Le date
Sabato 5 novembre, ore 17
Giovedì 10 novembre, ore 21
Direttore e pianoforte
Marco Berrini
Pianoforte
Luigi Leo
Armonium
Maurizio Manara
Soprano
Anna Cuò
Mezzosoprano
Josè Maria Lomonaco
Tenore
Giovanni Botta
Basso
Christian Senn
ArsCantica Choir
Programma:
Gioachino Rossini (1792 –1868)
Petite Messe Solennelle
Kyrie (Andante maestoso)
Gloria (Allegro maestoso)
Gratis (Andante grazioso)
Domine Deus (Allegro giusto)
Qui tollis (Andantino)
Quondam (Allegro moderato)
Cum Sancto Spiritu (Allegro maestoso)
Credo (Allegro cristiano)
Crocifixus (Andantino sostenuto)
Et resurrexit (Allegro)
Preludio religioso (Andante maestoso)
Ritornello per il Sanctus (Andantino mosso)
O Salutaris (Andante mosso)
Agnus Dei (Largo)
Il Concerto:
a cura di Alice Bertolini
Scritta nel 1863 la Petite Messe Solennelle segna un punto d’arrivo della maturità artistica di Rossini. Nel 1829 il musicista pesarese aveva portato sulle scene la sua ultima opera, il Guglielmo Tell, mentre gli anni successivi furono quelli del cosiddetto “silenzio”, punteggiati tuttavia da grandi e piccoli capolavori: nel 1841 lo Stabat Mater, tra gli anni cinquanta e sessanta il privatissimo album cameristico dei Péchés de vieillesse (non destinati alla pubblicazione, ma alla ristretta cerchia di persone che frequentava il salotto parigino del compositore).Anche questa Messa nasce in un contesto privato e viene eseguita per la prima volta nel marzo del 1864 a casa della contessa Louise Pillet-Will, cui è dedicata. Ecco perché l’organico originario è assai raccolto: 12 cantanti (quattro solisti e un coro di otto elementi), due pianoforti e l’armonium. Nel congedarsi dalla partitura l’autore annotò: “Buon Dio, ecco terminata questa povera piccola messa. E’ musica sacra quella che ho scritto oppure una Sacra musica? Sono nato per l’opera buffa, tu lo sai bene! Un po’ di scienza e un po’ di cuore, tutto qui. Sii benedetto dunque e concedimi il paradiso”. Con un tono ironico venato di malinconia Rossini è dunque il primo a riconoscere l’ambiguità e le apparenti contraddizioni di questa messa, “piccola” e “solenne” allo stesso tempo. “L’aggettivo petite – spiega il direttore Marco Berrini – si riferisce soltanto all’organico, che è tipicamente cameristico. Una scelta in cui Rossini credeva fortemente. Tre anni dopo il compositore approntò una strumentazione per orchestra della messa, ma soltanto perché temeva che qualcun altro potesse farlo al suo posto. Questa seconda versione ebbe un’esecuzione postuma nel 1867”.
Maestro, come descriverebbe la scelta dell’organico originario?
“Rossini fonde sacro e profano, abbinando l’armonium, cioè lo strumento tradizionalmente legato alla musica da chiesa, al pianoforte, che invece riconduce all’ambito salottiero. Dal punto di vista vocale le parti dei quattro solisti evocano la scena operistica, mentre al coro è riservata una scrittura contrappuntistica rigorosa: in alcuni tratti si potrebbe dire ‘more antiquo’”.
Come si spiega invece l’aggettivo solennelle?
“Mentre l’organico è ridotto, l’impianto della messa è monumentale. Rossini non solo mette in musica i testi dell’Ordinarium: Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei. La partitura comprende anche molte sezioni del Proprium, le parti della messa che variano da una celebrazione all’altra: tra queste il mottetto eucaristico O salutaris hostia e il Preludio religioso. In generale è evidente una grande attenzione ai ritmi della liturgia. Del resto, anche se la messa esordì in un contesto domestico, Rossini insistette a lungo perché fosse eseguita in chiesa. Scrisse perfino a papa Pio IX, ma non ottenne mai il consenso”.
Come si colloca questa messa nell’ambito della produzione sacra di Rossini?
