Arsenii Moon vincitore dell’ultimo Concorso Busoni debutta a Milano con I Pomeriggi Musicali
Il pianista sarà al Teatro Dal Verme di Milano il 17 e il 19 ottobre interprete del Primo Concerto di Chopin
Sul podio Niklas Benjamin Hoffmann impegnato anche nell’Eroica di Beethoven
Dopo il concerto inaugurale della scorsa settimana che ha fatto segnare due sold out con oltre 2.800 spettatori complessivi, prosegue con il secondo appuntamento l’80a stagione dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali 2024/2025 “80 anni suonati” con un ospite molto atteso, il pianista venticinquenne Arsenii Moon vincitore assoluto dell’ultimo Concorso Busoni nel 2023 che debutta a Milano, al Teatro Dal Verme, giovedì 17 ottobre (ore 10 “in anteprima” e ore 20) e sabato 19 ottobre (ore 17).
Sul podio un altro giovanissimo musicista Niklas Benjamin Hoffmann vincitore della “Lovro von Matačić” Conducting Competition di Zagabria nel 2023.
Il programma del concerto è dedicato a due capolavori assoluti del repertorio classico-romantico: in apertura il Concerto n. 1 in Mi minore per pianoforte e orchestra op. 11 di Fryderyk Chopin, quindi la Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore op. 55 “Eroica”.
«La scrittura dei due lavori in programma – scrive Raffaele Mellace nelle note di sala – è infatti radicalmente diversa, incentrata com’è rispettivamente sullo strumento solista e sulla compagine orchestrale. Il primo segue la tipologia di concerto Biedermeier in voga negli anni in cui il giovane Chopin andava costruendosi un repertorio. Gli servirono da modello non tanto i lavori di Mozart o Beethoven, dalla dialettica sostanziale tra pianoforte e orchestra, bensì i concerti composti per sé dai vari Moscheles, Field, Hummel, Kalkbrenner, destinati a tournée internazionali effettuate con orchestre talora raccogliticce, su cui non era consigliabile fare affidamento. Chopin è peraltro l’unico tra i grandi romantici suoi coetanei in cui l’interesse per l’orchestra non sarebbe mai decollato, fruttando solo una manciata di lavori giovanili, tra cui due concerti (un terzo resterà incompiuto nel 1832). Quello eseguito oggi è in realtà il secondo per composizione, benché sia stato il primo a uscire a stampa, a Parigi nel 1833. Chopin (che l’avrebbe poi eseguito solo due volte: l’ultima nel 1835) l’aveva scritto tra marzo e ottobre 1830, in vista del concerto con cui avrebbe preso congedo, definitivamente a sua insaputa, da Varsavia e dalla Polonia. […] Dal pianismo Biedermeier di Chopin risaliamo per oltre un quarto di secolo. La Terza Sinfonia occupò infatti Beethoven tra il 1802 e l’inizio del 1804, impegno straordinario per gli standard del compositore, tanto da fruttare un intero quaderno di abbozzi tormentati. Della novità dell’impresa era cosciente lo stesso artista, che nel presentare la sinfonia all’editore chiosava, con notevole understatement: «Credo che interesserà il pubblico musicale». Con l’“Eroica” Beethoven impresse una direzione nuova alla sinfonia, «grande» sotto vari profili: l’accrescimento delle dimensioni, doppie rispetto alle sinfonie precedenti per l’inusuale dilatazione dei tempi; l’accrescimento dell’organico, che guadagna solo un terzo corno (strumento chiave nella partitura) ma indica una direzione precisa alla moderna orchestra sinfonica, ad esempio nella sezione di ottoni, incomparabile con quella settecentesca. La novità più storicamente notevole sta però nella concezione dell’intero lavoro all’insegna di un’unica idea poetica: tradurre in suoni una grandezza fuori dal comune, quel sublime che in una stagione tanto inquieta per l’Europa non poteva se non assumere la forma dell’idealità eroica coltivata dall’immaginario neoclassico: ad esempio, in quella statua di Napoleone come Marte pacificatore di Canova, perfettamente coeva (1803-06) della sinfonia, la cui versione in bronzo campeggia nel cortile di Brera; o i versi del Terzo inno delle Grazie foscoliane, dedicato a Pallade, che «sola tien l’asta paterna / […] per cui splende / a’ magnanimi eroi sacro il trionfo».