72ª Stagione Sinfonica Orchestra I Pomeriggi Musicali - I Pomeriggi Musicali - Teatro Dal Verme

Le date

Sala Grande
giovedì 19 gennaio 2017
Ore: 21:00

Direttore: Alberto Martini
Pianoforte: Maurizio Baglini
I Virtuosi Italiani
Chopin, Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in mi minore op. 11 (versione per orchestra d’archi)
Čaikovskij, Elegia
Shostakovich, Quartetto n. 8 op. 110 (trascrizione per archi)

Biglietteria

BIGLIETTI

Interi
Primo Settore (Platea, da fila 1 a 30) € 20,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, da fila 31 a 40) € 14,50 + prevendita
Balconata € 11,00 + prevendita

Ridotti
(Giovani under 26; Anziani over 60; Cral; Ass.Culturali, Biblioteche; Gruppi; Scuole e Università)
Primo Settore (Platea da fila 1 a 30) € 16,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea da fila 31 a 40) € 12,50 + prevendita
Balconata € 9,00 + prevendita

Il Cast

Direttore: Alberto Martini
Pianoforte: Maurizio Baglini
I Virtuosi Italiani

Note di sala

Chopin
Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in mi minore op. 11 (versione per orchestra d’archi)
Allegro maestoso
Larghetto
Rondo: Vivace

Čaikovskij
Elegia

Šostakovič
Quartetto n. 8 op. 110 (trascrizione per archi)
Largo
Allegro molto
Allegretto
Largo
Largo

Note a margine di Renato Meucci
Quando l’anno scorso scrivevo a proposito del Concerto n. 1 di Chopin che tutte le sue meraviglie sembrano scaturire dalla parte di pianoforte, mentre l’orchestra costituisce una sorta di trasparente fondale di accompagnamento, pensavo proprio alla versione proposta quest’anno, in cui il sostegno orchestrale si riduce a un quartetto (in questo caso specifico a una piccola orchestra d’archi). E lo stesso è vero per il Concerto n. 2, sebbene in un caso e nell’altro definire come versione originale – come alcuni fanno – quella accompagnata dai soli archi sembra francamente azzardato (si tratta di una semplice operazione editoriale, fatta per smerciare maggiormente il prodotto; tutto qui).

In effetti, più che un concerto con pianoforte e orchestra il Concerto n. 1 – come pure il secondo, scritto a breve distanza tra 1829 e 1830 – costituisce un grande assolo di pianoforte con un impegnativo sfondo orchestrale, che emerge nei rari momenti in cui il pianoforte smette di suonare (in maniera rilevante solo nella lunga introduzione del primo movimento). Insomma godiamoci la rara bellezza di questo Concerto pianistico – giudicate voi stessi soprattutto la Romanza centrale – lasciando da parte le ambizioni di orchestrazione. Come dire: lasciamo a Chopin quel che è di Chopin, ossia il pianoforte.

Se qualcuno è rimasto sorpreso per la precedente ingenerosa valutazione delle Variazioni su un tema rococò di Čajkovskij, non vi sarà invece alcuna sorpresa nel giudizio entusiastico nei confronti della Serenata per archi in Do magg. op. 48, una delle più grandi opere del repertorio cameristico di quest’ultimo. Anche in questo caso non mancano le descrizioni che inquadrano il brano alla luce delle vicende personali del compositore, in un periodo di rallentamento produttivo che sarebbe dovuto nientemeno al breve quanto improbabile matrimonio, subito fallito. Ancor più erroneo e arbitrario che nel caso beethoveniano già citato sarebbe infatti collegare quello che fu un episodio pur significativo e magari anche doloroso, ma purtuttavia liberamente scelto, con il calo produttivo. Ho già detto di essere un esacerbato oppositore di questa visione “biografica” della produzione artistica, che pur sempre ricompare nella critica, tanto che sarei tentato di fare un elenco di casi in cui compositori in crisi espressiva vivevano una tranquilla e serena esistenza (verrebbe in mente per primo il caso di Rossini a Passy, o forse anche quello dell’ultimo Paisiello), o al contrario pur in acque agitate riuscivano a comporre tutto sommato senza sovrumane fatiche (è il caso dello Šostakovič della Sinfonia n. 9, ascoltata di recente e di cui abbiamo parlato più sopra). E che si dovrebbe dire di coloro la cui produzione, come spesso nel Novecento, sembra essere problematica fino al punto di parere lacerante: che non abbiano mai riso in vita loro?