“La Petite Messe è una sorta di summa compositiva, che segna un netto stacco rispetto alla Messa di Gloria (1820) e allo Stabat Mater (1832-41). Qui la scrittura rossiniana è raffinatissima e dimostra una profonda conoscenza, decisamente inusuale per l’epoca, del contrappunto: quello vocale severo, di ascendenza palestriniana, e quello strumentale di tipo bachiano. Entrambi i modelli, Bach come Palestrina, sono portati alla luce con una freschezza nuova: arricchiscono un linguaggio sorprendentemente moderno, dove elementi arcaici, cantabilità lirica, ricchezza armonica e strumentale si fondono”.
Può fare qualche esempio?
“Il Kyrie eleison si apre con un ostinato incalzante del pianoforte, che si rivelerà essere una cifra stilistica di tutta l’opera, e su questo entrano le voci dei solisti in una sorta di gioco imitativo. Poi lo stacco netto: il coro intona il Christe, un brano a cappella (cioè senza accompagnamento strumentale) di sapore arcaico, in rigoroso stile palestriniano. Improvvisamente l’atmosfera diventa rarefatta, è come se il colore sonoro da cangiante diventasse a un tratto bianco e luminoso: un effetto di grande suggestione”.
Che rapporto c’è tra la scrittura per il coro e quella per i solisti?
“Il coro rappresenta la collettività orante, mentre la voce solista è quella dell’individuo di fronte al mistero. Questo atteggiamento è evidente ad esempio nell’Agnus Dei, dove gli interventi corali rafforzano le implorazioni del solista: ‘miserere nobis’ e ‘dona nobis pacem’”. Dal punto di vista della scrittura si nota ancora una volta la predilezione di Rossini per il tenore al quale, come nello Stabat Mater, è affidata la prima aria (Domine Deus): la sua parte ha una vocalità spiegata di impianto lirico operistico. Non sono meno impegnativi gli interventi degli altri solisti. Penso al Quoniam affidato al basso, dove si nota anche una scrittura strumentale ricca, dal respiro sinfonico. Il contrasto tra linea melodica e sfondo strumentale è evidente anche nel Crucifixus: il soprano canta una melodia raccolta e riflessiva, mentre il pianoforte gioca su una figura ritmica in controtempo, con armonie e modulazioni ardite, che richiamano alla mente un moderno incedere di blues”.
Perché la scelta di abbinare pianoforte e armonium?
“L’armonium dà un colore unico alla tavolozza timbrica, soprattutto in compresenza del ‘tutti’. Il suo timbro rimanda immediatamente a un clima sacro e arcaico. I pianoforti invece sono concepiti con un respiro sinfonico: il primo ha un ruolo spiccatamente solistico, il secondo interviene di rinforzo ad arricchire il discorso armonico e contrappuntistico, soprattutto nelle parti corali”.
Per quale di questi strumenti è scritto originariamente il Preludio religioso?
“Per il pianoforte. E’ probabilmente la pagina più sorprendente che in un certo qual senso fonde teatro e astrazione. Da un lato, infatti, Rossini pensa a un brano che accompagni l’azione dell’offertorio come potrebbe farlo in una scena lirica: ascoltandolo si può immaginare la processione dei fedeli che si avvicinano con i doni all’altare. Dal punto di vista linguistico questa pagina è concepita come un contrappunto perfetto, sviluppato formalmente come una vera e propria fuga. Curiosamente, nella frase che si trova in calce all’autografo della messa, Rossini parla di ‘peu de science un peau de coeur’. E’ innegabile che in questo grande affresco corale c’è ben più che “un po’ di scienza e un po’ di cuore”.
Testo:
Kyrie (soli e coro)
Kyrie eleison.
Christe eleison.
Kyrie eleison.
Gloria (soli e coro)
Gloria in excelsis Deo.
Et in terra pax hominibus bonae voluntatis.
Laudamus te, benedicimus te, adoramus te, glorificamus te.
Domine Deus (tenore)
Domine Deus, rex coelestis, Deus Pater omnipotens.
Domine, Fili unigenite, Jesu Christe.
Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris.
Qui tollis (soprano e mezzosoprano)
Qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram.
Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis.
Quoniam (basso)
Quoniam tu solus sanctus, tu solus Dominus, tu solus Altissimus, Jesu Christe.
Cum Sancto Spiritu (soli e coro)
Cum Sancto Spiritu in gloria Dei Patris.
Amen.
Credo (soli e coro)
Credo in unum Deum, Patrem omnipotentem, factorem coeli et terrae, visibilium omnium et invisibilium.
Credo in unum Dominum, Jesum Christum, Filium Dei unigenitum.
Et ex Patre natum ante omnia saecula.
Deum de Deo, lumen de lumine, Deum verum de Deo vero.
