Le domeniche dei Pomeriggi - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
domenica 06 marzo 2016
Ore: 11:00

Note

Durata del concerto: 60′ circa

Ottetto di Fiati dei Pomeriggi Musicali

Mozart Serenata per ottetto di fiati K 375
Mozart Serenata per ottetto di fiati K 388

Biglietteria

Biglietti
(Settore unico, posto numerato)
Intero €. 15,00 + preventita
Ridotto* €. 12,00 + prevendita
Ridotto speciale Abbonati 71a Stagione Sinfonica Pomeriggi Musicali €. 10,00 + prevendita

Abbonamento a sette matinée
(Settore unico, posto numerato. In vendita dal 3 novembre 2015 al 9 febbraio 2016)
Interi €. 84,00 + prevendita
Ridotto* €. 67,20 + prevendita
Ridotto speciale Abbonati 71a Stagione Sinfonica Pomeriggi Musicali €. 56,00 + prevendita

Ridotto* (Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)

Il Cast

Ottetto di Fiati dei Pomeriggi Musicali

Note di sala

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Serenata per Ottetto di Fiati in Mi bemolle maggiore K 375
I. Allegro maestoso
II. Menuetto
III. Adagio
IV. Menuetto
V. Finale: Allegro
Serenata per Ottetto di Fiati in do minore K 388
I. Allegro
II. Andante
III. Menuetto
IV. Allegro

Note a margine di Renato Meucci
Questa volta vorrei parlarvi della musica classica leggera: ma come, potreste dire, non sono due concetti quasi inconciliabili? Sì, certo, con qualche eccezione, che riguarda in prevalenza la cosiddetta musica d’intrattenimento, ossia quella che anche i compositori del passato hanno scritto in occasioni non molto diverse da quelle in cui anche oggi può capitare di ascoltare
brani musicali di circostanza: per esempio durante un banchetto o una festa. Un tempo nelle occasioni suddette e in altre del genere non era raro che a un piccolo gruppo musicale venisse affidata l’esecuzione di musica di sottofondo (o d’intrattenimento, appunto) che tuttavia, quando composta da un grande artista, poteva assumere espressioni così elevate da reggere il confronto con la grande musica d’arte. Nel 1781 il nuovo imperatore Giuseppe II aveva inoltre dato avvio a una consuetudine che divenne in breve una moda presso tutta l’aristocrazia, quella
della Harmonie, ossia di un complesso strumentale composto da coppie di fiati che suonavano nelle circostanze sopra accennate, e in particolare la sera delle giornate estive davanti al palazzo di corte o in luoghi a ciò dedicati (Vienna era evidentemente il centro di questa moda). Allorché questo genere musicale ricreativo venne trattato da grandi compositori, come nel caso di alcune composizioni di Mozart per strumenti a fiato, esso finì per dare appunto risultati di alta qualità espressiva, come una sorta di miniatura di generi strumentali più impegnativi. La Serenata K 375 è già in linea nei contenuti con tale tendenza, ma nella forma presenta ancora una successione di movimenti sull’esempio più antico della Parthia o Partita (qui due Allegro, uno all’inizio e uno alla fine, due Minuetti al secondo e quarto posto, e un Adagio centrale). La Serenata K 388 è invece composta con la forma di una vera e propria piccola sinfonia, adattata al complesso di strumenti a fiato (lo dimostra anche la successione dei movimenti: Allegro, Andante, un Minuetto e di nuovo un Allegro finale). Così ciò che poteva rappresentare solo una composizione d’intrattenimento e una musica “leggera” piuttosto scontata, nelle mani del grande salisburghese (all’epoca da poco liberatosi dal servizio per l’arcivescovo Colloredo) si trasforma, grazie a un’abile, varia e complessa articolazione della sua scrittura armonica e melodica, in un repertorio degno di rientrare in quello che, pur con approssimazione, definiamo musica “classica”.