Ma veniamo alla mirabile Serenata op. 48, del 1880, il cui carattere lieto e godibilissimo rese la composizione particolarmente cara al compositore (“Che sia perché è il lavoro più recente o perché davvero non è male, sono molto innamorato di questa Serenata”, ebbe a dire Čajkovskij di lì a poco). Essa fu eseguita l’anno seguente con grande successo, riscuotendo fra l’altro l’ambito apprezzamento di Anton Rubinstein, temuto direttore del Conservatorio di San Pietroburgo e maestro dell’autore.

Ed eccoci al brano che si presterebbe a una lunga discettazione – che non faremo! – su ciò che a un compositore detta la propria sensibilità, e non gli eventi biografici: il Quartetto n. 8 di Šostakovič, e soprattutto la sua versione per orchestra d’archi, che ascolteremo questa sera. Nel 1960 Šostakovič stava componendo le musiche per una pellicola sovietica allorché visitò Dresda, la città tedesca che nel 1945 era stata interamente distrutta da un bombardamento alleato che aveva fatto più vittime delle bombe di Hiroshima. Lì il compositore scrisse in tre giorni il Quartetto op. 8 “in memoria delle vittime del fascismo e della guerra”. Una dedica che è stata messa in discussione da dichiarazioni successive dell’autore, a loro volta non sempre attendibili o non riportate attendibilmente. Insomma, questo brano è ispirato e dedicato alle morti e alla distruzione di Dresda, ma altri vi hanno voluto vedere rispecchiata la vita privata di Šostakovič e le difficoltà da lui incontrate nei rapporti con i vertici del partito sovietico. Vero è solamente che Šostakovič ha voluto scrivere un brano pieno di grande travaglio e sofferenza, mentre resta da aggiungere che la versione per quartetto, come quella orchestrale che ascolteremo, dovuta al grande direttore Rudolf Barshai, sono due brani entrati stabilmente nel repertorio concertistico, con buona pace di tante altre composizioni più leggere, e più distensive per l’ascoltatore, che invece non lo sono affatto.