Genitum, non factum, consubstantialem Patri: per quem omnia facta sunt.
Qui propter nos homines et propter nostram salutem descendit de coelis.
Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine.
Et homo factus est.
Crucifixus (soprano)
Crucifixus etiam pro nobis sub Pontio Pilato passus et sepultus est.
Et resurrexit (soli e coro)
Et resurrexit tertia die, secundum Scripturas.
Et ascendit in coelum: sedet ad dextram Patris.
Et iterum venturus est cum gloria, judicare vivos et mortuos; cujus regni non erit finis.
Et in Spiritum Sanctum, Dominum et vivificantem: qui ex Patre Filioque procedit.
Qui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur: qui locutus est per Prophetas.
Credo in unam sanctam catholicam et apostolicam Ecclesiam.
Confiteor unum baptisma in remissionem peccatorum, et expecto resurrectionem mortuorum et vitam venturi saeculi.
Amen.
Sanctus (soli e coro)
Sanctus, sanctus, sanctus Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt coeli et terra gloria tua. Hosanna in excelsis.
Benedictus qui venit in nomine Domini. Hosanna in excelsis.
O Salutaris (soprano)
O salutaris hostia, quae coeli pandis ostium, bella premunt hostilia, da robur, fer auxilium.
Uni trinoque Domino sit sempiterna gloria, qui vitam sine termino nobis donet in patria.
Amen.
Agnus Dei (mezzosoprano e coro)
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem.
Amen.
Gli interpreti:
Marco Berrini, direttore e pianoforte
Diplomato presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano in Pianoforte, Musica Corale e Direzione di Coro e Composizione Polifonica Vocale, si è dedicato, fin da giovanissimo, alla musica corale. È risultato vincitore del 1° Premio ai seguenti concorsi corali: Quartiano (1986), Bresso (1987 e 1991), Battipaglia (1995), Vittorio Veneto, Tortona (1999).Ha collaborato con I Virtuosi Italiani, con l’Orchestra Stabile di Bergamo, con le orchestre Mozart e Milano, Musica Rara, Il Quartettone di Milano, l’Orchestra Gavazzeni e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, e con importanti festival e stagioni concertistiche in Italia e all’estero, tra i quali la Società del Quartetto di Milano e Musica e Poesia a S. Maurizio.Dal 1989 al 1992 è stato Maestro Sostituto Direttore del Coro da Camera della RAI di Roma col quale ha effettuato registrazioni per RAI Radio Tre. Ha diretto le prime esecuzioni assolute di composizioni di Bettinelli, Danieli, Dipiazza, Zanolini, Ermirio, Beltrami, Manfrin, e la prima esecuzione italiana del Weihnachtsoratorium per soli, coro e pianoforte di F. Nietzsche. Svolge una intensa attività concertistica con ArsCantica Choir di cui è il direttore artistico e musicale e con il quale incide per l’etichetta Sarx Records, della quale, dal giugno 1993, è stato nominato Direttore Artistico.La sua discografia in qualità di direttore dell’ArsCantica Choir comprende incisioni monografiche dedicate a Lotti, Gastoldi, Palestrina, Di Lasso, Ruffo, Grancini, Durante, Perosi, Bettinelli. Ha curato la pubblicazione di musica vocale per le case editrici Suvini Zerboni, Carrara, Rugginenti. Collabora con la rivista specializzata in Musica e Didattica Corale “La Cartellina”. È stato ammesso alle fasi finali della Prima edizione del Concorso Internazionale per Direttori di Coro “Mariele Ventre” di Bologna e, unico italiano premiato, ha vinto il III premio. Dal Gennaio 2003 è direttore artistico e musicale del Quartetto Vocale professionale “S. Tecla” del Duomo di Milano.È docente di Esercitazioni Corali presso il Conservatorio di Alessandria, dove ha fondato e dirige il Coro da Camera dell’Istituto.
