SONATA ISLANDS - JAZZ & NOTATION - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
martedì 25 novembre 2008
Ore: 21:00

Note di sala

Markus Stockhausen tromba
Ensemble Sonata Islands diretto da Andrea Dindo

Patrizia Polia soprano
Tara Bouman clarinetto
Emilio Galante flauto
Stefano Rossi corno
Luca Martini violino
Bianca Fervidi violoncello
Renzo Vigagni pianoforte
Stefano Colpi contrabbasso
Stefano Bertoli batteria

Lorenzo Ferrero (1951), Freedom Variations (prima esecuzione)
Emilio Galante (1956) – video di Fabrizio Varesco; testi italiani e ladini di Giuseppe Calliari e Simon de Giulio, Torre Aquila (prima esecuzione)
Stephen Davismoon (1964), Mercy Litanies for solo bass clarinet (prima esecuzione)
Markus Stockhausen (1957), Anyway

Markus Stockhausen è uno dei più versatili trombettisti contemporanei. Dall’età di 18 anni ha lavorato intensamente con il padre Karlheinz, che ha scritto per lui molti importanti lavori. Suona spesso “musica intuitiva” ed è stato membro di numerosi gruppi jazz (dei quali si trovano molte tracce nella produzione discografica ECM). Dal 2000 ha creato una serie mensile di concerti dedicata alla musica intuitiva nella Chiesa di San Maternus a Colonia. Ha ricevuto numerose commissioni come compositore, tra l’altro dalla RIAS e dai 12 violoncellisti dei Berliner Philarmoniker, dalla London Sinfonietta e dall’Orchestra d’archi italiana. Spesso suona nel duo Moving Sounds con la moglie Tara Bouman. Nel 2005 ha vinto il prestigioso premio jazz della WDR.

Di Freedom Variations Lorenzo Ferrero scrive “Il titolo, come tutte le cose che parlano di libertà, ha un significato suggestivo che non ha bisogno di molte spiegazioni. Contiene tuttavia un riferimento specifico al ruolo del solista e di gran parte degli esecutori di questo pezzo. Ovvero alla libertà improvvisativa, che a sua volta ha a che fare col jazz. Ovviamente non si tratta di un brano che pretende di essere jazz, ma che dal jazz prende spunto per un’idea di variazione sul tema diversa da quella che conosciamo dalla musica classica. Si comincia, come spesso accade nel jazz classico con un tema, che in questo caso ho preso dall’inizio del mio primo concerto per pianoforte. Seguono due variazioni che ho scritto per intero, come suggerimento per come procedere, per stabilire un ambito stilistico e indicare una strada fra tutte le infinite opzioni possibili. Si apre poi la possibilità per gli esecutori di improvvisare liberamente, davanti ad una parte che ricorda loro battutta per battuta gli accordi e le scale di riferimento. Una ultima variazione suggerisce come sviluppare interventi solistici e come avvicinarsi di nuovo al clima del tema, che viene riproposto in conclusione.”

“Any way è stato commissionato ed eseguito la prima volta da Martyn Brabbins per il Cheltenham Music Festival del 2005. L’idea era di scrivere un pezzo prima per trio jazz e poi per un ensemble di musicisti classici per un pubblico classico. Si tratta perciò di un pezzo ibrido, notato convenzionalmente ma con parti improvvisate per la tromba e anche per gli altri strumenti nel quarto movimento: ho tentato di creare delle sfide per ogni strumento ed ho introdotto una voce di soprano che dia un colore unico alla composizione. Any Way è una suite in cinque movimenti, conuna forma di sapore classico.”

“Torre Aquila è una composizione in quattro movimenti, le quattro stagioni illustrate dai magistrali affreschi del Castello del Buonconsiglio. Per restituire il fascino dell’invenzione medievale ho chiesto un libretto in italiano a Giuseppe Calliari, ispirato a quelle immagini, ho usato alcune poesie in ladino dalle Usanzes e Lurgeres da Zacan di Simon de Giulio, ritenendo il ladino lingua ideale per rievocare quei riti stagionali, ed ho citato alcune precisissime descrizioni tecniche da Il lavoro dell’uomo nel ciclo dei Mesi di Torre Aquila di Giuseppe Sebesta. I video intrecciati da Fabrizio Varesco sulle immagini della torre, saranno da me controllati via midi dal palcoscenico, per ottenere un background iconico sincronizzato con i tempi della performance.”

“Dopo avere consultato le molte melodie del Kyrie Eleison come si trova nel Liber Usualis ho cercato di scrivere una nuova melodia che avesse un’affinità profonda con quello spirito originario. Dedicato all’arte di Tara Bouman, scritto nell’estate del 2008 fra Glasgow, Carcassonne, Parigi e Malta, Mercy Litanies conserva qualcosa di ognuno di questi luoghi nell’esperienza compositiva” Stephen Davismoon