ALBERTO MARTINI Direttore d’ orchestra
Alberto Martini si è diplomato a pieni voti presso il Conservatorio F.E Dall’Abaco di Verona. Si è poi perfezionato con il Maestro Corrado Romano al Conservatorio di Ginevra. Ha collaborato stabilmente come Primo Violino di Spalla con molte ed importanti orchestre tra cui quella del Teatro alla Scala di Milano, dei Pomeriggi Musicali di Milano, del Teatro Comunale di Bologna, del Teatro Lirico di Cagliari, collaborando con i più grandi Direttori d’orchestra quali: Riccardo Muti, Riccardo Chailly, Valery Gergiev, Dmitri Yurovsky, Myun Whun Chung, Giuseppe Sinopoli, Yuri Temirkanov. Nel giugno del 2009 ha fatto il suo esordio come solista nella prestigiosa sala Isaac Stern nella Carnagie Hall di New York interpretando il concerto in Re maggiore di W.A.Mozart per violino e orchestra, riscuotendo un eccezionale successo personale in un auditorium completamente esaurito. Con I VIRTUOSI ITALIANI, di cui è il direttore artistico e il primo violino dal 2006, ha collaborato con solisti di fama internazionale tra i quali ricordiamo Mariella Devia, Barbara Hendricks, Giuliano Carmignola, Fabio Biondi, Maxence Larrieu, Enzo Dara, Claudio Desderi, Katia Ricciarelli, Cecilia Gasdia, Vincenzo La Scola, Misha Maisky, Andres Mustonen, Ilya Grubert, Lazar Berman, Pavel Vernikov, Bruno Giuranna, Lev Markiz, Patrick Gallois, Natalia Gutman e Julian Rachlin. Ilya Gringolts, Dmitry Sitkovetsky e molti altri. Significativo poi l’interesse da sempre dimostrato per il repertorio di confine che ha portato alla realizzazione di importanti progetti molto apprezzati da un pubblico eterogeneo e molto numeroso, con Chick Corea, Goran Bregovic, Michael Nyman, Franco Battiato, Ludovico Einaudi, Philipp Glass, Giovanni Allevi, Elio (delle Storie Tese) e altri. L’attività discografica, che lo vede protagonista come direttore e concertatore è ricchissima con più di 50 CD registrati per le case discografiche più importanti del mercato come Chandos, Emi, Naxos, Dynamic, Verany e Tactus ed oltre 400 mila dischi venduti in tutto il mondo. Ha ricevuto vari premi discografici, tra i quali: “Cinque Stelle” premio Goldberg della omonima rivista tedesca, il “Diapason d’Oro” della rivista francese Diapason, Choc de la Musique della rivista francese Le Monde de la Musique, oltre a varie 5 stelle della rivista italiana “MUSICA”. È titolare della cattedra di Violino presso il Conservatorio Statale di Musica “Luca Marenzio” di Brescia. È docente ospite del Master sul Marketing dello spettacolo organizzato dal Conservatorio F.A.Bonporti di Trento. Regolarmente è invitato a tenere Masterclass in varie Istituzioni Italiane e estere, e da qualche anno ha avviato una importante collaborazione con l’università TCU di Fort Worth in Texas (USA), sede della prestigiosa competizione musicale Van Cliburn. Suona su un prezioso strumento costruito da Joseph Gagliano a Napoli nel 1765 e su un magnifico violino costruito da Marino Capicchioni nel 1967.