Anna Cuò, soprano
Nata a Vienna e trasferitasi a Roma, comincia all’età di due anni e mezzo lo studio del violino con la famosa scuola Suzuki, in seguito si avvicina al pianoforte e alla danza classica. A undici anni entra al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma per approfondire lo studio del pianoforte. A sedici inizia lo studio del canto sotto la guida della madre, il soprano Miwako Matsumoto, e di Gabriella Tucci, Iris Adami Corradetti, Maria Chiara. Nel 1996 vince il Primo Premio al Corso Internazionale di Perfezionamento di Canto e Arte Scenica a Santa Margherita Ligure che le permette di debuttare nella Bohème di Puccini nel ruolo di Mimì. Nel 1997 debutta in Giappone con un concerto dedicato all’opera italiana. Nell’aprile del 1999 inaugura la stagione al Teatro Nazionale di Nagoya. Nel 2001 debutta al Teatro dell’Opera di Roma nell’opera Gianni Schicchi di Puccini sotto la direzione del Maestro Gianluigi Gelmetti. Nello stesso anno canta nella Bohème nel ruolo di Mimì al Tokyo Bunka Kaikan. Nel 2003 debutta La Rondine con il Maestro Gelmetti e nel 2004 nell’opera I Pagliacci accanto a Kristjan Johanson. Nel 2005 debutta al Teatro del Maggio Musicale di Firenze nella Petite Messe Solennelle di Rossini. In settembre ha aperto la stagione al Teatro Opera Corum di Montpellier con la Carmen nel ruolo di Micaela. Tra i prossimi impegni La Bohème al Teatro Verdi di Salerno.
Josè Maria Lomonaco, mezzosoprano
Nata a Catania nel 1980, si diploma in pianoforte presso l’Istituto Musicale Vincenzo Bellini di Catania. Ha iniziato giovanissima lo studio del canto guidata dal mezzosoprano Bianca Maria Casoni partecipando a diversi concorsi nazionali ed internazionali. Nel 1999 ha vinto il Primo Premio Assoluto al Concorso “Città di Brindisi”. Nel 2001 ha inaugurato i festeggiamenti per il bicentenario della nascita di Vincenzo Bellini interpretando composizioni sacre dello stesso. Vincitrice di numerosi concorsi nazionali e internazionali, nel 2003, nell’edizione dedicata a Mozart, ha vinto il Concorso Internazionale “G.B.Viotti”. Nel 2004 ha vinto il terzo premio e il premio Speciale “Lucia Valentini Terrani” al Concorso Internazionale “Iris Adami Corradetti”.Nel 2000 ha debuttato nel ruolo principale nell’ Orfeo ed Euridice di C. W. Gluck. Ha interpretato il ruolo della Madre Superiora nell’opera Il Mese Mariano di Umberto Giordano, di Cherubino nelle Nozze di Figaro di Mozart e di Zulma nell’Italiana in Algeri di G. Rossini allo Stadttheater di Klagenfurt. Svolge una intensa attività concertistica con diverse formazioni affrontando, oltre al repertorio operistico, anche il repertorio liederistico e contemporaneo; soprattutto, si dedica con interesse al sacro e al barocco, nel luglio 2005 ha ricoperto il ruolo di Melibea ne Il Viaggio a Reims di Rossini. Tra i prossimi impegni: Smeton in Anna Bolena a Bergamo e in tournée in Giappone, L’incoronazione di Poppea al festival Mozart di La Coruna.
Giovanni Botta, tenore
Nasce a Napoli nel 1977. Inizia prestissimo lo studio del canto e lo studio del pianoforte al Conservatorio della sua città natale. Prosegue gli studi a Milano, specializzandosi nel repertorio rossiniano con Rockwell Blake, Gianluigi Gelmetti ed il tenore William Matteuzzi.Nel 1998 è Ernesto in Gustavo I di Galuppi al Festival di Montepulciano ed è Tamino in Die Zauberflöte, vincitore di numerosi concorsi, è Ormindo ne L’Ormindo di F. Cavalli, Don Ramiro in Cenerentola a Como, Mantova, Bergamo e Pavia, al Festival d’Aix en Provence, a Parigi e Rouen. In seguito interpreta il ruolo del Tenore Tedesco in Viva la Mamma di Donizetti, Dorvil ne La Scala di Seta di Rossini. Nel 2001 è Almaviva ne Il Barbiere di Siviglia all’Arena Fournier di Lione e Belfiore ne Il Viaggio a Reims al Rossini Opera Festival di Pesaro. L’anno seguente è Paolino ne Il Matrimonio Segreto in una produzione dell’Opéra National de Lyon, è al Rossini Opera Festival di Pesaro con le Farse di Rossini ed è il Conte d’Almaviva ne Il Barbiere di Siviglia al Teatro Pergolesi di Jesi.Nel 2003 è a Ravenna, a Barcellona e all’Opera di Roma, mentre nel 2004 interpreta il ruolo di Don Ramiro in La Cenerentola all’Opera di Bordeaux e a Parigi. Tra i suoi prossimi impegni, Alceste in Ascanio in Alba a Bologna e Adriano ne Il Crociato in Egitto al Teatro La Fenice di Venezia.
