Il celebre pianista Louis Lortie apre l'ultimo mese di concerti dell'80a stagione dei Pomeriggi Musicali - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Il celebre pianista Louis Lortie apre l’ultimo mese di concerti dell’80a stagione dei Pomeriggi Musicali

Il grande solista sarà impegnato nel Concerto “Imperatore” di Beethoven e nel doppio concerto di Mozart con il giovane Illia Ovcharenko

Il concerto sarà replicato anche a Nembro e a Brescia per il Circuito Sinfonico Lombardo in collaborazione con il Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo

A maggio sono in programma gli ultimi appuntamenti dell’80° stagione dei Pomeriggi Musicali, “80 anni suonati”, con tre artisti ospiti di eccellenza come Louis Lortie, Julian Rachlin e Pietari Inkinen.

Si comincia con il pianista Louis Lortie, impegnato anche come direttore, giovedì 8 (ore 10 e ore 20) e sabato 10 maggio (ore 17) al Teatro Dal Verme di Milano, che torna a suonare con i Pomeriggi Musicali interpretando uno dei capolavori del repertorio classico cioè il Concerto n. 5 in Mi bemolle maggiore op. 73 “Imperatore” di Beethoven, preceduto dal Concerto per due pianoforti n. 10 in Mi bemolle maggiore K365 di Mozart eseguito insieme al giovane Illia Ovcharenko.

Il concerto sarà replicato a Nembro (Auditorium Modernissimo) venerdì 9 maggio (ore 20.30) e a Brescia (Teatro Borsoni) domenica 11 maggio (ore 20), nuovi appuntamenti del Circuito Sinfonico Lombardo realizzati in collaborazione con il 62° Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo 2025.

Come scrive Raffaele Mellace nel programma di sala, i due Concerti in programma costituiscono una sorta di “Duello in Mi bemolle”: due capolavori in Mi bemolle maggiore, firmati da Mozart e Beethoven, si fronteggiano rivelando spirito e concezione molto diversi. Il Concerto per due pianoforti K365 di Mozart nasce alla fine del periodo salisburghese, tra i viaggi a Mannheim e Parigi, in cui il compositore sviluppa un interesse per la sinfonia concertante e per i concerti con più strumenti solisti. Scritto probabilmente nel 1780 e pensato per essere eseguito con la sorella Nannerl, il brano si distingue per il tono brillante e conversativo, in cui le due tastiere si alternano con naturalezza, in un dialogo leggero e virtuosistico che incarna lo spirito galante e civile del Settecento. Dietro la festosità dell’Allegro iniziale, la grazia dell’Andante e la vivacità del Rondò finale, emerge un’arte raffinata e comunicativa, pensata per affascinare il pubblico delle sale da concerto. Mozart continuerà a eseguire questo concerto anche a Vienna, arricchendone via via l’orchestrazione. Tra i suoi ammiratori anche Mendelssohn, che lo eseguì spesso con Moscheles e Hiller. Ben diverso è il clima del Concerto n. 5 op. 73 di Beethoven, composto nel 1809 durante l’occupazione napoleonica di Vienna. In un contesto segnato dalla guerra e dalla crisi, il compositore dà forma a un’opera monumentale, emblema del suo “stile eroico”: una scrittura densa, eloquente e marziale, in cui il pianoforte assume un ruolo protagonista e quasi orchestrale. Noto come “Imperatore” (titolo non autografo), il concerto fu dedicato all’arciduca Rodolfo, allievo e mecenate di Beethoven, che ne curò una prima esecuzione privata. Concepito per un pianoforte moderno e un’orchestra potente, il brano alterna gesti solenni, atmosfere liriche e slanci trascinanti: dalla maestosità del primo movimento, al lirismo raccolto dell’Adagio, fino al travolgente Rondò finale. Due concezioni del concerto e del mondo a confronto, in un’epoca di cambiamenti: la prima ancora giovane, leggera e salottiera, l’altra titanica e appassionata. Un duello a distanza tra due giganti, in una tonalità carica di nobiltà e tensione.