MAURIZIO BAGLINI Pianoforte
Il pianista Maurizio Baglini è tra i musicisti più brillanti e apprezzati sulla scena internazionale. Ha al suo attivo un’intensa carriera in Europa, America e Asia: oltre milleduecento concerti come solista e altrettanti di musica da camera. Nato a Pisa nel 1975 e vincitore a 24 anni del “World Music Piano Master” di Montecarlo, da allora è ospite dei più prestigiosi festival (tra cui La Roque d’Anthéron, Loeckenhaus, Yokohama Piano Festival, Australian Chamber Music Festival, “Benedetti Michelangeli” di Bergamo e Brescia, Rossini Opera Festival) e viene invitato come solista e in formazioni di musica da camera dalle maggiori istituzioni internazionali, tra cui Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Teatro alla Scala di Milano, Salle Gaveau di Parigi, Kennedy Center di Washington, Auditorium del Louvre, Gasteig di Monaco di Baviera, Maggio Musicale Fiorentino. Collabora con direttori quali Antonello Allemandi, Giampaolo Bisanti, Massimiliano Caldi, Tito Ceccherini, Daniel Cohen, Howard Griffiths, Armin Jordan, Seikyo Kim, Emanuel Krivine, Karl Martin, Donato Renzetti, Corrado Rovaris, Ola Rudner e Maximiano Valdes. Dal 2005 suona stabilmente anche insieme con la violoncellista Silvia Chiesa: al loro duo sono dedicati brani di Betta, Campogrande, Cascioli e Corghi. Dal 2008 promuove il progetto “Inno alla gioia”, che lo porta a eseguire in tutto il mondo la “Nona Sinfonia” di Beethoven nella trascendentale trascrizione per pianoforte di Liszt (sia nella versione solistica, sia in quella con il coro e le voci soliste). Dopo il debutto al Musée d’Orsay a Parigi, con il Coro di Radio France, in diretta su France Musique, ci sono state altre cinquanta tappe, tra cui Monaco, Tel Aviv, Rio de Janeiro, Beirut e, in Italia, Cremona (Teatro Ponchielli) e Milano (nelle stagioni della Società dei Concerti e dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi). Dal 2012, insieme con l’artista multimediale Giuseppe Andrea L’Abbate, porta avanti anche il progetto “Web Piano”, che abbina l’interpretazione dal vivo di grandi capolavori pianistici – come il Carnaval di Schumann, i Quadri di un’esposizione di Mussorgsky o Images di Debussy – a una narrazione visiva originale e di grande impatto, proiettata su grande schermo. Tra le applaudite tappe della performance: il festival La Roque d’Anthéron, il Teatro Comunale di Carpi e il Teatro Comunale di Pordenone. Il suo vasto repertorio spazia da Byrd alla musica contemporanea, con riferimenti importanti a Chopin, Liszt e Schumann. Intenso l’impegno sul fronte discografico che include fra l’altro due versioni dei 27 Studi di Chopin (eseguiti sia su strumenti originali, sia su pianoforte moderno) e l’integrale delle trascrizioni di Busoni da Bach (Tudor). Da segnalare inoltre: il dvd con il Concerto n. 1 di Chopin accompagnato dalla New Japan Philharmonic Orchestra e i cd con l’integrale dell’opera pianistica di Rolf Urs Ringger (con cinque prime assolute) e la Nona Sinfonia di Beethoven nella trascrizione per pianoforte solo di Liszt (Decca). L’autorevole rivista statunitense American Record Guide sceglie come migliore interpretazione su disco degli Studi di Chopin il suo cd registrato per Phoenix/Suonare Records.