Christian Senn, basso
Nato in Cile, dopo aver conseguito la laurea in biochimica vince una borsa di studio per continuare lo studio del canto in Italia. Ha collaborato con i Maestri Chailly, Gandolfi, Ceccato, Rizzi, Severini, Carminati, Rovaris, Muti, Bosman, Barbacini, Goodwin, Cohen, Biondi, Dantone in prestigiose sale da concerto e teatri.Ha cantato la Mathaus-Passion a Stoccarda, Johannes-Passion, Oratorio di Natale, Magnificat, Actus Tragicus, Messa Santa Cecilia di Gounod, Requiem di Faurè, Messa di Gloria di Puccini, Petite messe solennelle di Rossini. Ha frequentato il corso per cantanti lirici del Teatro alla Scala, perfezionandosi con i maestri Gencer, Alva, Serra e Berganza, nello stesso Teatro ha gia debuttato in sette produzioni. Ha cantato nel ruolo di Figaro (il Barbiere il Siviglia) di Rossini a Lima (Peru) e nei teatri della Lombardia. Ha debuttato ne L’italiana in Algeri (Taddeo) di L. Mosca a Wildbad (Germania), Ugo Conte di Parigi (Folco) di Donizetti al Teatro Donizetti di Bergamo, al Teatro Degli Arcimboldi di Milano e al Teatro Bellini di Catania. Inoltre ha cantato in Faust di Gounod (Valentin) al Teatro Municipal di Santiago e Parisina di Donizetti (Ernesto) al Teatro Donizetti di Bergamo. Recentemente ha interpretato Rinaldo di Händel al Teatro alla Scala di Milano, Ritorno d’Ulisse in Patria di Monteverdi a Ferrara e Ravenna.
ArsCantica Choir
Fondato nel 1988, ArsCantica Choir & Consort è formato da musicisti che hanno dato vita all’attuale ensemble vocale e strumentale, con lo scopo di approfondire il repertorio, lo stile e la tecnica esecutiva della musica polifonica rinascimentale e barocca.Vincitrice del Primo Premio ai concorsi corali di Vittorio Veneto 1991 e 1996, Bresso 1991, Battipaglia 1995, la formazione ha al suo attivo una considerevole attività concertistica e discografica. Ha partecipato a numerose rassegne, festival e stagioni concertistiche in Italia e all’estero tra i quali il Festival Internazionale Mozart di Rovereto e l’International Chor Forum di Alzenau, Germania, la Sagra Musicale Umbra, il ciclo delle Settimane Bach e il prestigioso ciclo Musica e Poesia a S. Maurizio collaborando con I Virtuosi Italiani, l’Orchestra Stabile di Bergamo, Il Quartettone, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, l’Orchestra del Teatro “C. Coccia” di Novara” e l’ensemble Concerto Palatino.Annovera prime esecuzioni assolute di composizioni di Bettinelli, Danieli, Dipiazza, Zanolini e la prima edizione italiana del Weihnachtsoratorium per soli, coro e pianoforte di F. Nietzsche. Nel giugno 2003 con un concerto alla Basilica di S.Ambrogio a Milano ha avviato un’importante collaborazione con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano diretta da Aldo Ceccato, collaborazione che prosegue con i concerti inaugurali della 59a Stagione Sinfonica. Nell’agosto 2003 Ars Cantica Choir con la direzione di Marco Berrini ha conseguito ad Arezzo un’entusiasmante serie di premi: 1° Premio assoluto al 51° Concorso Corale Internazionale Guido d’Arezzo, il Gran Prix Città di Arezzo assegnato al miglior coro nell’ambito del medesimo concorso (primo coro italiano a ricevere questo riconoscimento negli ultimi trenta anni) nonché il 1° Premio assoluto al 20° Concorso Corale Nazionale Guido d’Arezzo.
Il coro:
Soprani
Myriam Bergamaschi Laura Dalfino Silvia Del Turco Monica Elias Karin Selva Graziella Tiboni
Alti
Fabio Anti Davide Fior Simonetta Bruzzone Morena Carlin Giovanni Duci
Tenori
Giuseppe Berrini Sabino Manzo Corrado Margutti Fernando Pibernat
Bassi
Filiberto Bentivoglio Ivan Cò Emiliano Poggio Filippo Tuccimei
Il Cast
Direttore: Marco Berrini