I Pomeriggi d'Autore. A tutto Brahms 6 - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 17 giugno 2021
Ore: 17:00*
giovedì 17 giugno 2021
Ore: 20:00
*I Pomeriggi in anteprima

Note

Vivi il teatro in sicurezza

  • Il Teatro Dal Verme è igienizzato più volte al giorno.
  • In ottemperanza alle indicazioni della normativa per i luoghi di pubblico spettacolo la vendita dei biglietti avviene previa registrazione del nome, cognome, email e telefono dell’acquirente. I dati registrati saranno trattati nel rispetto della legge sulla privacy ed eliminati dopo 14 giorni.
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    ai 37,5°.
  • Nel foyer del Dal Verme sono presenti distributori di gel disinfettante. È obbligatorio disinfettare le mani prima di entrare in sala.
  • Per garantire il necessario distanziamento sociale è obbligatorio sedere nel posto assegnato.
  • In teatro gli spettatori devono indossare la mascherina.
  • In ogni spazio del teatro gli spettatori devono seguire le indicazioni fornite dalla segnaletica e dal personale di servizio.

Johannes Brahms

Sinfonia n. 4 op. 98

direttore Donato Renzetti

Orchestra I Pomeriggi Musicali

Biglietteria

Abbonamento a 8 concerti (in vendita da martedì 11 a sabato 22 maggio 2021)

I Pomeriggi in Anteprima

Intero: €. 70,00 + prevendita

Ridotto Speciale Abbonato Pomeriggi Musicali: €. 60,00 + prevendita

Concerti serali

Intero: €. 100,00 + prevendita

Ridotto Speciale Abbonato Pomeriggi Musicali: €. 70,00 + prevendita

Ridotto speciale under25: €. 36,00 + prevendita

 

Biglietti (in vendita da martedì 25 maggio 2021)

I Pomeriggi in Anteprima

Intero: €. 10,00 + prevendita

Ridotto Speciale Abbonato Pomeriggi Musicali: €. 8,00 + prevendita

Concerti serali

Intero: €. 15,00 + prevendita

Ridotto Speciale Abbonato Pomeriggi Musicali: €. 12,00 + prevendita

Ridotto speciale under25: €. 5,00 + prevendita

 

Note di sala

Johannes Brahms

Sinfonia n. 4 in mi minore per orchestra, op. 9
Allegro non troppo
Andante moderato
Allegro giocoso
Allegro energico e passionato

 

Il futuro dal passato

Penultimo lavoro orchestrale brahmsiano, parola definitiva del ciclo del­le sinfonie, la Quarta pare suggellare un percorso secolare dell’arte e della civiltà europea. Il ricorso a Bach (il cui ritratto sovrastava il letto di Brahms nella casa nella quale il compositore sarebbe morto) in uno dei lavori di più flagrante modernità dell’intero Ottocento getta un ponte tra l’arte dei Padri, portatrice di istanze etico-spirituali profonde, e il Nove­cento musicale, che con Schoenberg riconoscerà proprio nel Brahms della Quarta il campione d’un linguaggio musicale gravido di futuro. Scritta nel 1884-85 in due soggiorni estivi a Mürzzuschlag, in Stiria, la sinfonia inanella tre movimenti di carattere sensibilmente contrastante prima di giungere al Finale, un unicum nella letteratura sinfonica romanti­ca. Domina il I tempo un’invenzione straordinaria, un tema di struggente malinconia costruito su cellule minime di due note intercalate da pause, basate su un unico intervallo e la sua inversione. L’Andante moderato propone una narrazione che attraversa un paesaggio sonoro sempre mutevole tra raffinate alchimie timbriche. Una nuova svolta è imposta dall’esplosione di vitalità giovanile dall’Allegro giocoso, schietto scher­zo in solare Do maggiore dal rustico vigore ritmico da danza popolare e dall’orchestrazione brillante, con ottavino, controfagotto e triangolo. L’approdo è però il Finale, serie di variazioni su un tema di ciaccona/ passacaglia tratto dalla Cantata BWV 150 di Bach: esposto lapidario da un coro di fiati, dissimulato in 35 segmenti di otto battute, il tema dà vita ai microcosmi sonori più disparati, fino a una conclusione quanto mai stringente e appassionata. Domina la cifra del tragico, un «poten­ziale epico e funebre», per dirla con Eugenio Trías, coerente con quelle «esequie funebri sempre latenti nell’universo espressivo e simbolico di Brahms». Pochi artisti ebbero infatti come Brahms il sentimento della fine d’un mondo: paradossalmente, ha scritto Massimo Mila, «la sinfonia più rivolta al passato è la più tragicamente moderna».

 

Raffaele Mellace

DONATO RENZETTI direttore

Donato Renzetti è tra i più celebri direttori d’orchestra della scuola italiana. Nel 1980 è stato l’ultimo vincitore del Concorso Guido Cantelli al Teatro alla Scala. Ha diretto alcune tra le più importanti orchestre del panorama internazionale, nei più famosi teatri del mondo, oltre che in tutti i maggiori teatri italiani. È stato ospite di festival quali Glyndebourne, Macerata, Spoleto e Pesaro, oltre al Verdi Festival di Parma. Negli ultimi anni ha ripreso un’attività sinfonica internazionale e nell’ottobre 2019 ha debuttato con la Filarmonica di Helsinki presentando per la prima volta in Finlandia la Seconda Sinfonia di Alfredo Casella. La sua discografia comprende numerose registrazioni liriche e sinfoniche: l’integrale delle Ouverture di Rossini è uscita nel 2018 in occasione dell’anniversario, mentre La campana sommersa e La bella dormente nel bosco di Respighi, testimoniano della continua attività di riscoperta di opere dimenticate del grande repertorio italiano del ‘900. Per 30 anni ha insegnato direzione d’orchestra presso l’Accademia Musicale Pescarese. Dal 2019 ha iniziato un nuovo progetto didattico dedicato alla direzione d’orchestra presso l’Alta Scuola di Perfezionamento di Saluzzo.