Le domeniche dei Pomeriggi - III Edizione - 2018 - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
domenica 11 febbraio 2018
Ore: 11:00

L’ascolto dell’immagine
Direttore: Giancarlo Rizzi
Orchestrazione: Alberto Cara
Ensemble di fiati dei Pomeriggi Musicali

Biglietteria

In vendita dal 24 novembre 2017

Biglietti (Settore unico, posto numerato)
Intero € 15,00 + prevendita
Ridotto* € 12,00 + prevendita
Ridotto speciale** € 10,00 + prevendita

In vendita dal 24 novembre 2017 al 21 gennaio 2018

Abbonamento a 6 matinée (Settore unico, posto numerato)
Intero € 72,00 + prevendita
Ridotto* € 57,60 + prevendita
Ridotto speciale** € 48,00 + prevendita

*Prezzo riservato a giovani fino a 26 anni e adulti over 60
**Abbonati 73a Stagione Sinfonica Pomeriggi Musicali

Offerta speciale Riservata a chi si abbona entro il 23 dicembre 2017
€ 42,00 + prevendita

Il Cast

L’ascolto dell’immagine
Direttore: Giancarlo Rizzi
Orchestrazione: Alberto Cara
Ensemble di fiati dei Pomeriggi Musicali


Note di sala

Pulp Fiction, canzoni dal film di Quentin Tarantino
Un sogno lungo un giorno, canzoni dal film di Francis Ford Coppola
So Lonely, le canzoni dei Police al cinema
‘Round Midnight di Thelonious Monk
Cartoons, le canzoni di Disney e oltre
My name is Bond, James Bond, le canzoni di 007


di Andrea Cavuoto

Parlare di musica e film, si sa, è sempre un argomento spinoso e le opinioni sono le più svariate ma è un matrimonio “che s’ha da fare.” Quando funziona, arricchisce entrambi i coniugi.

Oggi, siamo ad un concerto e la musica dei film è protagonista, non quella che commenta le immagini bensì proprio la canzone, quella forma musicale che arreda le nostre giornate e che spesso ci accompagna per giorni all’uscita dal cinema. Già, perché a volte di un film ciò che ci resta è proprio quel refrain, quel motivo, quel ritornello, o a volte quelle tre note che, poste sapientemente in una scena o nei titoli di coda, si imprimono nella memoria e ne accompagnano il ricordo per sempre.

Le canzoni del programma odierno fanno parte della nostra memoria storica anche se si riferiscono a film tra i generi più disparati, se non addirittura a cartoni animati che accompagnano la vita dei bimbi e dei genitori.

Cominciamo da un film che è diventato di culto fin dal suo primo apparire sugli schermi, Pulp Fiction, terzo lungometraggio della trilogia pulp di un trentenne Quentin Tarantino. La colonna sonora, diventata anch’essa di culto, si compone di 16 canzoni che spaziano dal surf rock californiano degli anni ’60, al funk e al blues.

Misirlou è un brano folcloristico greco, reso noto dalla versione surf rock di Dick Dale & The Del-Tones, band di grande successo. Il sound è immediatamente riconoscibile, il drive ritmico è inarrestabile e protagonista è una chitarra elettrica estremamente riverberata che suona una gragnuola di note ribattute grazie alla tecnica del tremolo picking, presa in prestito per la prima volta dalla chitarra classica.

Chi non ricorda John Travolta e Uma Thurman alla gara di ballo twist nel ristorante Jack Rabbit Slim’s? Ecco, la musica è You Never Can Tell, scritta nel 1964 da Chuck Berry, curiosamente detenuto in quel periodo nel manicomio criminale di Springfield Missouri con l’accusa di aver condotto fuori dai confini dello Stato una quattordicenne con intenti poco nobili.

Il film di Tarantino si chiude con le note di Surf Rider, forse la più iconica canzone di surf rock, suggello di un arredo sonoro molto ricercato. Brano di grande impatto sul pubblico, composto da Nokie Edwards dei Ventures e suonato dai Lively Ones, probabilmente la più importante band californiana di questo stile di rock.

A volte, invece, la musica di un film supera il concetto di accompagnamento sonoro (per quanto appropriato possa essere) e diventa composizione a sé, diventa un album che vive di vita propria. È il caso dello sfortunato (per quanto godibile) One from the Heart, film del 1982 di Francis Ford Coppola, meglio noto in Italia con il titolo Un sogno lungo un giorno. 26 milioni di dollari spesi in produzione ed un incasso al botteghino di soli 600mila hanno obbligato il regista a vendere i suoi studios ma non hanno impedito alla colonna sonora di restare nella storia. Ne è autore il controverso ma universalmente rispettato Tom Waits, autore di 12 tracce che costituiscono il suo primo approccio al mondo della musica da film. Broken Bicycles, This One’s from the Heart (scritta e duettata con Crystal Gayle) e Take Me Home sono canzoni indimenticabili, per musica e testo. In un’intervista Waits parlerà della grande difficoltà che ebbe nello scrivere per questo film perché Coppola, grande regista a dispetto di ogni avaro botteghino, aveva ideato una narrazione cinematografica che intendeva una massima o ideale sinergia tra musica ed immagini. A Waits aveva lasciato ogni libertà ma il musicista stesso era terrorizzato dalla responsabilità di tenere bloccate le macchine da presa finché un tema musicale non era completato o addirittura di dover comporre “a comando” durante le riprese stesse. Insomma, tutto un altro mondo rispetto ai film montati per i quali si deve adattare del materiale musicale a lavoro fatto.

