Le date
Note
MDI Ensemble nasce nel 2002 su iniziativa di sei giovani musicisti milanesi uniti dalla passione per la musica contemporanea, grazie al sostegno dell’Associazione Musica d’Insieme di Milano. Fin dagli esordi l’ensemble affronta lo studio delle più importanti partiture lavorando a stretto contatto con compositori quali Sylvano Bussotti, Emanuele Casale, Stefano Gervasoni, Helmut Lachenmann, Misato Mochizuki, Gerard Pesson, Emilio Pomarico, Stefano Scodanibbio e Mauro Lanza, affiancandovi un repertorio che valorizzi musiche dei giovani compositori emergenti nel panorama internazionale. mdi ensemble si propone preferibilmente in veste cameristica potendo così contare sull’affiatamento del gruppo e sulla ricerca di un’interpretazione comune; non mancano tuttavia collaborazioni di prestigio – concertistiche e discografiche -con direttori quali Yoichi Sugiyama, Robert HP Platz, Marino Formenti e Pierre-André Valade. L’ensemble è regolarmente ospite delle più importanti istituzioni musicali italiane e straniere, tra cui il festival Milano Musica, MiTo-Settembre Musica, Biennale Musica di Venezia, festival Traiettorie di Parma, Teatro Bibiena di Mantova, PAC, Museo del 900 e Teatro Filodrammatici di Milano, Mittelfest, Lingotto Musica Torino, Istituto Giapponese di Roma, Amici della Musica di Palermo; nel 2010 mdi ensemble è artist in residence alla prima edizione del festival Koinè, diretto da Ivan Fedele, presso il Teatro dal Verme di Milano. Nello stesso teatro realizza Pierrot Lunaire di Arnold Schoenberg nella versione di scena con costumi e regia di Sylvano Bussotti, in collaborazione con l’Accademia del Teatro alla Scala. All’estero si esibisce presso la Tonhalle di Dusseldorf, Konzerthaus di Dortmund, Istituto si Cultura Giapponese e Istituto Italiano di Cultura a Colonia, Societé de Musique Contemporaine di Losanna, SWR di Stoccarda, ORF di Innsbruck, Teatro Forteza di Maiorca, Los Angeles Country Museum of Art (LACMA) di Los Angeles. Nel gennaio 2008 debutta a Tokyo, grazie alla collaborazione con il Cemat, in una serie di concerti dedicati a diversi compositori italiani. Suoi concerti sono ripresi e trasmessi da Rai RadioTre e da Rai International. La prima produzione discografica di mdi ensemble, con musiche di Stefano Gervasoni, è stata pubblicata da Aeon Paris e ha ottenuto il prestigioso riconoscimento “Coup de coeur -musique contemporaine 2009” conferitogli dall’Accademia Charles Cros. Dalla tournée giapponese del 2008 è stato tratto un cd monografico dedicato a Sylvano Bussotti pubblicato da Stradivarius; sono in preparazione dischi monografici dedicati a Emanuele Casale, Misato Mochizuki e Giovanni Verrando. Dal 2012 al 2014 mdi ensemble, con il sostegno di Fondazione Cariplo, è artist in residence presso Milano Musica – Associazione per la musica contemporanea. Al festival 2012 , oltre al concerto in cartellone, mdi ha presentato al museo del Novecento la rassegna Ascoltare il presente: due incontri con i compositori Fabio Nieder e Francesco Filidei, concepiti per dare l’opportunità al pubblico di interagire con i compositori stessi e gli esecutori, favorendo un ascolto più critico e consapevole delle opere. Questo format verrà riproposto anche nei due festival a venire, 2013 e 2014. Dal 2008 gli archi di mdi ensemble partecipano al progetto Repertorio Zero, che utilizza esclusivamente strumenti elettrici e concreti. Il progetto R0 debutta al festival MiTo 2008 e successivamente è in cartellone al Conservatorio di Lugano, alla Tonhalle di Zurigo, alla Biennale di Venezia e al festival Milano Musica. Nel 2011 Repertorio Zero riceve il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia “per la propria ricerca innovativa -nel modo di lavorare con la musica d’oggi -che vuole andare oltre l’esperienza delle avanguardie tradizionali, che si confronta con un repertorio tutto da costruire e con la necessità di trovare soluzioni alle numerose variabili presenti nella musica contemporanea.”
Biglietteria
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili
Il Cast
MDI ENSEMBLE:
Sonia Formenti flauto
Paolo Casiraghi clarinetto
Lorenzo Gentili-Tedeschi violino
Paolo Fumagalli viola
Giorgio Casati violoncello
Luca Ieracitano pianoforte
Direttore: Peyman Farzinpour
Note di sala
Questo programma presenta tre generazioni di compositori provenienti da tre continenti, e, si sa, la musica è varia come i paesi che i compositori rappresentano. Eppure c’è innegabilmente un filo di collegamento tra questi compositori, che è l’influenza della vecchia generazione dei maestri italiani sugli stili dei compositori più giovani i cui lavori sono presentati in prima mondiale da mdi. L’eco di Sciarrino può essere trovato nel lavoro di Roberto Toscano, e più debolmente in Farzinpour. Il riverbero di Donatoni si trova nella musica di Ferro, anche se filtrata attraverso il tempo. Naturalmente, ci sono influenze di altri grandi maestri italiani sulle nuove generazioni (in particolare Manzoni, con il quale Farzinpour e Portera hanno studiato), che servono a sottolineare il tema vincolante del programma – la clamorosa portata dell’attuale movimento musicale italiano attraverso il tempo e i confini.
