Cristina Zavalloni interpreta Pierrot Lunaire di Schönberg con la Filarmonica Toscanini - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Cristina Zavalloni interpreta Pierrot Lunaire di Schönberg con la Filarmonica Toscanini

Il programma, diretto da Yi-Chen Lin, è interamente dedicato al Novecento e prevede anche il preludio dalle Maschere di Mascagni e la suite dal Pulcinella di Stravinskij

La Filarmonica Arturo Toscanini è la terza compagine ospite dell’80a stagione dei Pomeriggi Musicali per un concerto da non perdere sabato 23 novembre alle ore 17 al Teatro Dal Verme, sul podio la direttrice di Taiwan, con studi a Vienna Yi-Chen Lin e il celebre mezzosoprano Cristina Zavalloni – fra le cantanti più interessanti di oggi, interprete iconica di un vasto repertorio che va dal barocco al jazz alla musica contemporanea – che sarà impegnata nel Pierrot lunaire op. 21 di Arnold Schönberg nella versione in italiano preparata da Marcello Panni.

Il programma, dedicato internamente a pagine del Novecento, prevede in apertura il Preludio da Le maschere di Pietro Mascagni e quindi, nella seconda parte, la suite da Pulcinella di di Igor Stravinskij.

Come scrive Raffaele Mellace nelle note di sala, «Schönberg e Stravinskij hanno rappresentato, nel pensiero critico sul Novecento musicale due paradigmi antinomici, i campioni di concezioni contrapposte del futuro della musica: entrambi impegnati a interpretare con il loro genio le istanze più attuali della contemporaneità, hanno preso vie diverse. […] Fu infatti nel 1912 che Arnold Schönberg, autoesiliatosi a Berlino da una Vienna ostile, scrisse tra marzo e luglio quel singolare lavoro di rottura che sono, secondo il titolo originale, le Tre volte sette liriche dal “Pierrot lunaire” di Albert Giraud. La composizione rispondeva alla commissione dell’attrice Albertine Zehme, che la portò in scena a Berlino il 16 ottobre 1912, vestita da Pierrot, mentre i musicisti, diretti dal compositore, l’accompagnavano dietro un paravento nero. Fu proprio attorno alle esecuzioni berlinesi del Pierrot lunaire che Schönberg incontrò Stravinskij […] Pierrot lunaire è un lavoro audace, definito da Pierre Boulez il «centro di gravità» del catalogo di Schönberg. […] La gamma espressiva è vastissima, spaziando dal tratto più delicato alla vitalità dirompente scatenata dagli incubi di Pierrot. I testi del simbolista belga Giraud, che Schönberg intonò tradotti in tedesco da Otto Erich Hartleben, propongono una maschera allucinata, emblema dell’angoscia esistenziale di un’umanità smarrita; fino all’orrenda scoperta sulla pelle d’una macchia lunare segno della morte. […] Ben altra forma di parodia va in scena con quel manifesto dell’estetica neoclassica che è il balletto Pulcinella, il cui debutto, il 15 maggio 1920 all’Opéra di Parigi – scenografo Picasso, primo ballerino e coreografo Massine – inaugurò la stagione centrale di Stravinskij. «Pulcinella fu la mia scoperta del passato, l’epifania tramite cui divenne possibile tutto il mio lavoro successivo. […]». Composto a Morges, in Svizzera, rispondeva alla commissione del patron dei Ballets russes Djagilev d’un accompagnamento pseudosettecentesco a un soggetto della commedia dell’arte in cui Pulcinella è al centro d’una vicenda di gelosia e travestimenti. Iniziata a fine 1919, compiuta il 20 aprile 1920, la partitura si avvale di 21 composizioni “pergolesiane”, oggi ricondotte a un più ampio gruppo di autori. Nella suite orchestrale del 1924, rivista nel 1949, si riducono ad appena tre (II, VII e VIII) le pagine pergolesiane, con la fetta più consistente spettante al veneziano Domenico Gallo».