I VIRTUOSI ITALIANI
I Virtuosi Italiani, complesso nato nel 1989, è una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama artistico internazionale. Attualmente è considerato il complesso italiano che più si sta distinguendo per l’eccellente livello artistico prodotto in questi ultimi anni, per le idee musicali innovative e per le strategie manageriali dimostrate. A documento di ciò a disposizione un’ampia rassegna stampa. Una acclamatissima tournée in Sud America, ha confermato I VIRTUOSI ITALIANI come l’ensemble strumentale italiano più credibile a livello internazionale per le proprie interpretazioni del repertorio italiano e straniero consacrandolo quale ambasciatore della Cultura e della Musica italiana nel Mondo. In questi più di vent’anni di attività, sempre maggiore attenzione è stata riservata ad una scelta di repertorio sempre mirato al coinvolgimento di un pubblico sempre più vasto con una particolare attenzione ai giovani. In questa direzione sono nati proprio gli ultimi progetti realizzati: “MOZartoons” (una famosa opera mozartiana resa multimediale con una messa in scena attraverso dei cartoni animati disegnati ad hoc), “Evolution” con Giovanni Allevi, “Jazz Lightning” con il pianista jazz Uri Caine, un progetto in esclusiva con Cesare Picco dedicato al più antico e importante romanzo della cultura giapponese “Genji Monogatari”, “Back to Bach” con il famoso trombettista jazz Paolo Fresu e altri. L’internazionalità e la versatilità dell’attività de I Virtuosi Italiani fungono ormai da volano per il turismo nonché per lo sviluppo economico del territorio in cui operano. Tra gli impegni recenti più rilevanti dell’ultimo triennio si segnalano il Concerto per il Senato della Repubblica Italiana e trasmesso in diretta da RAI 1, il “Concerto per la Vita e per la Pace” eseguito a Roma, Betlemme e Gerusalemme e trasmesso dalla RAI in Mondovisione, il Concerto presso l’ Aula Paolo VI (Aula Nervi) alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI, il debutto alla Royal Albert Hall di Londra , una tournée in Estonia che li ha visti partecipare, per la seconda volta in pochi anni, al noto Barokkmuusika Festival. I Virtuosi Italiani dal 2011 sono complesso residente con una Stagione Concertistica a Venezia nella Chiesa dell’Ospedale della Pietà, luogo in cui Antonio Vivaldi per tutta la sua vita suonò, insegnò e diede la luce a tutte le opere. Questi ultimi anni sono stati fino ad oggi ricchi di impegni e soddisfazioni. A partire dai progetti “Jazz Lightning” con il famoso pianista statunitense Uri Caine e “Back to Bach” con il trombettista jazz Paolo Fresu che ha visto I Virtuosi Italiani protagonisti nei più prestigiosi Teatri e Società di Concerto italiane e svizzere, e naturalmente la Stagione Concertistica a Verona, oltre a numerose altre tournée sempre Italia, ma anche all’estero (Polonia, Spagna, Europa dell’Est, Stati Uniti, Tunisia, Sud America, Cina e Giappone) e nuove incisioni discografiche. I concerti de I Virtuosi Italiani sono sempre stati coronati da entusiastici consensi di critica e di pubblico. Così scrive Enrico Girardi sul “Corriere della Sera”: «I Virtuosi Italiani sono un ensemble di assoluto valore. Affrontano il barocco, il classico e il contemporaneo non solo con disinvoltura, ma con una grinta, uno smalto e una “adrenalina”che produce vita e tensione senza portare oltre i limiti di una saggia pertinenza stilistica». Molteplici sono le collaborazioni con solisti e direttori: Pierre Amoyal, Ramin Bahrami, Lazar Berman, Pavel Berman, Fabio Biondi, Stanislav Bunin, Michele Campanella, Bruno Canino,Gautier Capucon, Giuliano Carmignola, Enzo Dara, Pietro De Maria, Claudio Desderi, Mariella Devia, Enrico Dindo, Benedetto Lupo, Eva Mei, Cinzia Forte, Roberto De Candia, Diego Fasolis, Patrick Gallois, Bruno Giuranna, Natalia Gutman, Barbara Hendricks, Angela Hewitt, Vincenzo La Scola, Katia e Marielle Labeque, Maxence Larrieu, Misha Maisky, Lev Markiz, Massimo Mercelli Federico Mondelci, Andres Mustonen, Ilya Grubert, Jin Ju, Kristof Penderecky, Massimo Quarta, Julian Rachlin, Vadim Repin, Dmitri Sitkovetsky, Tatyana Vassilyeva, Pavel Vernikov, Elisso Virsaladze, Lilya Zilberstein, e molti altri. Hanno collaborato all’allestimento dell’Apollon Musagete di Stravinsky con il New York City Ballet; nel 2001 hanno eseguito tutte le opere in un atto di Rossini per l’Opera Comique di Parigi e hanno tenuto due concerti alla