Tre songs dei Police sono contenute invece in tre film del tutto eterogenei tra loro. So Lonely, del 1978, in un inusuale stile reggae, è in Somewhere, film romantico del 2010 di Sofia Coppola, non particolarmente noto per le sue musiche. Assemblata dai Phoenix, band francese il cui cantante è il marito della regista; la colonna sonora contiene questa nota canzone di Sting, usata anche come musica per il videogame Guitar Hero ed immediatamente riconoscibile per usare come base No Woman, No Cry di Bob Marley (circostanza ammessa con una certa fatica e dopo molti anni dallo stesso Sting). La celebre Every Breath You Take del 1983, è invece contenuta nel film Risky Business, commedia di Paul Brickman dello stesso anno, nota in Italia con l titolo Fuori i vecchi… i figli ballano e rimasta nella storia del cinema per aver portato al successo un Tom Cruise ventenne e nel pieno fulgore delle sue beltà. Every Little Thing She Does Is Magic è invece una canzone di Sting scritta nel 1976 ma pubblicata nel 1981 e inserita nel godibilissimo Bewitched (2005) di Nora Ephron, una commedia nota come Vita da strega ed ispirata dall’indimenticabile sit-com statunitense che ha deliziato più di una generazione grazie ad un nasino impertinente che oscillava mettendo in moto magie ed incantesimi. Difficile che non ne abbiate visto almeno qualche episodio, visto che  dal 1979 occhieggia nei palinsesti di reti private e pubbliche e sembra non stancare mai!

Polo d’attrazione di questo programma è la canzone ‘Round Midnight, uno standard jazz composto nel lontano 1944 dal grande Thelonious Monk insieme a Cootie Williams e con il testo di Bernie Hanighen. Non nasce per lo schermo ma come song del repertorio della band di Monk, si tratta di un brano che certamente tutti conoscono ed in tutte le salse possibili. Ogni jazzista dalla metà del Novecento in poi vi si è misurato e le versioni oggi disponibili sono decine se non centinaia. Perché è inserito in questo elenco? Perché è bello ma anche perché ha dato vita al film omonimo di Bertrand Tavernier, del 1986, un film ispirato alla vita del sassofonista Lester Young e del pianista Bud Powell che, per inciso, registrò per la prima volta lo standard con lo stesso Monk nel 1944. Herbie Hancock curò la colonna sonora del film, registrando tutto in diretta su un pregiato magnetofono a 24 piste, con una scelta delle musiche da vero intenditore. Una selezione così raffinata da permettergli di vincere un Oscar alla migliore colonna sonora, con grande scorno del nostro Ennio Morricone che gareggiava con Mission e che lamentò (forse a ragione) che il premio era andato ad una compilation e non ad una partitura espressamente composta per un film.

La nostra carrellata prosegue con un po’ di cartoni animati, tra i quali non può che essere protagonista Walt Disney e la sua casa di produzione. Ev’rybody Wants to Be a Cat, meglio nota con Alleluja, tutti jazzisti o ancora Tutti quanti voglion fare il jazz come recita il ritornello, è la canzone più nota degli Aristocats (1970), film che tuttora accompagna pomeriggi e sere di bambini di ogni età. Autore della canzone è Al Rinker anche se il responsabile delle colonne sonore dei film di Walt Disney fu storicamente George Bruns, autore anche della Bella Addormentata e di One Hundred and One Dalmatians (1961), di cui oggi ascolteremo la famosa Crudelia De Mon. Più moderna è l’irresistibile marcetta di Under the Sea, in Italia In fondo al mar, canzone di punta del cartone La Sirenetta (1989, The Little Mermaid). Composta da Alan Menken, il brano vince l’Oscar come Migliore Canzone e addirittura l’intera colonna sonora vince Oscar, Golden Globe e Grammy Award! Una melodia semplice semplice è il brano Linus and Lucy composta per pianoforte da Vince Guaraldi per il cortometraggio A Charlie Brown Christmas del 1965. Poche note, un ritmo serrato ma ben strutturato valsero alla colonna sonora 4 milioni di copie vendute e l’imperitura fama di aver composto quello che poi è diventato il “tema” di Charlie Brown, quasi il suo leitmotiv.

Live and Let Die, Vivi e lascia morire è il titolo del film (1973) e della canzone dei titoli di testa per questo ottavo film della saga dell’agente 007. Roger Moore è alla sua prima apparizione nei panni dell’agente segreto ed un bel tema di Paul McCartney e di sua moglie Linda ne saluta un esordio tanto fortunato e leggendario. Arriviamo al ventitreesimo film di 007 e la celebre cantante britannica Adele è interprete e coautrice di Skyfall, canzone che prende il titolo del film (2012). Il successo è strepitoso, arriva un Oscar come migliore canzone ad Adele e come migliore colonna sonora a Thomas Newman. Il brano viene messo in vendita su iTunes Store ed in meno di 12 ore scalza la hit Gangnam Style balzando al primo posto. Miracoli, eh? Chiudiamo questa scorpacciata con Missione Goldfinger, terzo film su 007 e primo ad ottenere la prima posizione nella classifica Billboard 200 con la colonna sonora e a mantenerla addirittura per tre settimane. Tutto questo grazie ad una canzone, che apre e chiude il film durante i titoli, composta da John Barry e cantata dalla voce inconfondibile di Shirley Bassey. Si narra che quando il compositore fece ascoltare il tema per la prima volta, dopo le prime tre note l’uditorio proseguì con le parole e la melodia di Moon River. Barry se la prese parecchio a male e ignorò la critica. Ebbe ragione lui, di certo, ma forse i suoi critici non erano poi così fuori strada…