Programma
Salvatore Sciarrino: Centauro marino (1984)
for clarinet, violin, viola, cello, piano
Andrea Portera: Intuitive algorithm, for six (2013)
for flute, clarinet, violin, viola, violoncello, pianoforte
World premiere
Francisco Ferro: Point – virgule (2013)
for mezzo-soprano, flute, clarinet, percussion, violin, viola, cello, piano
World premiere
Franco Donatoni: Ronda (1983)
for violin, viola, cello, piano
Peyman Farzinpour: Ritorno (2013)
for flute, bass clarinet, percussion, violin, viola, cello, piano
World premiere
Roberto Toscano: …Aphasia… (2013)
for mezzo-soprano, alto flute, bass clarinet, percussion, 2 violins, viola, cello, piano
World premiere
“Ritorno” (Peyman Farzinpour) Sin da quando ho collaborato con mdi su un meraviglioso progetto a Los Angeles nel 2006, ho sperato di avere la possibilità di lavorare di nuovo con loro, in particolare con un pezzo scritto per loro; Ritorno è la realizzazione di questo desiderio a lungo sospeso ed è per questo che l’ho dedicato a mdi ensemble. Il titolo si riferisce a molte cose, tra cui il ritorno a questa collaborazione, per le idee musicali che avevo abbozzato in precedenza e che avevo messo da parte per un po’, e, soprattutto, un ritorno alla attività musicale in città e in un paese che sono molto vicini a il mio cuore, dove avevo studiato per molti anni.
“On aphasia” (Roberto Toscano) Come possiamo esprimere l’inesprimibile? Come affrontare la frustrazione che può manifestarsi quando si è costretti a comunicare uno stato interno, che non può essere comunicato con le parole – quello che dobbiamo passare sotto silenzio. Il mio pezzo riguarda la perdita del linguaggio, della corrosione delle facoltà della lingua, di ciò che in un primo momento sembra essere qualche commento su una condizione fisica come l’afasia o la demenza. In realtà, il lavoro utilizza solo tali analogie per illustrare ciò che si trova oltre il linguaggio, che ciò che più vogliamo esprimere e che non può essere espresso a tutti. Avendo fallito nel mio compito di superare i miei limiti, sono costretto a valutare la mia disperazione per il mondo intorno a me.
“Point virgule” (Francisco Ferro) … Point virgule… è stato scritto nel 2013 per mdi ensemble. Il lavoro può essere descritto come una giustapposizione di casi di tre concezioni temporali: – Un modello ciclico, sulla base di procedure di sovrapposizione derivanti dei principi strutturali della talea e del colore; – Un modello lineare, continuo ma con un chiaro senso della direzionalità; – Un modello spaziale, materializzato qui come un fermo immagine del modello ciclico.
“Ronda” (Franco Donatoni) – 1983 Franco Donatoni è stato identificato come il compositore ‘negativo’ per antonomasia, privo di fiducia nella capacità dell’arte musicale di farsi portatrice di significato, e tantomeno di messaggi etici o morali, controcorrente in anni in cui l’arte e la musica italiana si caricavano spesso di fortissime connotazioni politiche, basti pensare all’esempio di Luigi Nono. Donatoni è stato anche uno dei più grandi ed influenti maestri di composizione del suo tempo, e per comprendere la sua musica è necessario spiegare l’apparente contraddizione tra una concezione della musica spesso apertamente nichilista e una pratica della composizione condotta per un’intera vita con la costanza quotidiana e il mestiere dei compositori di altre epoche. Per Donatoni scrivere significa vivere la pratica della scrittura come via d’uscita dal silenzio: servirsi di materiale accidentale, numerico o musicale, spesso ottenuto lanciando dei dadi, e poi elaborarlo infinite volte incrivendosi nell’antica tradizione dell’arte dell’invenzione e della variazione, quasi secondo un automatismo ma senza l’ossessione dell’esattezza, anzi amando l’errore come elemento di asimmetria. Ronda, brano scritto in un periodo felice di una vita altrimenti segnata da profonde crisi psichiche e tragici eventi privati, nasce semplicemente dall’ultima pagina del pezzo che l’ha preceduto, e procede di pagina in pagina guidato dal puro gusto per il divertimento strumentale, non senza suggestioni ritmiche e timbriche derivanti dalla passione per il free jazz.
“Centauro Marino” (Salvatore Sciarrino) – 1984 Brano del 1984 dedicato al regista Peter Kehrn, Centauro Marino coniuga due delle facce più evidenti della poetica del compositore palermitano: l’evento sonoro al limite dell’udibile, terreno fragile e incerto nel quale anche il più minuscolo degli accadimenti è foriero di tensione drammatica e la dirompente gestualità esplicita della virtuosa scrittura pianistica. Il tutto contraddistinto dalla sciarriniana proverbiale economia di materiale: poche figure, ben delineate e sempre riconoscibili, non soggette a variazioni ma piuttosto ad interazioni fra loro in un viaggio ai confini delle dimensioni abituali, dove spazio e tempo si confondono.
“…Algoritmo intuitivo…” (Andrea Portera) “Intuitive algorithm, for six” continua e sviluppa un progetto nato dal trio “Algoritmo Intuitivo” per trio: Si tratta di concepire la stesura di un’opera partendo da un gesto compositivo percettivo, intuitivo. La “bozza” musicale ottenuta da questo slancio emozionale diventa subito materiale di analisi affinchè emergano da essa elementi codificabili, tali da essere resi periodici e strutturali. In questo modo un gesto intuitivo diventa un algoritmo, ossia una specifica sequenza di azioni primarie elementari da vita a un risultato ben definito. A quel punto, l’algoritmo intuitivo diventa uno schema generale per la creazione di un brano, sia per le micro e le macro strutture della composizione. Questo processo valirizza la parte percettiva del momento creativo, che solo in un secondo momento usufruisce di un supporto analitico/intellettuale per potenziare la capacità comunicativa di un’idea.