Konzerthaus di Vienna. I Virtuosi Italiani si sono esibiti per i più importanti teatri e per i principali enti musicali italiani e stranieri quali il Teatro alla Scala, il Teatro Dal Verme e la Sala Verdi a Milano, il Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro La Fenice, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro Comunale di Modena, il Teatro Regio di Parma, il Teatro Filarmonico di Verona, l’Arena di Verona, l’Associazione Barattelli di L’Aquila, l’Unione Musicale di Torino, l’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, il Teatro alla Pergola di Firenze, la Società Filarmonica di Roma e molti altri. Numerose le tournées all’estero: Francia (Festival Pablo Casals di Prades, Festival Berlioz, Aix-en-Provence, Bordeaux), Germania, Svizzera, Spagna, Portogallo, Inghilterra (ondra Royal Albert Hall), Polonia, Lituania, Lettonia, Finlandia, Slovenia (Festival Internazionale di Lubiana), Russia (San Pietroburgo, Mosca Sala Grande del Conservatorio Tchaikovsky, Sala Tchaikovsky della Filarmonica), Iran, Corea e Stati Uniti d’America (New York, Los Angeles, Philadelphia), Paesi Baltici. Ultima, ma solo in ordine cronologico che li ha visti protagonisti nei più importanti Teatri e ospiti delle più prestigiose stagioni concertistiche in Sud America (Buenos Aires -Teatro Coliseo, Rosario – Teatro El Circulo, Mendoza – Teatro Indipendencia, Montevideo –Teatro Solis solo per citarne alcuni). L’attività discografica è ricchissima, con più di 100 cd registrati per le maggiori case discografiche ed oltre 500.000 dischi venduti in tutto il mondo. Nel 2004 hanno conseguito con il suo leader Alberto Martini il prestigioso premio “Choc de la musique” assegnato da Le Monde de la Musique per la superba interpretazione delle opere di F. A. Bonporti. Tra le numerose incisioni per Sony BMG, Chandos, Emi, Tactus, Naxos, Arts e Dynamic spicca, nella doppia veste di direttore e solista in prima mondiale, l’integrale dell’opera di F. A. Bonporti, per la quale ha ricevuto vari premi discografici, tra i quali: “Cinque stelle – Premio Goldberg” della omonima rivista tedesca, il “Diapason d’or” della rivista francese Diapason, “Choc de la Musique” della rivista francese Le Monde de la Musique, oltre a vari “5 Stelle” della rivista italiana Musica. Tra le ultime uscite discografiche (dicembre 2012), un CD interamente dedicato a musiche di Philipp Glass per la Casa Discografica americana Orange Mountain Music e la prima registrazione mondiale in tempi moderni delle Cantate di Nicolò Porpora per soprano e archi, per Brilliant Classic. L’attenzione de I Virtuosi Italiani alla ricerca filologica li ha condotti ad esibirsi nel repertorio barocco e classico anche su strumenti originali, adottando le accordature ed i temperamenti adeguati. Proprio in quest’ambito nel gennaio del 2013 sono usciti due DVD per UNITEL CLASSICA con le opere di G.B. Pergolesi “Il Prigionier Superbo”, “La Serva Padrona” e “La Salusitia”, dirette da Corrado Rovaris. Nel segno della versatilità che contraddistingue la filosofia del gruppo significativo è altresì l’interesse da sempre dimostrato per il repertorio di confine, strada che I Virtuosi Italiani hanno seguito al più alto livello collaborando con artisti del calibro di Chick Corea, Goran Bregovic, Michael Nyman, Ludovico Einaudi, Franco Battiato, Giovanni Allevi, Uri Craine, Paolo Fresu, Cesare Picco e Antonella Ruggiero. I Virtuosi Italiani sono ideatori ed interpreti di due stagioni musicali a Verona: il “Festival Atlantide” al Teatro Nuovo e la “Stagione Concertistica” giunta alla XV edizione, che si svolge nei prestigiosi spazi della Sala Maffeiana, del Teatro Filarmonico e del Palazzo della Gran Guardia. A questa viene affiancata, da qualche anno, una Stagione di Musica Sacra con il contributo e il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona e con la collaborazione del Museo Diocesano d’Arte di San Fermo. L’impostazione artistica vede come figura cardine quella del Konzertmeister Alberto Martini. Il Direttore principale ospite è Corrado Rovaris. Da ottobre 2011 il violinista Pavel Berman ricopre il ruolo di solista- principale ospite. Nel maggio 2009, SUONARE NEWS, una delle riviste musicali italiane più diffuse e lette, ha dedicato a I VIRTUOSI ITALIANI la sua copertina, un cd in allegato ed un ampio servizio all’interno come anche la rivista specializzata ARCHI MAGAZINE ha fatto nel numero di luglio 2009.