotterdam, la Deutsche Kammerphilharmonie Bremen, la hr-Sinfonieorchester, la WDR Sinfonieorchester di Colonia, l’Orchestre de Paris, la NHK Symphony Orchestra, la Seattle Symphony, la Seoul Philharmonic Orchestra, la Cleveland Orchestra, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Danish National Symphony Orchestra. Ha recentemente debuttato con la New York Philharmonic, la Philharmonia Orchestra, l’Orchestre Symphonique de Montreal, la Pittsburgh Symphony e la Budapest Festival Orchestra, i Bamberger Symphoniker, l’Atlanta Symphony la Gewandhaus Orchestra di Lipsia. Ha collaborato con direttori del calibro di Pierre Boulez, Leonard Slatkin, Sir Neville Marriner, Semyon Bychkov, Michel Plasson, Louis Langrée, Stéphane Denève, Ludovic Morlot e Andris Nelsons.

Bertrand Chamayou si esibisce regolarmente in progetti di musica da camera, con partner del calibro di Renaud e Gautier Capuçon, Quartetto Ebène, Antoine Tamestit e Sol Gabetta. Facendo seguito ai concerti al Festival di Pasqua di Salisburgo e nella serie Great Performers del Lincoln Center di New York, in questa stagione sono previsti concerti al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi, alla Wigmore Hall di Londra, al Schubertiade Hohenems, al Prinzregententheater di Monaco e in altri prestigiosi teatri di tutta Europa.

Bertrand Chamayou ha al suo attivo numerose registrazioni di successo, incluso un CD Naïve con musiche di César Franck, che ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui l’Editor’s Choice della rivista Gramophone.

Unico artista ad aver vinto per quattro volte il prestigioso premio francese “Victoires de la Musique”, attualmente Bertrand Chamayou ha un contratto di esclusiva discografica con Warner/Erato ed ha ricevuto un ECHO Klassik 2016 per la sua registrazione dell’integrale delle opere di Ravel per pianoforte solo.

Nella stagione 2018/19 la sua nuova registrazione dei Concerti per pianoforte di Camille Saint-Saëns n. 2 e 5 con l’Orchestre National de France sotto la direzione di Emmanuel Krivine è stata pubblicata dalla Warner riscuotendo grande successo di critica e di pubblico.

Bertrand Chamayou è nato a Tolosa; il suo talento musicale è stato presto scoperto dal pianista Jean-François Heisser, che in seguito è divenuto suo insegnante al Conservatorio di Parigi. Ha completato gli studi con Maria Curcio a Londra.